Il nuovo Consiglio Pastorale Diocesano ha tenuto il suo primo incontro il giorno 16/12/2024. Dopo la preghiera iniziale c’è stato un tempo di prima conoscenza tra i componenti mediante una particolare e simpatica attività.
Il passo successivo è stata la consegna ai componenti del decreto di nomina e del nuovo Statuto elaborato e predisposto dal precedente Consiglio Pastorale Diocesano. Il Vescovo nelle parole di introduzione ha ricordato che la composizione del Consiglio Pastorale Diocesano si pone l’obiettivo principale di instaurare uno stretto legame tra la diocesi e il territorio. Di qui, la scelta di includere una persona eletta da ogni Consiglio Pastorale Unitario e i pro-vicari foranei. Parallelamente in questa direzione, è la scelta di includere nel Consiglio Presbiterale tutti i vicari foranei. Questo rappresenta un ulteriore passo di riforma nel cammino della diocesi attorno al Vescovo, che interessa tutte le realtà parrocchiali e associative a partire dalla curia diocesana.
C’è stato quindi spazio per domande, chiarimenti e dialogo sulla struttura, sul ruolo del Consiglio, evidenziando che, essendo segno e strumento della partecipazione dei fedeli alla vita della chiesa, rappresenta un organo consultivo con il compito di discernere, in ascolto dello Spirito, il cammino pastorale diocesano offrendo al Vescovo le indicazioni e gli orientamenti necessari alla vita della chiesa che è in Vicenza. A questo proposito il Vescovo Giuliano ha evidenziato che questa consultività è impegnativa per il vescovo e il codice di diritto canonico prevede che non sia possibile discostarsi se non per gravi motivi, precisando che questo vale anche per i Consigli Pastorali Unitari.
Una seconda parte è stata dedicata all’ascolto di quanto emerso dalla duplice tornata di incontri vicariali.
Don Flavio Marchesini, vicario episcopale per le parrocchie riunite in unità pastorale, ha riepilogato per ogni vicariato le proposte degli incontri di ottobre – novembre rielaborate a seguito del primo ascolto. Ha evidenziato i punti forti emersi: anzitutto il metodo della conversazione spirituale che permette un ascolto attento dei presenti giungendo ad una conclusione condivisa e poi l’importante e prezioso lavoro svolto dai cinque giovani coordinatori dei facilitatori assistiti da due psicologhe della pastorale giovanile.
Il dialogo che ne è seguito ha evidenziato che si è ancora in cammino di riflessione e come ci siano realtà che hanno bisogno di ulteriori approfondimenti prima di giungere ad una scelta condivisa. In ogni caso sono allo studio dei processi da mettere a disposizione delle unità pastorali per accompagnare questo cammino che ha, comunque, lo scopo principale di mantenere vive le comunità con alcune prospettive oramai chiare quali le fraternità presbiterali, i Gruppi Ministeriali o di riferimento per le singole comunità e i ministeri istituiti.
Come ultimo passo il Vescovo ha portato all’attenzione del Consiglio due questioni particolari chiedendo un orientamento in tal senso.
La prima riguarda l’unione dei vicariati di Lonigo e Montecchio per consentire anche alle congreghe dei presbiteri di riunirsi con un discreto numero di componenti.
Il secondo riguarda il canone 517 §2 del codice di diritto canonico che recita: “Nel caso che il Vescovo diocesano, a motivo della scarsità di sacerdoti, abbia giudicato di dover affidare ad un diacono o ad una persona non insignita del carattere sacerdotale o ad una comunità di persone una partecipazione nell’esercizio della cura pastorale di una parrocchia, costituisca un sacerdote il quale, con la potestà e le facoltà di parroco, sia il moderatore della cura pastorale.” In questa prospettiva il vescovo ha chiesto se sia condivisibile la possibilità, in caso di assenza di parroco, che la cura pastorale di una parrocchia possa essere affidata ad un gruppo di persone quale può essere il Gruppo Ministeriale, magari con l’aiuto di un diacono. La formazione di base può essere proprio quella fatta ai Gruppi Ministeriali che contiene molti elementi in tal senso con l’aggiunta di ulteriore accompagnamento di formazione e un percorso di verifica.
È questa missione impossibile e sproporzionata il cuore della riforma diocesana che sta interpellando tutte le realtà parrocchiali e associative presenti nel nostro territorio. Lo Spirito Santo ci spinge ad uscire dalle nostre “stanche abitudini” per aprirci all’imprevedibile suo soffio.





