Migranti: Caritas diocesane a convegno a Gorizia

Una realtà complessa, spesso sottovalutata

 
La questione dei migranti riguarda la quotidianità di ciascuno, perché anche il paese più piccolo e sperduto ha ormai una popolazione mista di autoctoni e stranieri. Purtroppo, si rischia di non considerare le questioni in  modo ampio, profondo e così il pericolo è quello di una lettura semplicistica.

Caritas Italiana, in collaborazione con le Caritas diocesane, ha organizzato il consueto convegno annuale dal 20 al 23 settembre 2016 in un modo, però, originale. “Più che un evento, come nel passato, si tratterà dunque di una visita studio che avrà come base la diocesi di Gorizia ma che si sposterà in Austria e Slovenia”, si legge nel materiale consegnato ai partecipanti. Un convegno, dunque, ma anche un modo per toccare con mano le realtà locali. “Nigramed. Storie di frontiera” è il titolo scelto per questa edizione. Per la Caritas diocesana di Vicenza hanno partecipato sr Celina Pozzan e l’avvocato Sandra Pozza.Non ci rendiamo conto della complessità della realtà”, spiega sr Celina, “la Grecia che è al collasso economicamente riesce ad ospitare il maggior numero di profughi in questo momento, mentre Paesi europei più benestanti stanno costruendo solo muri”. In meno di 48 ore la Macedonia, un anno fa, nel novembre 2015, ha costruito una barriera al confine con la Grecia; a Calais, la jungle, il più grande campo europeo di migranti e rifugiati è stato rapidamente ricostituito dopo lo smantellamento forzato, tornando ad ospitare 10.000 persone. Spesso anche la politica non aiuta a comprendere questi fenomeni: un esempio è quello del ministro degli esteri austriaco, Sebastian Kurz, che aveva ipotizzato l’arrivo in Italia di oltre 300.000 migranti che non potevano più seguire il percorso attraverso la Macedonia, la Serbia e la Slovenia… Queste dichiarazioni hanno suscitato molto clamore, ma non altrettanto ne ha avuto la constatazione che questo fenomeno non si è verificato. Le Caritas italiane si stanno coordinando nelle linee di accoglienza, che poi vengono declinate a seconda anche delle forze locali, ma soprattutto oltre al coordinamento nazionale, si sta arrivando ad un coordinamento europeo con le altre Caritas. Sono dunque importanti questi convegni nazionali ed internazionali per poter riuscire ad accogliere in modo efficace chi fugge da guerre o situazioni economiche disastrose. La complessità di queste decisioni richiede prudenza nel giudizio di chi, non avendo più nulla da perdere o avendo una sola possibilità di sopravvivenza, lascia tutto e tutti per tentare una vita più serena. Nella diocesi berica esistono già diverse esperienze positive di accoglienza di migranti, come quella di Malo dove i giovani del Mali si stanno decisamente integrando nella comunità. Recentemente al Convegno dei problemi internazionali, anche il prof. Dalla Zuanna ha ribadito che nel territorio vicentino, senza i figli dei migranti, chiuderebbero 4 scuole, con tutte le conseguenze che si possono intuire. Servono tempo per conoscersi, pazienza perché ci si incontri davvero, nella propria umanità, ma è possibile un’integrazione di chi desidera solo vivere.