Tre domande a… don Enrico Pajarin nuovo vicario foraneo di Valdagno

Stupore, timore e gratitudine per il nuovo incarico

 
Martedì 4 novembre mons. Beniamino Pizziol ha incontrato i nuovi vicari foranei scelti a partire dalle terne di nomi indicati al Vescovo dai preti e dai laici riuniti nel Consiglio pastorale di ogni vicariato. Molti i volti nuovi e giovani per questo delicato servizio. Tra loro don Enrico Pajarin, 35 anni a dicembre, prete dal 2004 e co-parroco dell’Unità Pastorale San Clemente e San Gaetano in Valdagno.
 
Don Enrico, il Vescovo ti ha scelto come Vicario Foraneo per il vicariato di Valdagno dopo che il tuo nome era stato indicato dai presbiteri e laici della zona. Con quali sentimenti hai accolto questo nuovo incarico?

 La prima sensazione che ho provato è stata di stupore, ancora quella sera di ottobre in cui don Agostino Zenere, al termine della riunione di Consiglio Pastorale Vicariale, aveva pronunciato il mio nome nella terna che l’assemblea aveva indicato. Stupore perché, in fin dei conti, sono nuovo della zona, considerando la mia presenza a Valdagno da appena un anno, anche se alcuni anni fa avevo fatto servizio nella vicina Unità pastorale di Cornedo. La telefonata del Vescovo, per di più, mi ha colto in un momento particolare (stavo tornando da un pellegrinaggio sui passi di san Paolo in Grecia  con un gruppo di parrocchiani) e mi ha suscitato un senso di gratitudine per la fiducia riposta in me, di timore per la grande responsabilità, misti ad un grande desiderio di affidarmi al Signore.
Non avevo motivi per rifiutare, ma sentivo anche forte la mia inadeguatezza… Non mi restava altra via che pregare Dio, chiedendo di sostenermi ed accompagnarmi con al Sua Provvidenza, in questa nuova esperienza di servizio.

Un tempo – quando le comunicazioni e i trasporti erano più difficili – il Vicario Foraneo aveva in qualche modo il compito di rappresentare il vescovo nel vicariato.
Qual’è il compito del Vicario Foraneo oggi?

 Il Vescovo stesso ci ha illustrato la figura ed il ruolo del vicario foraneo, dipingendolo come un uomo che è “testimone e promotore di Comunione“: tra Vescovo, presbiteri, diaconi e popolo di Dio.
Il primo compito, allora, consiste nel mantenere vive e fraterne le relazioni tra presbiteri, valorizzando le molteplici occasioni di incontro già esistenti nel ritmo di vita del vicariato (congreghe, ritiri spirituali, incontri diocesani), e prendendosi cura in particolar modo dei confratelli che si trovano in qualche difficoltà, spesso legata alla salute o all’età.
Inoltre, il vicario foraneo è chiamato a curare gli incontri del Consiglio pastorale vicariale, rendendoli occasioni propizie di dialogo e confronto tra presbiteri e laici, al fine di promuovere e coordinare le attività pastorali condivise in vicariato. La progressiva conoscenza faciliterà la stima reciproca, incoraggiando la crescita nella comunione  ed il sorgere di prassi pastorali comuni.
 
Quale sarà la tua priorità come vicario foraneo del Vicariato di Valdagno? Che cosa pensi di promuovere maggiormente valutando le necessità della zona pastorale in cui vivi e operi?

Pur riconoscendo che ci vorrà qualche tempo per sintonizzarmi con questo nuovo servizio a cui il Vescovo mi ha chiamato, e per armonizzarlo con i ritmi delle responsabilità già presenti, ritengo che inizialmente la priorità sarà crescere nelle relazioni con i confratelli presbiteri, magari incontrandoli  dove vivono, e cominciare a conoscere le comunità del vicariato, con la loro storia ricca di fede e  carità. Dovendo  pensare ad un ambito da promuovere in particolar modo, sento importante l’invito diocesano a riflettere sulle esperienze delle unità pastorali, incoraggiando il dibattito sui Gruppi ministeriali quali espressioni della corresponsabilità laicale.

don Alessio Graziani