Don Andrea Bruttomesso, coparroco a Rosà che viaggia con la delegazione di Padova, ieri sera (18 agosto) ha inviato alcune riflessioni che il pellegrinaggio in Congo gli stanno suscitando.

“Sabato 17 agosto, dopo aver celebrato assieme l’Eucarestia, siamo partiti alla volta di Kavimvira. In questa periferia di Uvira si trova su una collina panoramica il santuario mariano della “Vergine del Tanganica”, costruito da monsignor Danilo Catarzi, missionario saveriano e primo vescovo di Uvira. In questo santuario saranno collocate le reliquie dei nostri Beati congolesi. Dopo abbiamo viaggiato alla volta dell’Economato della Diocesi di Uvira. In precedenza era una struttura saveriana e ospitava il vescovo. In questi ambienti erano stati imprigionati e torturati per sei lunghi mesi il vescovo con alcuni missionari e religiosi.
Alla sera abbiamo cercato di raggiungere la cattedrale di Uvira per i vespri solenni in preparazione alla beatificazione, ma siamo stati bloccati da un’insolita sorpresa: il governatore locale ha tenuto un comizio su un palco improvvisato al lato dell’unica strada esistente, così siamo rimasti fermi per almeno un’ora.

Domenica 18 agosto è giunto il grande giorno della beatificazione di di Vittorio Faccin, Luigi Carrara, Giovanni Didonè e Albert Joubert, uccisi a Baraka e Fizi il 28 novembre 1964 dalle milizie muleliste. La celebrazione ad Uvira è stata molto sentita e partecipata da più di 150 presbiteri e 10000 persone, cariche di entusiasmo, di gioia, di danza e di lacrime di gratitudine“.
Anche don Simone Stocco, parroco dell’up Villaverla-Caldogno, ieri sera ha scritto alcuni pensieri da condividere.
“Ci siamo alzati di buon mattino per andare al luogo stabilito della celebrazione, accanto alla cattedrale di Uvira. Il luogo lo conoscevamo già perché venerdì sera avevamo partecipato ad un piccolo festival composto di canti, balli e pure uno spettacolo teatrale molto energico, fatto da giovani sulle vite dei beati. Devo dire che la partecipazione della gente è andata oltre ogni mia aspettativa: ci hanno accolto sorridenti, salutandoci e cantando, direi quasi ‘stipati’ in due composte ali di persone che ci hanno accompagnato all’inizio durante la processione, caricandoci di gioia! Durante la celebrazione abbiamo assistito a canti e balli che ci hanno coinvolti nelle emozioni e anche nella partecipazione e nella condivisione di fede. Il cardinale di Kinshasa ha avuto parole grate che ha rivolto a tutti i presenti. Ha richiamato le caratteristiche salienti dei nostri beati, sottolineandone la fede, il coraggio e la fraternità vissute assieme. Ha poi rivolto un appello perché si mettano a tacere le armi e la violenza in tante parti del mondo e si coltivi il dialogo e il rispetto e qui sono seguiti diversi applausi; ho percepito qui un legame con la gente che in questi momenti sente qualcuno che si fa carico anche del loro disagio, prestandogli la voce. Significativo all’inizio della celebrazione l’arrivo in processione delle reliquie dei beati e la loro ostensione al popolo che ha fatto il cardinale; dopo più di 60 anni dalla loro morte, ho pensato a questa bella e semplice occasione: possono tornare a parlare anche alle nuove generazioni qui in Congo, e nelle altre diocesi di provenienza dove giungeranno le loro reliquie, sta anche a noi che abbiamo vissuto questi giorni, trasmettere la speranza vissuta qui ad Uvira.
Mi ha colpito favorevolmente anche la comunità del noviziato e dei seminaristi che abbiamo incontrato a più ripresi in questi giorni. Infatti se in un contesto europeo percepiamo la chiesa vecchia e ammalata, qui vedere l’entusiasmo, la gioia e il ritmo utilizzato anche nella preghiera dai giovani, ha riscaldato il cuore in tanti momenti. Altrettanto significativo è stato vedere dei missionari saveriani di tutte le età e di tante provenienze geografiche e di missione, darsi appuntamento qui alla casa per partecipare certamente alla beatificazione, ma anche e soprattutto per mettersi a disposizione sia nei servizi, sia nel raccontarci le loro esperienze di vita e di fede. Davvero un patrimonio mondiale dell’umanità questi missionari saveriani!”
Continua don Andrea Bruttomesso: “Dopo la beatificazione un piccolo gruppetto di vicentini si è recato a Kavimvira per la riposizionare delle reliquie, poi tutti insieme ci siamo ritrovati in economato per continuare la festa, pranzando in allegria e fraternità”. (foto sotto)



Il pellegrinaggio prosegue oggi (19 agosto) con la visita per un piccolo gruppo, 8 persone, a Baraka per visitare le tombe di fr. Vittorio Faccin e p. Luigi Carrara.





