Dalle “scoasse” la provocazione a vivere con stile

Una mostra fotografica sui nuovi stili di vita più ecosostenibili

 
“Scoasse” non è esattamente il termine più nobile e delicato secondo la mentalità diffusa, tuttavia, i nostri scarti/rifiuti sono esperienze della nostra quotidianità e raccontano qualcosa del nostro stile di vita.

Mercoledì 27 maggio se n’è parlato grazie all’incontro inaugurale della mostra fotografica “Io vivo con stile” visitabile fino al 5 giugno prossimo al Palazzo delle Opere Sociali

I due simboli della mostra sono una valigia, che rappresenta il cammino itinerante della vita e anche di questa mostra, ed una gabbia, per rappresentare l’influenza quotidiana dei paradigmi che la nostra società sembra imporci senza che ne siamo consapevoli.

Il giornalista Gianni Belloni ha parlato di globalizzazione del rifiuto, perché in alcuni territori viene effettuata puntualmente la raccolta differenziata, ma poi non esiste una filiera per ridare nuova vita al rifiuto. Di conseguenza, i nostri scarti vengono mandati nei paesi più poveri per continuare ad essere utilizzati.

Belloni ha messo in luce gli aspetti che portano all’illegalità, ma anche sottolineato la presenza in Veneto di una minoranza vigile che si è fatta custode e si è attivata per tutelare l’ambiente.

Don Matteo Pasinato ha offerto una riflessione biblica in tre punti, sottolineando in particolare che gestire gli scarti offre uno stile sobrio capace di nutrire ancora e impone che qualcosa esca da ciascuno per permettere la vita dell’altro. Pensare ad altri e adoperarsi per altri permette di evitare il vero avanzo: quello che tengo tutto per me e diventa egoismo. La questione nodale sono dunque gli stili di vita.
Non scartare lo scarto che comunque la vita produce, è uno stile di vita che si può imparare, ha sostenuto don Matteo.

A sostegno di questa ipotesi, Lucia Barbiero ha raccontato la decennale esperienza della Cooperativa Insieme e di come diventa luogo di recupero per vite che la società scarta. Da lì sono passate molte persone per progetti studiati ad hoc e che poi si sono rimessi in gioco con una nuova vita, secondo le possibilità di ciascuno. Ri-usare, riciclare, restituire alla città, essere responsabili di ciò che viene rimesso in vendita sono i punti chiave della mission della cooperativa che si vuole proporre alla società come servizio pubblico.

Anche dalle domande, è emerso che alcune decisioni vanno prese a livello legislativo, ma è possibile custodire il creato tra rifiuti e legalità: dipende dalle scelte quotidiane di ciascuno.
 
Naike Borgo