E’ così pure per il Messaggio per la 48ª Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali del prossimo 1 giugno 2014, intitolato “Comunicazione al servizio di una vera cultura dell’incontro”, nel quale il Santo Padre parla di “rivoluzione dei mezzi di comunicazione e dell’informazione” come di “una grande e appassionante sfida” da raccogliere.
Ed è davvero una sfida perché affida alla responsabilità dei media il compito di “aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri” e “a farci percepire un rinnovato senso di unità della famiglia umana, che spinge alla solidarietà e all’impegno serio per una vita più dignitosa”. Ciò è quasi paradossale, se si pensa che proprio i mezzi di comunicazione hanno favorito la nostra assuefazione a ogni tipo di ingiustizia e sofferenza, rendendoci quasi indifferenti al “contrasto tra la gente che vive sui marciapiedi e le luci sfavillanti dei negozi”.
“La comunicazione è, in definitiva, una conquista più umana che tecnologica”, sottolinea il Papa, perciò, di fronte al dilagare della velocità dell’informazione e del desiderio di connessione digitale, che finisce per isolarci dal nostro prossimo, “dobbiamo recuperare un certo senso di lentezza e di calma”, indispensabile per accogliere l’altro nella sua essenza più vera e profonda.
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