Il Vescovo in visita all’unità pastorale di Sovizzo: due fine settimana per incontrare le quattro parrocchie

 

Il Vescovo Beniamino nei prossimi due fine settimana incontrerà l’Unità Pastorale di Sovizzo nella Visita pastorale che inizierà venerdì 24 marzo e si concluderà domenica 2 aprile. L’Unità è costituita da quattro parrocchie: la parrocchia di S. Bartolomeo di Montemezzo, la parrocchia di S. Maria Annunziata di Sovizzo Colle, la parrocchia di S. Maria Assunta di Sovizzo al Piano e dalla parrocchia di S. Maria di Loreto di Valdimolino. Gran parte dell’Unità è situata nel territorio del comune di Sovizzo che oltre a Montemezzo comprende le località di san Daniele, Peschiera dei Muzzi e Vigo; una parte si estende su quello di Montecchio Maggiore con la parrocchia di Valdimolino. Le quattro parrocchie sono in Unità dal 2010 quando Montemezzo e Valdimolino si sono unite all’Unità Pastorale Sovizzo costituita nel 2008 con le parrocchie di Sovizzo Colle e Sovizzo al Piano. Un cammino avvenuto sotto la guida di don Francesco Strazzari, inizialmente parroco di Sovizzo Colle dove giunse nel 1994. «La preoccupazione del parroco è stata quella di creare un senso di comunità – dice Achille Meneguzzo ministro straordinario della comunione, descrivendo il cammino che ha portato le quattro parrocchie a creare questa realtà ecclesiale -. Se una persona si sente parte di una comunità e partecipa alle iniziative proposte, poi è disponibile anche all’incontro con le altre comunità. In un primo momento si è posta l’attenzione sul senso di appartenenza, successivamente sul senso di apertura che è stato raggiunto anche grazie  a un lavoro di collaborazione e di integrazione fra le varie attività presenti in ogni comunità». Un cammino che ha portato i diversi gruppi che animano la vita pastorale delle singole parrocchie ad interagire e alcuni ad aggregarsi. Questo a sua volta ha portato le parrocchie ad interagire l’una con l’altra. «Il gruppo che segue la catechesi per esempio è unico, come pure quello dei ministri straordinari dell’Eucarestia –  spiega Meneguzzo». «Noi siamo avviati verso una visione di Chiesa che è diversa. La nostra è una Chiesa “sinodale”. Il nostro modo di procedere è di reciproco ascolto, questo è estremamente importante per cui la presenza di laici è indispensabile – spiega don Francesco -.  La Chiesa è dei laici battezzati dove il prete ha il suo posto ma di prete. È una visione di Chiesa che non è piramidale: il parroco in alto gli altri sotto, ma, per usare il linguaggio di Papa Francesco, è poliedrica nel senso che le facce si guardano come quelle di un poliedro. Noi abbiamo lavorato tantissimo e tanti sono i gruppi che lavorano animati in forza del proprio battesimo non perché il parroco affida un compito alla persona: “Tu fai così, così…”, quasi una madonopera, ma i laici sono veramente impegnati perché andiamo verso un periodo in cui dovranno assumersi le proprie responsabilità». Un impegno che non si traduce solamente nell’ambito ecclesiale, ma porta i laici a costruire tanti percorsi e iniziative che in diverso modo creano all’interno della comunità occasioni di partecipazione e confronto. «Da alcuni anni nella nostra Unità Pastorale si è creato un gruppo spontaneo ed eterogeneo di amici desiderosi di condividere assieme una passione: il camminare, meglio il pellegrinare – racconta Luciano Piva impegnato nell’ambito cultura e animazione –. Si va dal pellegrinaggio alla Madonna di Monte Berico, la prima domenica di ogni mese, ai Santuari Mariani delle zone limitrofe: Madonna dei Miracoli di Lonigo, Santuario di Santa Libera di Malo, Madonna del Cengio di Isola, Madonna della Corona a Spiazzi (VR). Annualmente facciamo un pellegrinaggio di una settimana lungo i cammini europei: Santiago de Compostela, la Via Francigena (da Acquapendente a Roma), da Lisbona a Fatima. Ogni anno viene organizzato un pellegrinaggio che tocca tutte le sei chiese dell’Unità Pastorale». «Perché un pellegrinaggio? Si va dalla ricerca di risposte personali, alla richiesta di grazie, allo scioglimento di un voto, a un interesse storico culturale, o per fare un lungo tracking, o per una forma di rigraziamento – continua Piva spiegando le molteplici ragioni che spingono le persone a partecipare all’iniziativa –. Qualunque sia la motivazione che ci porta a pellegrinare assieme, siamo certi che è un modo per socializzare e indirettamente uno strumento di evangelizzazione che produce a tutti un grande arricchimento interiore e un ricordo vivo e indelebile».

Giuseppe Bedin
 
 
La Voce dei Berici di questa settimana dedica un approfondimento di due pagine sulla visita pastorale del Vescovo