3) LO STILE DEL LABORATORIO***

Lo stile del laboratorio

Nel laboratorio non ci sono “maestri e scolari”, ma compagni di viaggio nel cammino della fede… è in questa logica che camminiamo.

La scelta del laboratorio è un cambio di mentalità: dal dover insegnare, consegnare delle nozioni o semplicemente dare delle indicazioni lasciate alla libertà personale, all’accompagnare che significa fare strada insieme. Nel laboratorio si è tutti implicati e protagonisti: la piccola parte di ciascuno è un dono per tutti. Tutti hanno diritto di parola, un’équipe ha progettato il percorso, immaginando da dove partire e verso dove andare.

Il laboratorio ha la caratteristica di partire dalla vita per ritornare alla vita con la luce della Parola: non è un semplice informare e neanche un guardare qualcosa dall’esterno.

Lo stile del laboratorio si articola in tre tempi: l’ascolto del vissuto e dell’esperienza; il dare parola alla Parola; la riappropriazione personale per fare tesoro di ciò che si è sperimentato.

Elementi che non vanno trascurati per preparare un laboratorio formativo per accompagnare nella fede:

  1. La scelta dell’obiettivo è il passo determinante per progettare il laboratorio: è ciò che si desidera raggiungere per far incontrare la Parola di Dio con la vita.
  2. La Parola di Dio è il centro di ogni proposta. E’ a partire dalla Parola e intorno ad essa che vanno pensati tutti gli altri contenuti. Il catechista è invitato, in primo luogo, ad interrogarsi su che cosa tale Parola significhi per la propria vita, su che cosa possa dire alla vita delle famiglie di oggi e, solo in un secondo momento, potrà lavorare sulle modalità per trasmettere quanto scoperto.
  3. Arrivare al cuore di un brano della Scrittura è possibile solo nello studio e nella preghiera. En­trambe le dimensioni sono centrali. Per questo i catechisti sono invitati a formarsi, anche chie­dendo (con insistenza, se necessario) momenti di approfondimento della Sacra Scrittura da realizzare nella propria comunità; contemporaneamente, i catechisti sono impegnati ad immergersi individualmente nella preghiera. Pregare un testo biblico è una prassi a cui siamo poco abituati, ma che diventa indispensabile. Si può fare in diversi modi: dopo aver invocato lo Spirito, si può leggere ripetutamente la stessa pagina, oppure copiare a mano il testo (il lavoro di scrittura rallenta la lettura e fa emergere parole e significati fino ad allora trascurati). Ognuno troverà le modalità più adatte alla propria sensibilità.

(cf. Enzo Biemmi, Compagni di viaggio. Laboratorio di formazione per animatori, catechisti di adulti e operatori pastorali, Bologna, EDB, 2003, p. 9-11; E. Biemmi, Annunciare il Vangelo agli adulti, in CredereOggi, p. 1625;; Assunta Steccanella, Convegno catechisti, Vicenza, 16 settembre 2017)

La griglia che segue riassume i passaggi necessari per progettare un incontro laboratoriale con i ragazzi e in modo particolare con i genitori.

MOMENTO OBIETTIVO ATTIVTA’ CHI/TEMPO STRUMENTI
Accoglienza  

 

 

 

Per entrare in argomento

A partire dalla vita

Approfondimento

del tema

In ascolto della Parola

Per appropriarsi del tema

Ritorniamo alla nostra vita

 

 

Verifica – Conclusione

 

Attenzioni da non dimenticare per la comunità di discepoli missionari che genera alla fede…

  • Si fa vicina e attenta ad ogni forma di fragilità e di disabilità.
  • Collabora con le associazioni per annunciare il Vangelo nelle diverse esperienze di vita. cf. Azione cattolica ragazzi Vicenza (link documento “Appunti sulla nota”).
  • Passa dall’efficienza delle iniziative all’offrire un annuncio.
  • Opera per ‘contagio’ e non per conteggio dei partecipanti.