Il Vescovo ai catechisti: “l’annuncio di Cristo non è un testo, ma una Persona”

Oltre duecento partecipanti al convegno diocesano di Malo

 
In un clima di generale fermento e di allegria, nella mattinata di venerdì 11 settembre è iniziato il trentanovesimo convegno diocesano per i catechisti svoltosi quest’anno nella parrocchia di Malo.

La partecipazione ha superato le attese per tutta la durata del convegno, tanto che il parroco, don Giuseppe Tassoni, ha espresso la sua gioia per queste presenze durante la Messa conclusiva presieduta dal Vescovo Beniamino domenica 13 settembre. Al convegno si sono registrati infatti oltre duecento catechisti provenienti da più di 140 parrocchie della nostra diocesi.
 
Il tema “Ragazzo, dico a te, alzati” ha messo al centro della riflessione i destinatari del primo annuncio del Vangelo partendo da diverse prospettive. In particolare, l’attenzione è stata rivolta ai preadolescenti.
 
Molte catechiste presenti hanno motivato il loro entusiasmo per il tema scelto perché utile da un punto di vista personale, in quanto madri, e poi per farne tesoro con i ragazzi della catechesi. Altri catechisti hanno sottolineato l’importanza di comprendere i mondi di questi preadolescenti ed adolescenti di oggi e si sono mostrati grati per i contributi offerti che riguardano anche i gusti, le preferenze dei ragazzi….mondi, spesso, sconosciuti agli adulti. I partecipanti hanno espresso grande riconoscenza anche per l’ottima organizzazione e l’accoglienza loro riservate durante i lavori del convegno.
 
Monsignor Pizziol nella Celebrazione Eucaristica conclusiva ha richiamato prima di tutto il cuore dell’annuncio cristiano, che non è la mera conoscenza di un testo, ma l’incontro con la persona di Gesù Cristo. “Questo annuncio deve essere trasmesso da una comunità di adulti, ma se mancano gli adulti, la fede non si trasmette” ha esortato il Vescovo, proseguendo poi con un’attualizzazione del Vangelo domenicale (Marco 8, 25-37).
Tre sono le tappe che sono state indicate con le parole di Gesù come percorso di fede per tutti, ma in particolare per i catechisti e tutti gli educatori che sono direttamente impegnati nella trasmissione della fede in Gesù.
 
La prima tappa, “chi dice la gente che io sia?”, è la domanda che rivolgiamo agli altri sulla loro personale relazione con il Signore Gesù.
La seconda, “ma voi, chi dite che io sia?”, è la professione di fede che il Signore chiede a ciascuno, personalmente.
La terza tappa, “chi vuol venire dietro a me”, indica le condizioni della sequela, cioè il rinnegamento di sé.
 
Monsignor Pizziol ha indicato come compito specifico dei catechisti l’educazione dei ragazzi di oggi in un percorso che li porti dall’egocentrismo ed egoismo alla logica della donazione e dell’amore.
 
La celebrazione si è conclusa con il mandato del Vescovo a tutti i catechisti, ai genitori ed alle religiose impegnate nella catechesi, affinché guidino e accompagnino coloro che si affidano a Cristo, sostenendoli, indirizzandoli ed esortandoli.
Con le parole “sappiamo quanti sacrifici fa fare l’amore” di sant’Agostino, il Vescovo ha incoraggiato i catechisti a proseguire nel loro compito educativo, nonostante le fatiche e lo sconforto che potrebbero vivere perché il loro impegno è l’espressione visibile della comunità di adulti che si prende cura della fede dei più giovani.
 
 
Naike Monique Borgo