Le coppie chiedono risposte alle domande di senso che la vita pone alla loro esperienza di amore

 
E’ toccato a don Flavio Marchesini, direttore dell’Ufficio diocesano per il matrimonio e la famiglia, concludere il secondo ciclo di incontri della Scuola di formazione permanente del Clero al Centro Onisto di Vicenza.
Dopo l’articolata proposta di approfondimenti sulla vita della famiglia nell’attuale contesto socio culturale (che nei lunedì di febbraio e di marzo ha visto la presenza di sociologi, biblisti, esperti di pedagogia, moralisti e operatori pastorali) don Marchesini, coadiuvato da Giorgia e Andrea Stevanin, ha presentato la proposta diocesana a servizio del “vangelo della famiglia”

 “La comunità cristiana – ha detto il direttore dell’Ufficio di pastorale familiare – è preoccupata di accompagnare i giovani alla scelta del matrimonio, con cammini che non si esauriscano nell’immediatezza della celebrazione sacramentale, ma che sappiano rispondere ad una domanda di senso degli sposi che torna a manifestarsi nei diversi momenti della loro vita”. Per questo l’azione portata avanti dalla Commissione diocesana si articola in ambiti diversi che vanno dalla formazione pre-matrimoniale, all’accompagnamento dei neo genitori, dalla cura di situazioni particolari o difficili (attraverso gruppi specifici o l’azione dei consultori), fino all’offerta di specifici momenti di spiritualità. “Tornando dalla missione in Brasile – ha detto don Flavio – mi sono reso conto di come molte cose in Italia siano in questi anni certamente cambiate. Ciò che le coppie chiedono di più alla Chiesa è oggi soprattutto di poter leggere la propria esperienza d’amore alla luce della Parola di Dio perché in questa trovi forza e significato”.

 “Ogni proposta della pastorale familiare – ha continuato Andrea Stevanin – deve essere finalizzata a promuovere la famiglia come comunità di persone unite dall’amore, come santuario della vita, come cellula prima e vitale della società, nonché come piccola chiesa domestica”. Perché questo si realizzi in modo efficace, don Marchesini  ha infine ricordato alcune espressioni di Papa Francesco che possono indicare lo stile con cui operare. Innanzitutto vivere la Chiesa come popolo di Dio e come ospedale da campo, capace di curare, senza giudicare o escludere. Da questo deriva la necessità di operare in modo sinodale (in particolare preti e famiglie insieme) e di maturare così una capacità maggiore di discernimento per vedere e comprendere il vissuto di ciascuno alla luce della Parola di Dio. 

 “Stiamo puntando molto sulla formazione di coppie animatrici, perché la famiglia – ha detto don Flavio – è chiamata ad essere non solo oggetto di cura da parte della comunità cristiana, ma anche soggetto della nuova e gioiosa evangelizzazione cui Papa Francesco ci invita. E per la ricchezza di attenzione a questi temi e di proposte che la nostra diocesi manifesta, dobbiamo ricordare il lavoro intelligente e generoso realizzato dal mio predecessore mons. Battista Borsato”.

Don Alessio Graziani