Il vescovo Giuliano nella Messa Crismale: “I poveri devono essere al cuore della comunità”

OMELIA DEL VESCOVO GIULIANO NELLA S. MESSA CRISMALE

Cattedrale di Vicenza, 17 aprile 2025

Letture: Is 61,1-3.6.8-9; Sal 88; Ap 1,5-8; Lc 4,16-21

In questo anno giubilare, nel cammino sinodale che ci spinge ad una continua conversione personale ed ecclesiale, desidero soffermare la nostra attenzione sul rinnovo delle promesse sacerdotali, in particolare su ciò che tra poco verremo interpellati: Volete essere fedeli dispensatori dei misteri di Dio per mezzo della santa Eucaristia e delle altre azioni liturgiche, e adempiere fedelmente il ministero della parola di salvezza, sull’esempio di Cristo, capo e pastore, lasciandovi guidare non da interessi umani, ma dall’amore per i vostri fratelli?

Il celebrante principale di questo nostro incontro è Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra (Ap 1,5) presente in mezzo a noi grazie allo Spirito pasquale.

Ed è proprio l’unzione dello Spirito Santo che ci ha posti a servizio del popolo di Dio perché i fedeli – e noi con loro – possiamo rendere grazie al Padre per mezzo di Gesù celebrando l’Eucaristia, vivendo la preghiera nella comunità in comunione con tutta la Chiesa. Ci è stato affidato un compito: essere gioiosi evangelizzatori annunciando la Parola di salvezza.

Tutto questo su di un duplice esempio di Cristo: quello di capo e quello di pastore.

Sull’esempio di Cristo capo

Siamo stati posti a capo, ma non alla maniera in cui si esercita il potere in questo mondo, bensì al modo di Gesù. «L’autorità di Gesù Cristo Capo coincide [dunque] con il suo servizio, con il suo dono, con la sua dedizione totale, umile e amorosa nei riguardi della Chiesa» – così afferma Pastores dabo vobis, n. 22.  Quando Agostino riconosceva «per voi sono vescovo, con voi sono cristiano», aggiungeva: «Se dunque mi è causa di maggior gioia l’essere stato con voi riscattato che l’esservi posto a capo, seguendo il comando del Signore, mi dedicherò col massimo impegno a servirvi, per non essere ingrato a chi mi ha riscattato con quel prezzo che mi ha fatto vostro conservo» (Sermo 340, 1: PL 38, 1483).

Posti a capo! Il nostro servizio di presidenza ha bisogno di essere costantemente verificato nell’atteggiamento per non cadere in sterili e dannosi autoritarismi. Inoltre vi è pure la necessità di essere ripensato per condividere la presidenza della comunità, innanzitutto con altri presbiteri (cosa non facile) e poi con le altre forme di ministerialità: lettori, accoliti, diaconi, gruppi ministeriali…

L’assenza del presbitero residente che molte parrocchie patiscono può costituire una opportunità nel ripensare il nostro servizio in modo nuovo, aperto alla stabile cooperazione con laici, consacrati e diaconi. Occorre superare chiusure e sospetti generati dalla paura di perdere potere, prestigio e riconoscenza.

Sull’esempio di Cristo pastore

“Buon pastore” è l’immagine che Gesù ha scelto per dire di sé. Pastore nono solo delle pecore perdute della casa di Israele (Mt 15,24): pastore di tutti gli uomini.

La vita di Gesù «è ininterrotta manifestazione, anzi quotidiana realizzazione della sua carità pastorale: sente compassione delle folle, perché sono stanche e sfinite, come pecore senza pastore; cerca le smarrite e le disperse e fa festa per il loro ritrovamento, le raccoglie e le difende, le conosce e le chiama ad una ad una, le conduce ai pascoli erbosi e alle acque tranquille, per loro imbandisce una mensa, nutrendole con la sua stessa vita» (Pastores dabo vobis, 21).

Carissimi, talora prevale in noi un senso di stanchezza e pure di tristezza nel ministero pastorale per le molteplici sfide che siamo chiamati ad affrontare in un contesto di repentini cambiamenti e – sembra a noi – di irrilevanza della fede cristiana. È in questo contesto che i nostri interessi personali tendono a prendere il sopravvento sulla carità pastorale. Quegli interessi coprono il vuoto di un ministero che non soddisfa.

