Sale della Comunità e Settimanale Diocesano

Inizia una nuova significativa collaborazione

Prende il via, in questo numero de La Voce dei Berici, una nuova collaborazione con le Sale della comunità della diocesi di Vicenza. Ogni venerdì, nella pagina dedicata agli spettacoli, i nostri lettori troveranno la programmazione delle sale della comunità affiliate all’Acec (Associazione Cattolica Esercenti Cinema) del fine settimana corrente e della settimana successiva.

  Le sale della comunità attive in diocesi sono 25, di cui 3 a Vicenza e altre 22 distribuite sul territorio. L’Acec nasce nel secondo dopoguerra (1949) come associazione di categoria con il compito di raggruppare e tutelare le realtà dei cinema parrocchiali.

  «Le sale della comunità” vengono definite così dagli anni ’90 – spiega don Alessio Graziani delegato Acec per la Diocesi di Vicenza e per il Triveneto -, per connotare luoghi non solo di intrattenimento ma anche di aggregazione e crescita culturale della comunità, dove nascono legami e condivisioni. In questi ultimi 40 anni le sale si sono caratterizzate per un arricchimento della proposta: se il cinema resta l’attività principale, si sono aggiunte iniziative come teatro, musica e concerti, presentazione di libri».

  I cinema parrocchiali vivono grazie ad una cospicua squadra di volontari formata da persone dai 18 agli 80 anni che si occupa della gestione, delle pulizie, della bigliettazione o della vendita di pop-corn. «Alcune sale sono molto ben strutturate, di lunga tradizione e con alto numero di tesserati (a Vicenza ad esempio l’Araceli, a Breganze c’è la più grande del Veneto, molto conosciute anche quelle di Sandrigo, Rosà, Bassano, Cologna Veneta), altre più piccole si limitano a fare una rassegna cinematografica che punta ad un prodotto per famiglie e bambini, o viceversa su un cinema d’essai. Le nostre sale sono gli unici spazi dove si possono vedere film che non arrivano nelle grandi multisale, anche grazie al buon rapporto che abbiamo instaurato con le piccole case cinematografiche di distribuzione – continua don Alessio -. Altra carta vincente è quella di riuscire a tenere un costo contenuto dei biglietti, del 30% più bassi».

  I cinema hanno da poco superato la sfida del passaggio al digitale (la terza, dopo la nascita della televisione e dopo la diffusione delle multisale), superata grazie al coraggio e alla vivacità delle parrocchie che si sono adeguate per il 90%. «Ora rimane aperto il problema del complesso rapporto con la distribuzione e dell’accesso al prodotto cinematografico – spiega don Alessio -. Ritengo che nella filiera distributiva permangano dinamiche di monopolio: non basta pagare un film, occorre che faccia il suo corso, le nostre sale sono tenute per ultime, talvolta i film confermati in ritardo, per non parlare della questione dei lavori strutturali, a carico delle parrocchie. Ma a fronte di queste difficoltà c’è la consapevolezza che le sale siano un patrimonio da non disperdere: per questo saremo presenti come associazione con una nostra iniziativa al Convegno Ecclesiale Nazionale in programma in novembre a Firenze».

Tiziana Lain