Festa della donna: la mimosa fiorisce ancora. Il commento della presidente CIF Goretta De Battisti

 
Nonostante la pioggia, il vento… i cambiamenti climatici la mimosa fiorisce ancora. Per fortuna! I suoi fiori colorati abbelliscono i nostri giardini e ci ricordano che la primavera è in arrivo. E con essa, puntuale ogni 8 marzo e colorata di giallo, la Giornata internazionale della donna.Tempo di bilanci, di nuove responsabilità, di nuove opportunità? Probabilmente sì. Certo è che tale giornata, abbandonate le forti connotazioni ideologiche del passato, può rappresentare un’occasione per riflettere seriamente sulla condizione femminile e su ciò che essa comporta per la società intera. Non si tratta di avviare dibattiti dai toni retorici per poi non pensarci più: semel in anno… (una volta all’anno… ndr). Si tratta piuttosto di rendersi conto che la condizione femminile, con i suoi riconoscimenti tardivi e con le sue contraddizioni ancora da superare,  è questione che interessa tutti. Certamente la parità di genere in Europa ha fatto molta strada, ma non può dirsi del tutto compiuta. A fronte di una maggiore preparazione, le donne continuano a fare fatica a trovare un lavoro e a mantenerselo nel tempo. Oggi in Europa il tasso complessivo di occupazione femminile arriva ad un 63%, mentre quello maschile si attesta intorno al 75%. Sebbene la legislazione della Ue vieti ogni tipo di discriminazione relativa alla retribuzione, si registra un divario salariale intorno al 16%. A parità di lavoro e  di ruoli, le donne infatti sono pagate di meno, a causa di un complesso sistema di cattive abitudini e di pregiudizi che in sostanza impedisce una reale parità. Tale differenza di retribuzione, a lungo andare, porta a conseguenze  strutturali tali che le donne oggi in Europa sono le più esposte al rischio povertà.Per quanto riguarda la tanta sospirata conciliazione dei tempi di cura e di lavoro, che dovrebbe mettere insieme istituzioni, imprese e forze sociali, per facilitare il ruolo genitoriale dei lavoratori padri e delle lavoratrici madri, sembra essere ancora solo a livello sperimentale. Grazie alle tanto avversate quote di genere, finalmente si è registrato, negli organi decisionali e nella politica, un significativo incremento di presenza femminile. In questo 8 marzo, mi sembra di poter dire che la questione antropologica e quella bioetica siano oggi i fronti su cui uomini e donne si giocano il presente e il futuro. Quella antropologica che ci interpella a valorizzare le differenze del maschile e del femminile nell’uguaglianza e nella reciprocità. E quella della bioetica che ci chiama ad evitare l’assolutismo dei diritti: da quello di sopprimere un figlio nel grembo a quello di affittarne uno per avere a tutti i costi un bambino. Ecco perché non sono solo cose da donne! Goretta De Battisti
Presidente regionale CifArticolo da La Voce dei Berici di questa settimana Ricordiamo l’appuntamento organizzato da Presenza Donna per il giorno 8 Marzo. L’incontro si terrà alle ore 20.30 nella Chiesa di San Carlo – Villaggio del Sole, Via Colombo 1, Vicenza.Donne di misericordia. Gesti per ritrovare monete perdute, è il titolo della serata di preghiera, in ascolto della Parola e di alcune testimonianze provenienti dalla Bosnia Erzegovina. Proprio nel pellegrinaggio della scorsa estate, infatti, Presenza Donna ha attraversato questa terra, luogo di incontro di tante culture; terra martoriata dal conflitto di vent’anni fa ma nella quale spuntano germogli di bene e di pace, gesti anche molto concreti di misericordia possibile.Da questa terra giungono gli ospiti che accompagneranno gli eventi proposti dall’associazione: mons. Pero Sudar e Jasminka Selimović. Il primo, vescovo ausiliare di Sarajevo, è considerato una delle personalità più importanti nella lenta ma inesorabile ricostruzione civile e morale nel dopoguerra. Jasminka Selimović è una rappresentante del progetto Oxfam Italia, che opera in Bosnia Erzegovina a partire dalla necessità di ridare lavoro, dignità e futuro alle donne deportate nei campi di stupro durante il conflitto.