Mons. Dovigo illustra il bilancio ordinario della Diocesi

Trasparenza, sobrietà e condivisione i principi fondamentali emersi durante la recente assemblea del Clero

 

  1.100mila euro. A tanto ammonta, nel 2015, il costo per il funzionamento della Diocesi intesa come Curia, Palazzo Opere Sociali (con i relativi uffici pastorali e associazioni), Museo diocesano. Abbiamo chiesto all’economo diocesano mons. Renato Dovigo di spiegare questi (e altri) numeri ai nostri lettori. Mons. Dovigo, innanzitutto come possiamo definire la situazione economica della nostra Diocesi? «Va premesso che la nostra non è una diocesi ricca. Per questa ragione è fondamentalale l’ 8×1000 che ci permette ancora di sopravvivere dignitosamente». Quanto ammonta l’8×1000 che riceve la nostra Diocesi? «Nel 2016 riceviamo per l’8×1000 un totale di euro 2.750.060,55 così ripartiti: euro 1.326.428,65 per interventi caritativi ed euro 1.423.631,90 per il Culto e Pastorale. 500mila euro circa di quelli destinati per attività pastorali servono per il funzionamento della Diocesi» Su quali altre entrate può contare la Diocesi? «Fondamentalmente le spese sono coperte con le entrate degli affitti, del Legato Muttoni, del Museo diocesano, dal contributo che ogni parrocchia versa annualmente in ragione di euro 0,23 per parrocchiano e dalla quota dell’8×1000» Esistono poi altre risorse disponibili? «Abbiamo un fondo-sicurezza di 5 milioni di euro della Diocesi a disposizione del Vescovo per emergenze, urgenze, interventi conservativi). Sono utilizzati con la saggezza del buon padre di famiglia». Quanti sono i beni immobili di proprietà della Diocesi? «Accanto agli immobili impiegati per le varie attività e proposte diocesane (il Palazzo delle Opere Sociali piuttosto che il Centro diocesano A. Onisto) che evidentemente non danno alcuna rendita, ci sono una quarantina di altri immobili (appartamenti e qualche unità commerciale) che sono affittati a condizione di mercato e con regolare contratto e dai quali si ricavano 187mila euro che poi servono per pagare le imposte e realizzare le necessarie manutenzioni ordinarie, per mantenere l’immobile agibile». La Curia per tutte le sue attività ha anche dei dipendenti. Quanti sono e come si ripartiscono? «Attualmente abbiamo 27 dipendenti 19 part-time e 8 a tempo pieno. Abbiamo inoltre alcune persone che svolgono servizi saltuari e vengono pagate con voucher». Una delle questioni che ha fatto scalpore è stata la proprietà di azioni della Banca Popolare (vedi nota del Vescovo accanto Ndr). Quali sono gli Istituti bancari con cui la Diocesi opera? «Abbiamo la Cassa di Risparmio del Veneto, per l’ordinarietà, l’Unicredit per tutta la gestione del Museo Diocesano, la Banca Etica per il TFR dei dipendenti. Ci sono poi la Cassa Rurale di Brendola, la Banca Nazionale del Lavoro, la Banca Popolare di Verona, Banco Desio e Poste Italiane: sono Istituti bancari con cui operano vari Uffici Diocesani. Abbiamo poi 26.254 azioni della  Banca Popolare di Vicenza, per la precisione euro 2625,40 in azioni della Banca stessa!                                                                 A partire dagli anni ’80 sono state donate/acquistate. Al 31 dicembre 2015 il numero di azioni è di 26.254 in conto Diocesi così suddivise:  Economato 18.377 azioni –  Mutua Congregazione sacerdoti 7.877 azioni».        Negli ultimi tempi la gestione del bilancio risponde a criteri sempre più stringenti e trasparenti. Quali sono le azioni che come Ufficio amministrativo diocesano state mettendo in campo per garantire tutto questo? «In questi anni è cresciuto lo sforzo a livello di Cei per dotare le Diocesi e le parrocchie di strumenti (anche informatici) per una gestione il più completa e corretta possibile delle risorse economiche e patrimoniali della Diocesi. A livello di uffici, in particolare è in atto un percorso di progressivo e sempre più completo “adeguamento” al nuovo contesto socio-economico. Questo ci sta portando a riorganizzare l’ufficio amministrativo e aderire al programma della Cei Sidi  (Sistema informativo diocesi Ndr)che consente una gestione contabile molto efficiente. Sul versante esterno c’è l’impegno, a partire da gennaio, di passare per tutti i vicariati per incontrare tutti i componenti dei Consigli per gli affari economici (CPAE) innanzitutto per un momento di ascolto e confronto sulla gestione dei beni nella nostra Chiesa. Questa iniziativa si realizzerà in collaborazione con l’Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro». Lauro Paoletto 

La Voce dei Berici di questa settimana dedica due pagine di approfondimento al tema Chiesa e Denaro