Il Vescovo in visita pastorale alla parrocchia di San Paolo Apostolo ad Alte Ceccato

 
Continua la visita pastorale del Vescovo Beniamino nel Vicariato di Montecchio Maggiore. Dopo aver incontrato la realtà ecclesiale di Santa Maria e S. Vitale, questo fine settimana visiterà la parrocchia di S. Paolo apostolo di Alte Ceccato, insediamento urbano sorto negli anni ‘50 per volere di Pietro Ceccato attorno allo stabilimento che l’imprenditore aveva fatto costruire qualche anno prima. Le realtà produttive presenti nella zona e la sua collocazione lungo gli assi viari (Strada Statale 11 e autostrada A4) ne hanno caratterizzato lo sviluppo urbanistico e sociale, costituendo una comunità fatta non solo di residenti, ma anche di persone provenienti da diverse parti del nostro Paese e del mondo. «Una comunità in continua mobilità – spiega don Guido Bottega parroco di Alte dal 2008 – anche se c’è uno zoccolo duro. Per fare un esempio solo otto anni fa quando sono arrivato, i musulmani del Bangladesh erano 1700, ora sono diminuiti e ho l’impressione che da qualche anno ci sia una nuova emigrazione dal Sud Italia. Il volto della comunità cambia ogni due anni». Questo continuo rimescolarsi non impedisce alla comunità di vivere la propria fede, né tantomeno la porta a chiudersi su se stessa, ma la spinge a costruire percorsi e occasioni di incontro, perché il continuo rimescolarsi delle persone è la normalità per chi vive da queste parti. «Noi siamo nate ad Alte, essendo nate e cresciute qui, per noi è così. È sempre un continuo movimento, non può essere diversa la comunità – spiega Cristina Beschin vice presidente associazione Noi -. Invece per chi è arrivato qui già adulto come mia mamma e mio papà che si sono trasferiti ad Alte e hanno costruito la loro famiglia, è stata una rivoluzione. Per noi, invece, era bello così, era questa la ricchezza della nostra città». «È una realtà molto dinamica – osserva Alberto Danzo membro consiglio pastorale – c’è gente che viene, sta pochi anni poi va via, forse noi che siamo residenti da un po’ più di tempo sentiamo questa necessità di far vedere che la nostra comunità è accogliente, ha tanto da dare, da condividere». «È una cosa che fa parte di noi – spiega Alessandra Gaspari impegnata nell’ambito formativo -. Io sono nata qui (ho 44 anni) è normale occuparsi di noi. Faccio parte della comunità e metto a disposizione il mio tempo per la comunità». Basta passare per l’oratorio, lì ti accorgi che Alte non si ferma ai palazzi un po’ grigi di periferia, al traffico delle ore di punta, ai negozi e ai centri commerciali, ai tanti colori che compongono la comunità, è qualcosa di più». «Questo è l’unico ponte che possiamo usare anche per famiglie che non frequentano la chiesa – dice Alessandra riguardo l’esperienza dell’oratorio -. Durante le vacanze di Natale o di Pasqua portano qui i loro figli perché non sanno dove metterli e queste iniziative diventano occasione per dare vita a quelle parti della comunità che sono un po’ più lontane. La proposta è aperta a tutti, non ci sono vincoli. Respiri il fatto che sei insieme, vivi un momento insieme e può essere occasione a volte anche per discutere. Ci  sono stati ragazzi delle superiori che invece di stare a casa durante le vacanze di Natale sono venuti qui a fare volontariato. Ti senti protagonista della vita della tua comunità, non la subisci». «Siamo una grande famiglia – continua Beschin -. Tutti ci cerchiamo. Si cerca di partecipare, di aiutarsi. È uno stare insieme nella bellezza, poi, del ritrovarsi in chiesa insieme come momento di preghiera pubblico per tenerci uniti, avere un filo che ci unisce, che ci fa sentire parte di una comunità». «La nostra comunità risponde alle iniziative di fede senza vergogna grazie a don Guido che ha valorizzato e posto l’attenzione ad alcuni momenti di culto particolari – racconta Federico Biasin responsabile Azione Cattolica -. Usciamo spesso, non rimaniamo all’interno delle mura della chiesa in senso fisico. Usciamo con processioni, per i momenti di chiusura dell’anno catechistico e in occasione di altre iniziative nelle piccole piazze e nelle vie del quartiere». Diventa un modo per coinvolgere e far sentire la vicinanza della comunità  verso le famiglie che fanno parte della comunità, ma non frequentano la parrocchia e fare qualche passo nell’integrazione, «perché se nei primi anni si usciva con il Santissimo in piazza, forse bisognava avere i vigili –  continua Federico -, oggi invece si esce in piazza nel rispetto e anche questo ha aiutato l’integrazione». Giuseppe Bedin   IL PROGRAMMA DELLA VISITA La visita del Vescovo Beniamino alla parrocchia di Alte inizierà venerdì 17 marzo con l’incontro con i bambini della scuola materna parrocchiale P. Ceccato alle ore 15.  Seguirà l’incontro con gli ammalati in chiesa e quello con i ragazzi delle medie del catechismo. Alle ore 18 incontrerà i catechisti e animatori dei diversi gruppi. Alle 20.30 l’incontro con i genitori. Sabato 18 marzo alle ore 8.45 visiterà la bottega di Unicomondo, successivamente incontrerà le diverse realtà che animano la vita della comunità. Alle ore 19 celebrerà la messa. Domenica 19 marzo dopo aver incontrato alle 9 i membri delle attività produttive, alle 10 saluterà alcune famiglie di immigrati cattolici. Alle 10.45 benedirà il nuovo organo. Alle 11 solenne celebrazione eucaristica. Seguirà il pranzo per la festa dei papà. La visita si concluderà con la celebrazione della cresima alle ore 15.30.