LITURGIA FUNEBRE PER MONSIGNOR DANTE TRAVERSO(Chiesa parrocchiale di Bolzano Vicentino, mercoledì 23 aprile 2014)


 


Il Signore ha chiamato monsignor Dante Traverso nel cuore del Santo Triduo Pasquale. Lo avevo salutato con gioia al termine della Santa Messa del lunedì santo, celebrata nella ‘Casa Novello’, congratulandomi per la sua venerabile età, il prete più anziano della Diocesi, quasi 99 anni. Il giovedì santo ha partecipato alla Santa Messa in coena Domini presieduta dal vicario generale don Lodovico.


         Il Signore lo ha unito a Sé nel mistero della Sua Passione e Morte a partire dalle prime ore del venerdì santo fino al pomeriggio del sabato santo. Ora noi lo accompagniamo all’incontro con Gesù Risorto, ricordando il suo lungo ministero sacerdotale, svolto con mitezza e profondità di spirito a Giavenale, dapprima come vicario parrocchiale e poi come parroco. Per diversi anni fu cappellano delle suore presso la casa madre dell’Istituto Farina e poi collaboratore pastorale nella sua parrocchia di origine a Bolzano Vicentino.


 


         Ho scelto di riproporre l’Epistola ed il Vangelo che abbiamo proclamato nella notte della Veglia Pasquale.


 


L’apostolo Paolo nella lettera ai Romani ci fa comprendere che nella morte e nella risurrezione di Cristo è avvenuta una trasformazione radicale nell’intero universo, ma in modo del tutto particolare nell’uomo che, da schiavo, è diventato figlio di Dio. Questo è avvenuto mediante il Battesimo che ci ha uniti a Cristo nella Sua morte per essere uniti anche alla Sua risurrezione. Il battezzato è incorporato a Cristo, vive una vita da risorto già durante il suo pellegrinaggio terreno. In questo senso il cristiano è chiamato a combattere la buona battaglia della fede, passando attraverso molte fatiche e sofferenze e molti pericoli, come è stato per il nostro sacerdote don Dante, soprattutto durante l’ultima fase della Seconda Guerra Mondiale. È stata consegnata alla memoria del nostro presbiterio e della nostra Chiesa, la sua fermezza e la sua audacia nel difendere i suoi paesani anche correndo il rischio di perdere la vita.


 


Il brano del Vangelo di Matteo narra gli avvenimenti del primo giorno dopo il sabato. L’evangelista ci dice che ‘Maria di Magdala e l’altra Maria, dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana andarono a visitare la tomba‘ (Mt 28,1). Non è solo una visita alla tomba, ma una ricerca: ‘so che cercate Gesù, il crocifisso‘ (Mt 28,5) dirà loro l’angelo. È la ricerca mossa da un umanissimo sentimento d’amore, che non si arresta neppure di fronte al muro invalicabile della morte.


A questa speranza affidabile vogliamo consegnare tutte le nostre paure, le nostre sofferenze, per noi stessi e per tutti i fratelli e le sorelle che stanno vivendo l’ora del dolore e della prova. Ricordiamo in modo particolare don Gianantonio, don Giampaolo e Suor Gilberte. Ma questo sofferto silenzio e questa momentanea quiete vengono sconvolti da un terremoto e dalla discesa del messaggero celeste, fatti straordinari ‘ rivelativi dell’agire di Dio ‘ per farci capire che la risurrezione è un evento divino. L’angelo che siede sulla pietra tombale che sigillava il sepolcro, indica la vittoria sulla morte: con la risurrezione di Cristo la morte è ridotta a sgabello, a scranno. Risuonano le parole della Scrittura: ‘Dov’è, o morte, la tua vittoria?‘ (1Cor 15,55).


Le donne assistono all’atto con cui l’angelo rotola via la pietra dal sepolcro. Tutto avviene nel mentre Gesù non è più lì nella tomba. La tomba aperta non è la condizione della risurrezione, è la risurrezione che svuota la tomba: ‘Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto‘ (Mt 28,6).


La risurrezione imprime un’accelerazione alla storia ed ormai si impone di annunciare presto l’evento centrale della storia umana: ‘presto andate a dire ai discepoli… (Mt 28,7) abbandonato in fretta il sepolcro… (Mt 28,8)’. Dalla parola di Cristo, a quella dell’angelo, si passa alla parola della Chiesa che annuncia Cristo Risorto. L’annuncio che le donne portano correndo ai discepoli, è l’annuncio che ci scambiamo noi: ‘Cristo è risorto, è veramente risorto!‘.


 


Don Dante si era preparato ‘ da lungo tempo ‘ all’incontro definitivo con il Signore.


Così scrive nel suo testamento del 1971 a 56 anni:


 


In preparazione al mio incontro con Dio, desidero esprimere la mia immensa gratitudine al Signore e alla Madonna per tutte le grazie elargitemi durante la vita, in particolare per il dono del sacerdozio. Chiedo umilmente perdono per la mia incorrispondenza, confidando nella infinita misericordia del Padre.


Chiedo pure perdono a tutti coloro verso i quali ho mancato per la deficienza del mio ministero pastorale, o che in qualche modo ho offeso e rattristato. Voglio morire nella perfetta carità verso Dio e verso i fratelli e offro la mia vita perché si realizzi la preghiera di Gesù: ‘che tutti siano uno’. Me lo conceda il Signore per l’intercessione della Madre Celeste Maria‘.


 


Siamo qui per congedarci da don Dante, presbitero della nostra Chiesa. Lo deponiamo nelle braccia misericordiose del Padre, per poi consegnare il suo corpo al sepolcro, in attesa della risurrezione.


La Chiesa ha celebrato l’evento della Pasqua del Signore ‘ la Sua Morte e Risurrezione ‘ e continuerà a celebrarlo solennemente per cinquanta giorni ‘ fino a Pentecoste ‘ e poi lo farà ogni Domenica: perché la Pasqua è il cuore del tempo ed è la sorgente di tutta l’azione di Dio nella storia. Anche nella morte di don Dante, noi celebriamo il mistero centrale della nostra fede: Gesù morto e risorto.


In paradiso lo accompagnino gli angeli, al suo arrivo lo accolgano i martiri e lo conducano nella santa Gerusalemme. La Vergine Santa ‘ la nostra Madonna di Monteberico ‘ lo conduca al Figlio Suo Gesù che ha detto: ‘Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se morto vivrà, e chiunque vive e crede in me non morirà in eterno‘ (Gv 11,25-26).


 


E tu, don Dante, prega per i tuoi confratelli presbiteri, prega perché la vocazione dei seminaristi dia un frutto buono, prega per le vocazioni alla vita consacrata. Prega per i giovani che vogliono trovare una occupazione e per quelli che vogliono sposarsi nel sacramento del matrimonio.


Concludiamo con il saluto pasquale della Chiesa orientale: ‘Cristo è risorto, è veramente risorto!‘.