1° maggio: anche il lavoro è luogo di annuncio del Vangelo

L'esperienza delle Piccole Serve della Chiesa al Centro Myriam di Vicenza


1° maggio 2014, festa del lavoro. Ma di quale lavoro si tratta se non c’è n’è per tutti e, quando c’è, è sempre più avviluppato nella spirale del precariato e della minore tutela?
Le Piccole Serve della Chiesa di Vicenza, che al Centro Myriam in via dell’Artigianato da 40 anni gestiscono una mensa proprio perché «anche i religiosi devono lavorare e guadagnarsi il pane», da tempo rilevano preoccupanti conseguenze della crisi economica in atto.

«A mezzogiorno serviamo i pasti soprattutto a lavoratori della zona – spiega suor Carla Giacometti -. Però, rispetto al periodo pre-crisi, il 30 – 40 per cento non viene più. Sono tutte persone che hanno perso l’occupazione. E non si tratta solo di chi aveva un lavoro dipendente, ma anche di piccoli imprenditori, in particolare artigiani».

La mensa è un luogo di sfogo. Prosegue suor Carla: «I lavoratori che vengono da noi ci comunicano il disagio di sentirsi maltrattati. Chi è dipendente, si trova nella situazione di non poter più chiedere il rispetto dei propri diritti, continuamente ricattato dal fatto che fuori dalla porta dell’azienda ci sono decine di disoccupati che possono prendere il suo posto. Chi ha un lavoro indipendente, per esempio il piccolo artigiano, si sente sfruttato, perché riceve commissioni per lavori che poi, se andrà bene, gli verranno sottopagati».

Ma la mensa è anche luogo di aggregazione. Chi pranza abitualmente al Centro Myriam ha il suo “posto fisso”. Fraternizza spontaneamente con chi siede accanto e così si creano gruppi, soprattutto a partire dalla comune professione, dallo stesso tipo di mansione lavorativa. «Di fatto, sono gruppi di condivisione, nei quali ciascuno mette a disposizione cuore e cervello – osserva suor Carla -. Si comunicano le situazioni, i disagi, le fatiche sia della vita personale che dell’attività professionale. E si accolgono i suggerimenti, immancabili, su come affrontare i problemi, anche quelli relativi a questioni tecniche. Può capitare, per esempio, che un idraulico insegni a un altro come effettuare una specifica riparazione… E tutto senza gelosie o timori di  concorrenza».

Questa reciprocità positiva tra commensali è favorita dalle attenzioni che ricevono proprio dalle Piccole Serve della Chiesa: «Li accogliamo bene e li facciamo sentire benvoluti affinché sperimentino il valore e la bellezza della fraternità a cui Cristo ci chiama. E poi, lavorando noi stesse – e lavorando in modo cristiano! -, dimostriamo di comprendere le loro fatiche, che non sono solo quelle legate al lavoro, ma anche quelle presenti nelle relazioni umane, perfino la fatica di credere… E’ una forma anomala di evangelizzazione, ma è efficace».

Lavoro e Vangelo sono dunque due parole fondamentali nell’impegno delle undici Suore del Centro Myriam di Vicenza.

«Attraverso il lavoro, l’uomo non solo si mantiene, ma collabora al piano di Dio. Purtroppo, noi cristiani spesso dimentichiamo che Gesù era figlio di un carpentiere e ha lavorato per 30 anni, cosicché questa dimensione è poco presente nella pastorale ordinaria, come se la vita cristiana non si realizzasse anche nel lavoro. Il Vangelo è parola di vita che parla alla vita. Ma non sempre, quando siamo nelle nostre chiese, ci preoccupiamo di ciò che accade “fuori”». 

Un’altra parola cara alle Piccole Serve della Chiesa è “donna”. Hanno creato un gruppo di donne, in continua espansione, a cui una volta al mese propongono un incontro di spiritualità con l’impegno di crescere insieme nell’amicizia e nella condivisione.

«La nostra regola di vita – ricorda suor Carla Giacometti – è testimoniare e promuovere la dignità della donna, in particolare nella società e nel mondo del lavoro, dove continua a essere considerata di “serie B”. Cerchiamo pure di incoraggiarne la valorizzazione in ambiente ecclesiale, dove, nei fatti, non sempre se ne riconosce l’apporto fondamentale alla vita della Chiesa».

Infine, lavorando alla mensa “solo” per garantire il pranzo, le Piccole Serve dedicano la parte rimanente della giornata ai giovani, attraverso le attività del “Gruppo Myriam”, e al servizio pastorale in varie parrocchie di Vicenza.  

«Il nostro è un servizio esigente – conclude suor Carla -. Serviamo con dignità affinché sia riconosciuta tutta la dignità del fratello in difficoltà. E serviamo evidenziando i problemi sociali affinché la comunità cristiana si accorga di quante famiglie, oggi, hanno bisogno di essere sostenute. In fondo, esse sono pur sempre immagine della Sacra Famiglia».Luca de Marzi