Custodi del Creato: l’ecologia integrale nell’enciclica “Laudato si’”

[AGGIORNATO]Secondo incontro alla Scuola del Lunedì con il professor Paolo Benanti | Audio disponibile

 
L’incontro della Scuola del lunedì dell’8 febbraio 2016 è stato tenuto dal Prof. Paolo Benanti, Francescano del Terz’Ordine regolare e docente di teologia morale alla Pontificia Università Gregoriana di Roma.

La relazione si è incentrata sulla natura dell’ultima enciclica scritta da Papa Francesco. “Laudato si’ non è un prontuario cattolico sull’ambiente” – ha detto il prof. Paolo Benanti. “L’enciclica rinuncia proprio a questa impostazione, perché non vuole rispondere ad una serie di quesiti per proporre, ma propone piuttosto una modalità di stare davanti ai problemi. Questo documento esprime il modo in cui siamo chiamati ad affacciarci ai problemi del mondo perché è casa comune”, ha esordito il relatore.Riflettere sul nome che attribuiamo ai concetti diventa un passaggio nodale secondo il relatore, perché esprime già molto di ciò che riusciamo o non riusciamo a comprendere del mondo stesso. L’esempio portato è stato un’espressione di Primo Levi che, nel suo famoso libro Se questo è un uomo, ha raccontato di essere stato chiamato “pezzo” e non uomo da un militare nazista. “Come si può percuotere un uomo senza collera?”, scrive Levi. Un uomo che diventa un pezzo può dunque essere picchiato senza collera. E’ importante dunque considerare l’espressione che Papa Francesco usa rispetto al creato, ovvero la “casa comune”, perché dice la prospettiva che il Santo Padre vuole chiedere di assumere: una casa, luogo affettivamente caro per ciascuno, ma che sia di tutti. “Si potrebbe dire che l’etica comincia dalle parole”, ha affermato il prof. Benanti, “la Laudato Si’ offre un fenomeno problematizzante”. Questo significa che l’enciclica è uno strumento di lettura della realtà che chiede, però, la costruzione di un senso per la realtà stessa. Attualmente ci si deve confrontare con catastrofi naturali di una portata impensabile fino a qualche anno fa: “oggi ciò che l’uomo fa con la casa comune sfugge al potere di controllo dell’uomo stesso” , ha continuato il relatore, “tanto che si parla di una nuova era geologica, l’antropocene, che avrebbe avuto il suo inizio il 6 agosto 1944, con la prima esplosione nucleare mondiale avvenuta in Messico”.Oltre a questi aspetti climatici, oggi ci si deve confrontare anche con la perdita della biodiversità e con le ingenti ricadute economiche che questa comporta. “La tecnologia indirizza ciò esiste verso ciò che vogliamo che esista” – ha proseguito il prof. Benanti – “Ci confrontiamo con una casa comune che cambia ad una velocità imparagonabile rispetto al passato. Casa comune è tuttavia anche ciò che siamo noi, perché il modo in cui modifichiamo le relazioni tra noi, così modifichiamo anche la casa comune”. Dentro questo tessuto comune, in cui nessuno è estraeo l’enciclica interpella ogni uomo ed ogni donna di buona volontà a prendersi cura  della casa, elemento che accomuna tutti gli esseri umani per recuperare valori importanti per l’umano. “Si tratta di un esercizio di coscienza che richiede formazione nella capacità di saper vedere,  saper giudicare e saper trovare risposte che siano adeguate (agire)”. La sfida rimane necessariamente aperta, perché la soluzione chiede la collaborazione di tutti sia per essere trovata sia per essere attuata. Naike Monique BorgoDi seguito è possibile ascoltare la registrazione audio dell’incontro, l’audio è disponibile anche nel nostro canale YouTube: