Nella Giornata del Seminario i cristiani vicentini ringraziano i loro “custodi di futuro”

Domenica 24 novembre 2013, Solennità di Cristo Re, nella diocesi di Vicenza ricorre la Giornata del Seminario nel corso della quale, come di consueto, i seminaristi saranno nelle parrocchie per portare una testimonianza durante le Sante Messe.
 
Significativamente, nel giorno in cui si chiude l’Anno della Fede proclamato da Benedetto XVI, il tema scelto per la Giornata 2013 è “Custodi di futuro”. Più che di una definizione per evidenziare le caratteristiche dei giovani che si stanno formando, in particolare, ai ministeri del diaconato e del presbiterato, si tratta di una professione di fede nel Signore che non manca di chiamare operai alla propria messe. Essere “custode di futuro”, infatti, per ogni studente del Seminario è la missione di domani che ha già iniziato a intraprendere oggi attraverso la preparazione, ed è un piccolo, grande riflesso della dimensione escatologica che anima la vita del cristiano.
 
La Giornata del Seminario, allora, diventa l’occasione privilegiata per pregare insieme, fedeli e presbiteri, religiosi e seminaristi: innanzitutto una preghiera di riconoscenza, perché il Signore non fa mancare il dono di nuovi sacerdoti nonostante la nostra incostante disponibilità ad aiutarLo nella semina di nuove vocazioni; poi una preghiera come dichiarazione di impegno ad accompagnare la comunità del Seminario con affetto fraterno e con il sostegno concreto, consapevoli che la cura e la formazione di quanti dicono il loro “sì” alla chiamata di Dio è responsabilità dell’intera comunità.
 
Tante sono le “famiglie” che condividono il cammino nel Seminario Diocesano: la comunità dei 19 ragazzi delle medie, la comunità dei 29 giovani delle superiori, la Teologia con i suoi 34 studenti e la comunità del Mandorlo che accoglie due giovani in discernimento vocazionale. Poi ci sono gli educatori, i preti residenti, le suore e don Carlo Guidolin, da settembre 2013 unico rettore dell’intero Istituto.  
 
La Giornata del Seminario, perciò, sia pure il momento in cui noi tutti cristiani di Vicenza rivolgiamo in modo più evidente il nostro grazie a questi “custodi di futuro”: grazie perché sono pure i custodi della nostra speranza
 
Luca de Marzi