Auguri don Gildo!

Mons. Reato festeggia i 60 anni di sacerdozio e pubblica un nuovo libro

 
Nel sessantesimo dell’ordinazione, mons. Ermenegildo Reato ci fa la sorpresa di un libro davvero bello, che riepiloga i suoi percorsi e interessi di studioso della nostra storia sociale e religiosa e ce li propone con il linguaggio sobrio e solido della sua sapienza cristiana, del suo amore per la terra vicentina, della quale ha indagato luoghi, protagonisti, eventi.

Il volume, Storia e storie di Vicenza e dintorni, edito nella collana «Quaderni dell’Accademia Olimpica», raccoglie 25 saggi e interventi, sparsi o inediti, ed è arricchito da un’appendice bibliografica che riporta, anno per anno, dal 1964 al 2015, l’elenco delle 234 pubblicazioni – monografie, saggi, contributi e articoli – di cui «don Gildo» è autore.
Nell’introduzione Mariano Nardello ricorda come conobbe don Reato nella Biblioteca Bertoliana, dove il giovane prete consultava documenti per preparare il suo «poderoso e ponderoso volume» Le origini del movimento cattolico a Vicenza (1860-1891), edito nel 1971 dall’Accademia Olimpica, e ne ritrae la sensibilità per le problematiche sociali maturata nell’esperienza severa dell’infanzia povera a Piazzola sul Brenta, lo stile sempre alla ricerca delle fonti, dei documenti, la «simpatia ideologica e affettiva» per mons. Giuseppe Arena, protagonista del movimento cattolico sociale vicentino, il legame con maestri della storiografia come Giovanni Maltese e Gabriele De Rosa, la fiducia e la stima di Mariano Rumor, che gli affidò la custodia e il primo riordino delle carte, «una montagna di faldoni», del suo archivio.

Scorrendo l’indice, si trovano capitoli sulla «storia favolosa» di Vicenza, un excursus inedito su Vicenza cristiana dalle origini all’Ottocento, sul Partito Popolare e il pensiero politico di Luigi Sturzo, sulla Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi e su quella di Aldo Moro, sui cattolici e la società italiana dopo l’unità, sul vescovo Rodolfi nella guerra 1915-18 e il fascismo vicentino: sono testi brevi, riepilogativi, di cui si ammira la forza di sintesi, il polso fermo e la chiarezza dell’autore nel descrivere incisivamente le questioni e i passaggi.

A mo’ di esempio, e anche perché la festa a don Gildo per i sessant’anni di sacerdozio e la presentazione di questo suo libro avvengono domenica 24 maggio, alle 9.30, nella chiesa di San Rocco, giusto cent’anni dopo l’entrata dell’Italia nella Grande Guerra, mi soffermo sul testo dedicato al vescovo Rodolfi in quella guerra che sconvolse il territorio vicentino. Reato ricorda che Rodolfi, a Vicenza dal 1911, fin dall’estate del ’14 si era “mobilitato” a sostegno morale della popolazione esposta ai drammatici sviluppi di una guerra non ancora dichiarata, ma avvertita ormai da tutti come imminente, e nel soccorso concreto alle migliaia di emigranti che rientravano d’oltre oceano e da vari paesi d’Europa.

La Strafexpedition austriaca del maggio 1916 nel Trentino, lo sfondamento del fronte a Caporetto nel ’17 comportarono per il territorio vicentino conseguenze gravissime: sgombero di 83.406 persone di ben 25 Comuni, esodo drammatico, profughi, orfani, soldati feriti per i quali fu requisito il Seminario come ospedale militare, buona parte dei chierici e 182 sacerdoti tra i più giovani richiamati alle armi. Il vescovo promosse opere assistenziali per la popolazione civile e per i soldati combattenti e feriti, mobilitò i parroci per l’istituzione in ogni parrocchia di comitati di soccorso alle famiglie, per la collaborazione con le autorità locali. Parroci e cappellani dovevano restare sempre con i loro fedeli. Insomma, dal racconto emerge più che mai l’immagine di una chiesa di popolo, con i preti e il vescovo in cammino comune, pienamente coinvolti nelle vicende terribili di una storia condivisa.

La storia personale di don Gildo, dal 1975 rettore per decenni della chiesa di san Rocco, il suo impegno per la cura e il restauro di questo tesoro rinascimentale, la dedizione nell’assistenza alle madri nubili dell’Ipai e nella direzione dell’Istituto Novello, l’insegnamento nel Seminario, gli studi che il libro raccoglie mostrano gli apporti di qualità squisita dati da un prete, che ci è caro, al cammino della chiesa vicentina e alla storia sociale, civile, culturale e religiosa di uomini e donne della nostra terra.

Mario Serafin
 
Articolo da La Voce dei Berici di questa settimana