Il diritto alla sicurezza non giustifica il ricorso alle armi

Nota della Commissione Diocesana di Pastorale Sociale e Lavoro

 
Ci ha profondamente preoccupati l’annuncio dell’orafo di Nanto, Robertino Zancan, di aver creato una collezione di bracciali, orecchini e collane che riproducono armi da fuoco e proiettili: il lancio della collezione, denominata “Legittima difesa”, è stato fatto dall’orafo in occasione delle feste natalizie ricorrendo allo slogan “ Fai brillare questo Natale di una luce speciale!”, che – come è stato notato da Il Giornale di Vicenza del 29 Novembre scorso – « non allude alle luminarie, bensì al bagliore provocato da uno sparo » .Sappiamo che l’oreficeria Zancan è stata oggetto di tre rapine, l’ultima delle quali si è conclusa con uno scontro a fuoco in cui è rimasto ucciso uno dei rapinatori. Pur comprendendo il desiderio di Zancan di ribadire il diritto alla “legittima difesa”, ci amareggia pensare che una collezione di gioielli possa riprodurre «pistole, proiettili e bombe a mano». E ci addolora il collegamento col Natale che per noi cristiani evoca la nascita di Gesù. I Vangeli ci ricordano che alla nascita il Bambin Gesù fu deposto in una mangiatoia «perché non c’era posto per loro nell’albergo» (Lc. 2,7): nostro Signore ha così accettato – anzi ha scelto – fin dalla sua nascita di stare con gli ultimi, gli emarginati, gli indifesi, con tutti coloro per i quali non c’è mai posto.Di fronte alle minacce, che riconosciamo in questo momento vicine e reali, della criminalità e del terrorismo internazionale, tutti avvertiamo la necessità di maggior sicurezza; ci soccorrono in questo anche le parole che, in proposito, ha scritto papa Francesco nella Evangelii Gaudium: « Oggi da molte parti si reclama maggiore sicurezza. Ma fino a quando non si eliminano l’esclusione e l’inequità nella società e tra i diversi popoli sarà impossibile sradicare la violenza. Si accusano della violenza i poveri e le popolazioni più povere, ma, senza uguaglianza di opportunità, le diverse forme di aggressione e di guerra troveranno un terreno fertile che prima o poi provocherà l’esplosione» ( n. 59). Il papa poi aggiunge: « I meccanismi dell’economia attuale promuovono un’esasperazione del consumo, ma risulta che il consumismo sfrenato, unito all’inequità, danneggia doppiamente il tessuto sociale. In tal modo la disparità sociale genera prima o poi una violenza che la corsa agli armamenti non risolve né risolverà mai. Essa serve solo a cercare di ingannare coloro che reclamano maggiore sicurezza, come se oggi non sapessimo che le armi e la repressione violenta, invece di apportare soluzioni, creano nuovi e peggiori conflitti» (n. 60).Consumismo sfrenato, povertà, esclusione sociale e tentazione di ricorrere alle armi sono meccanismi da rimuovere. Anche qui, a Vicenza e nel Veneto, da molte parti si reclama maggior sicurezza: lo si fa spesso in toni sguaiati invocando un presunto “diritto alle armi” anche per difendere la proprietà e cose che spesso sono considerate più importanti della stessa vita umana, l’unica che davvero è, e dovrebbe sempre essere, “sacra e inviolabile”.Non è un caso, allora, che la nostra città, che già ospita una delle maggiori fiere mondiali dell’oro, dallo scorso anno ospiti anche HIT Show, una fiera finalizzata a incentivare la diffusione delle armi. Alcuni di noi l’hanno visitata e abbiamo potuto vedere con i nostri occhi i mitragliatori semiautomatici black rifles accanto alle armi da collezione, i revolver e le pistole per la “difesa personale” vicino ai fucili da caccia, le armi in dotazione alla pubblica sicurezza accanto alle repliche di armi antiche. Il tutto davanti agli occhi anche dei bambini che potevano prenderle in mano e tirare il grilletto.La nostra gioventù andrebbe, piuttosto, educata al dialogo, alla vita buona e alla nonviolenza. Invece, mentre da una parte si fa crescere emotivamente la “voglia di armarsi”, dall’altra si sviluppa prontamente il mercato delle armi. Superfluo chiedersi a chi giovi tutto ciò. Lettera inviata al direttore de La Voce dei Berici e pubblicata nell’edizione del 20 dicembre.