Docenti appassionati e studenti “curiosi”: ecco la scuola che funziona per mons. Galantino


Il pomeriggio del 30 settembre al Liceo Quadri di Vicenza si respirava un’attesa gioiosa. Si inaugurava la Settimana diocesana della Scuola: ospite atteso mons. Nunzio Galantino, vescovo di Cassano allo Ionio e Segretario generale della CEI, uomo di papa Francesco, vescovo con l’odore delle pecore. Ad accoglierlo il vescovo Pizziol, il direttore dell’Ufficio per la pastorale della scuola prof. Fernando Cerchiaro, il vicepreside del Quadri prof. Diego Peron, ma soprattutto studenti, docenti e dirigenti scolastici con ancora nel cuore l’esperienza galvanizzante del 10 maggio scorso a Roma, con l’incontro di papa Francesco con il mondo della scuola in piazza San Pietro.

Mons. Galantino ha parlato come di consueto in modo affabile, ma deciso, ribadendo la centralità della scuola, realtà “attraversata da tanti cambiamenti, ma strategica per il singolo e per la società, luogo da amare, anche con le sue contraddizioni. E’ a scuola – ha affermato il presule – che si vivono esperienze fondamentali di crescita, di incontri e si impara anche a verificare di sé stessi, il proprio impegno e il proprio uso del tempo”.

“La scuola – ha continuato mons. Galantino rivolgendosi soprattutto agli studenti presenti – deve aiutarvi ad aprirvi alla cultura, alla vita, alla bella complessità del reale, ma senza cadere nella dittatura del pensiero unico. Se la scuola vuole realizzare la sua funzione educativa deve proporre dei punti di riferimento e al contempo degli strumenti critici per vagliarli.” Ecco allora l’invito ai docenti ad essere non solo preparati, ma anche appassionati, innamorati del proprio insegnamento e quello agli studenti a coltivare la “curiositas”, ovvero la capacità di porre domande vere, incisive, che riguardano il cuore e la vita.

Perché la scuola sia un luogo dove si impara a vivere le relazioni, una socialità positiva, ad essere costruttori di pace. Scuola, insomma, di umanità.

Don Alessio Graziani