«Nell’era della pubblicizzazione dell’intimità
è fondamentale ritornare in se stessi»

La lezione del professor Daniele Bruzzone alla Scuola del Lunedì

La quinta lezione dell’anno 2014 della Scuola del Lunedì per la formazione permanente del clero è stata tenuta dal professor Daniele Bruzzone, docente di Pedagogia delle relazioni educative all’Università Cattolica di Milano.
 
Infatti, la mattina del 17 marzo 2014, nel Centro pastorale “Arnoldo Onisto” di Vicenza, il docente ha tenuto una relazione dal titolo “La pubblicizzazione dell’intimità”.

Daniele Bruzzone è partito da alcuni dati frutto di una ricerca effettuata dall’associazione “Save the children”, dai quali emerge un quadro drammatico e preoccupante circa il peso dei moderni mezzi di comunicazione in relazione alla sessualità dei giovani e degli adulti. Di fronte a tale realtà si può reagire in modi differenti: patologizzando il fenomeno, relativizzandolo, ritenendolo un problema esclusivo dei giovani. In realtà, la questione risulta essere di carattere culturale e vede gli adulti responsabili dello sdoganamento della spudoratezza e del sostegno di una retorica della difesa dell’infanzia accompagnato ad un vergognoso sfruttamento delle persone che dovrebbero essere difese.

Tutto questo avviene in un contesto dove il sentimento del pudore (protezione dell’intimità) è molto debole, perché il pudore, che protegge il valore dell’intimità, è sopraffatto dalla spudoratezza, che svalorizza l’intimità.
 
La nostra società contemporanea è caratterizzata dall’immagine e dallo spettacolo, che promuovono un comportamento senza vergogna, intendendo vergogna nel suo significato etimologico (vereor gognam = tenere l’esposizione pubblica). Si tratta di un nuovo conformismo, nel quale emerge una volontà di non più possedersi per perdersi. Un esempio chiaro è il cosiddetto voyeurismo televisivo (spiare dal buco della serratura la vita dell’altro) che ha le sue icone in trasmissioni quale “Il grande fratello”, “La fattoria”, “Il pupo e la secchiona”. Ecco la nuova pedagogia dei sentimenti: essi sono esposti in televisione, e non solo, senza verificarne l’autenticità. Un dato serio, che esprime il vuoto presente in famiglia, prima realtà educativa per una persona, che trova in queste proposte un sostituto.
 
Una considerazione, all’interno di questo discorso, merita il corpo femminile, oggi sempre più stereotipato e sempre più velato da un velo che c’è, ma non si vede, a differenza di altri veli contro l’abolizione dei quali si organizzano campagne di sensibilizzazione senza percepire la sottile contraddizione nella quale si cade. Anche il corpo del bambino è sottoposto ad un uso strumentale, che mette in luce le contraddizioni degli adulti, pronti a difendere i bambini e nello stesso tempo a sfruttarli. E’ così inquadrato “il teatro della quotidianità” con i suoi ruoli sociali e rituali collettivi, preoccupato di rappresentare un’immagine che sostituisce la realtà.

Un tema importante e delicato è anche quello riguardante l’identità nell’era virtuale. Non si può negare che internet ha modificato l’interazione sociale e che la rete ha determinato un’amplificazione, velocizzazione ed enfatizzazione della vita e delle emozioni. Con il risultato che l’identità risulta, oggi, essere rappresentazione di sé sulla scena pubblica, spettacolarizzazione della vita, che può essere aggiornata in diretta e sotto gli occhi di tutti. Tale dinamica comporta la desoggettivazione del corpo, l’esposizione dei sentimenti, la virtualizzazione delle relazioni, l’esteriorizzazione dell’interiorità, portando però a vedere quel che si vuol far vedere. Non solo, ma l’identità rischia, in tale contesto, di essere scambiata con la pubblicità dell’immagine, che porta la persona a non cercare più se stessa, ma la pubblicità che la costruisce.

Da questa riflessione deriva la dialettica dell’identità, che ha i suoi pilastri nel sentirsi e nell’apparire. C’è anche un forte bisogno di intimità e di riconoscimento, nella logica del vedersi ed essere visti sullo sfondo del terrore dell’anonimato.

Un altro passaggio significativo è quello dall’espropriazione all’appropriazione, caratterizzato dal dominio sul corpo (cura, manipolazione, esibizionismo), dal narcisismo (perdita della propria immagine), esorcizzazione dei tabù della vita (dolore, sofferenza, sconfitta, morte).

Quali ragazzi emergono da tale descrizione della realtà? Ragazzi nei quali sono ben presenti tre passaggi importanti:


1) dal complesso di Edipo a quello di Narciso,
2) dal senso di colpa a quello della vergogna,
3) dal super-io all’ideale dell’io.

A questo si aggiungano i sovrainvestimenti e le aspettative perfezionistiche degli adulti nei confronti dei ragazzi (cfr. Marcel Gauchet – Il figlio del desiderio – Vita e Pensiero). Ciò porta ad un modello di identificazione idealistica ed illusoria, nel quale è presente un senso di inferiorità (= non sentirsi all’altezza) e l’intolleranza alla frustrazione (= timore di fallire). Da questa dinamica emergono fragilità e spavalderia, due atteggiamenti che creano un rapporto reciproco.

Alla fine del discorso emerge che l’eterna adolescenza, tipica del nostro tempo, è frutto di questa società e della preoccupante adolescentizzazione degli adulti. Un quadro che vede gli adulti sempre più adolescenti e gli adolescenti sempre più adultizzati e che determina un grave disorientamento e la pericolosa scomparsa del conflitto e del confronto dialettico interno / esterno. Domina l’esteriorità, pur con un bisogno urgente di interiorità e l’ossessione di costruire un contatto con il mondo è proporzionale all’angoscia del contatto con se stessi.

 

Conclusione agostiniana: “Noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas” (Non uscire fuori, ritorna in te stesso, la verità abita nell’uomo interiore).
 
Massimo Pozzer

 
Il prossimo appuntamento della Scuola del Lunedì è il 31 marzo 2014 (ATTENZIONE: la lezione programmata per il 24 marzo è rinviata al 7 aprile), alle ore 9.15 nel Centro pastorale “Arnoldo Onisto” in borgo Santa Lucia n. 51 a Vicenza, con la relazione dal titolo “Emergenza educativa e sfide pastorali”. Relatore: don Roberto Repole, docente di Ecclesiologia alla Facoltà dell’Italia settentrionale – Sezione di Torino – e presidente dei teologi italiani. 
 
IL CALENDARIO DI TUTTI GLI INCONTRI DELLA SCUOLA DEL LUNEDI’ 2014