Il Vescovo in visita alle parrocchie di Altavilla e Valmarana

Realtà pastorali in dialogo nella comunità ecclesiale più numerosa del Vicariato di Montecchio Maggiore.

 
La parrocchia del SS. Redentore e S. Urbano Papa di Altavilla Vicentina e quella di S. Biagio Vescovo di Valmarana costituiscono dal 2010 un’unica unità pastorale. Con i suoi 10.180 abitanti è la comunità ecclesiale più numerosa del Vicariato di Montecchio Maggiore. Una realtà che il Vescovo Beniamino incontrerà nella Visita Pastorale a partire da giovedì 11 maggio fino a mercoledì 17 maggio.

Altavilla Vicentina è sempre  stata interessata da un costante aumento della popolazione, ma l’incremento che ha conosciuto a partire dal 1980 è stato particolarmente significativo. Il Comune è passato dai 5585 abitanti del 1981 ai 7964 del 1991 per raggiungere il 30 aprile scorso i 12.061 abitanti. In poco meno di quarant’anni il paese ha cambiato volto. «Nel 1980 eravano circa cinquemila persone, vent’anni dopo ci siamo ritrovati in diecimila – spiega Claudio Zarantonello, componente esterno Consiglio affari economici –. È stato un balzo importante che ha trovato impreparata la parrocchia e la mentalità delle persone». «Per tanto tempo c’è stato il nucleo di Altavilla che ha fatto fatica ad integrarsi con i nuovi – racconta Francesca Marcuzzi attualmente segretaria del Consiglio Pastorale –. Lo sentivi a fior di pelle anche quando parlavi “noaltri de Altavilla e i foresti”». L’arrivo di queste persone ha modificato non solo la vita della parrocchia. «In quegli anni sono cambiate le strutture parrocchiali – spiega Alberto Gaianigo del Consiglio affari economici -. Avevamo un cinema che era un punto nevralgico per la comunità dal punto di vista dell’aggregazione, si è dovuto a metà degli anni ‘80 cessare questo servizio e modificare la struttura creando delle stanze per dare spazio al catechismo. Lo stesso oratorio è cambiato per la necessità di spazi di convivialità». L’unità pastorale si è realizzata a seguito della morte, nel 2010, del parroco di Valmarana don Luciano Prendo, aprendo un cammino ecclesiale nuovo. «L’Unità Pastorale aiuta ad entrare in una dimensione di maggiore apertura perché ci sono storie diverse, culture e sensibillità diverse  – dice don Rosino Giacomin che dal 2014 è parroco dell’Unità Pastorale -. La gente frequenta pochissimo perché per vari motivi non si è ancora legata, però se tu sei capace di creare accoglienza puoi scaldare i cuori». L’Unità ha creato delle sinergie pastorali nuove, «si fanno molte attività condivise – continua don Rosino – poi le risposte possono essere più o meno entusiasmanti, ma c’è questo desiderio di mettere insieme e condividere». «Cosa da vedere con grande speranza è che le realtà pastorali hanno cominciato a dialogare – dice don Daniele Pressi vicario parrocchiale -. Faccio un esempio: la Caritas si è trovata senza viveri, il gruppo giovanissimi si è preso l’incarico e ha fatto una raccolta viveri. Altro esempio, i percorsi di mistagogia dovuti al cambio di modello della catechesi, anche lì alcuni animatori dei giovanissimi hanno scelto di mettersi vicino ad alcuni catechisti e di pensare ad un percorso comune. Animatori che lavorano insieme a catechisti, un primo passetto per cominciare a vedere la realtà di chiesa in maniera diversa». Giuseppe Bedin