VEGLIA DI PENTECOSTE con il mandato ai nuovi Gruppi Ministeriali

Passano ad 86 le esperienze in altrettante parrocchie della diocesi

 

 La Diocesi fa il pieno d’ossigeno. 84 laici, sabato 8 giugno, riceveranno dal vescovo Beniamino il mandato come nuovi membri dei gruppi ministeriali. Succederà all’interno della Veglia di Pentecoste, alle 20.30, in Cattedrale, momento speciale – anche – per celebrare i movimenti e le associazioni ecclesiali. Il lavoro dei laici è al centro del tema ‘Li chiamò perchè stessero con lui e per mandarli’ sulla scia dell’invito di papa Francesco ad essere discepoli-missionari nella vita quotidiana.

Si tratta del numero più consistente di ‘nuove leve’ per i gruppi ministeriali che la Diocesi abbia mai avuto, composte dal 60% da donne. Ad oggi i membri in servizio sono 193, raggruppati in 62 parrocchie, con una media di tre persone per comunità. Con questa importante sessione di investitura i ministri saliranno a 277, le Unità pastorali coinvolte saranno 31, un terzo del totale (le Up totali in Diocesi sono 95).

I gruppi ministeriali faranno un bel balzo in avanti, da 62 passeranno a 86. «Conti alla mano una parrocchia su 4 ha un gruppo ministriale – dice Sergio Grande, membro dell’équipe diocesana per i gruppi ministriali, nata cinque anni fa -. C’è ancora molta strada da fare, ma i segnali sono positivi». I primi gruppi ministeriali in diocesi sono nati nel 2001 nell’Up Valli Beriche. L’incremento grosso è avvenuto negli ultimi tre-quattro anni.

«L’esperienza ci sta dimostrando che i gruppi ministeriali esistono dove ci sono parroci aperti alla collaborazionespiega don Flavio Marchesini, direttore dell’Ufficio per il coordinamento della pastorale -. Abbiamo bisogno di preti sinodali perché favoriscono la collaborazione, la corresponsabilità, la valorizzazione di nuovi magisteri per l’annuncio del Vangelo».

Visto il numero elevato di nuovi membi il corso di formazione di due fine settimane, organizzato dalla Diocesi, è stato diviso in due sessioni.

«I gruppi ministriali sono importanti perché possono sgravare il lavoro del parroco, ma soprattutto rendono il prete sensibile a situazioni che altrimenti gli potrebbero sfuggire perché sempre di corsa – continua il direttore -. Non è un gruppo che fa tante cose concrete, in prima persona, ma è un osservatorio che fornisce al parroco nuove visioni e può coinvolgere altre persone».
 
L’articolo completo di Marta Randon sulla Voce dei Berici di questa settimana