Chiediamoci: che cosa davvero ci nutre? Che cosa ci appassiona? Per Gesù è stata la compassione verso i poveri ai quali lo Spirito lo inviava. Penso possa essere utile ogni tanto interrogarci: mi stanno a cuore le persone alle quali sono stato inviato? O queste persone sono soltanto un peso; un disturbo!

La cura pastorale è cura delle persone e pure delle comunità. Come ricorda Presbyterorum ordinis: «La funzione di pastore non si limita alla cura dei singoli fedeli: essa va estesa alla formazione di un’autentica comunità cristiana. Per fomentare opportunamente lo spirito comunitario [… e] a sentire lo zelo missionario, che spinge ad aprire a tutti gli uomini la strada che conduce a Cristo» (n. 6).

Carissimi, rinnoviamo insieme le nostre promesse sacerdotali, lo dobbiamo alla riforma tanto necessaria delle nostre comunità parrocchiali. La pagina di vangelo che è stata proclamata e che abbiamo meditato all’inizio della quaresima, può ben rappresentare il manifesto del cammino pastorale che ci attende nel prossimo tempo. Ci chiediamo: come camminare nella speranza? Come ritrovare la stessa speranza nelle comunità.

Quello che Cristo dice nella sinagoga di Nazaret di sé, lo possiamo dire della Chiesa.

Innanzitutto riconoscere che lo Spirito muove le nostre comunità. Siamo tutti pellegrini in cammino verso strade nuove quelle del vangelo da scoprire ogni giorno. La collaborazione tra parrocchie sarà solo formale se le unità pastorali non saranno motore di rinnovamento delle singole comunità. Verso dove spinge lo Spirito?

Lo Spirito spinge le parrocchie ad incamminarsi verso i poveri per recare loro la buona e bella notizia di Dio che si fa prossimo a loro. I poveri ai quali far sentire la vicinanza di Dio devono stare al cuore della comunità: loro ci restituiranno la gioia della libertà, il calore della solidarietà, la dignità della vita in tutto il suo splendore. I poveri dai molti volti, nomi, storie da apprendere. I poveri che vivono un lutto, che patiscono disabilità, che soffrono mali fisici e interiori, che nell’adolescenza si chiudono a riccio, che sono feriti negli affetti o discriminati perché considerati diversi. Così potremo ritrovare la speranza anche rivedendo radicalmente le nostre strutture materiali per orientarle a questa missione evangelizzatrice dei poveri presenti nel nostro territorio.

La speranza, non è mero senso positivo della vita, essa è fatta di una realtà che non è ancora visibile nel mondo esterno, eppure in modo iniziale e dinamico è già dentro di noi e nelle nostre comunità: questa realtà è il Signore risorto.

A Maria, che a Monte Berico veneriamo come Madre di Misericordia, chiediamo che ci aiuti a sentire vivo il Cuore pieno di compassione di suo figlio Gesù per accompagnare le parrocchie ad appassionarsi del Vangelo annunciato ai poveri.

 

+ vescovo Giuliano 

 

 

 

AL TERMINE DELLA CELEBRAZIONE

Ordinazioni presbiterali

Annuncio che sono stati ammessi all’ordinazione presbiterale i diaconi:

  • Don Paolo Allegro, della parrocchia di San Giorgio in Brenta a Fontaniva e in servizio pastorale nelle parrocchie dell’UP Sinistra Brenta in Bassano.

  • Don Alex Cailotto originario di Muzzolon in Cornedo e attualmente in servizio pastorale nelle parrocchie dell’UP San Bonifacio.

L’ordinazione presbiterale sarà celebrata qui in Cattedrale nel pomeriggio del giorno di Pentecoste 8 giugno alle ore 16.

Accompagniamo con la nostra preghiera don Paolo e don Alex, insieme agli altri giovani in cammino di discernimento verso il presbiterato e a quanti stanno comprendendo la chiamata del Signore.

Segni giubilari

In quest’anno giubilare con la Commissione si è convenuto di sottolineare come diocesi di Vicenza due segni ai quali tutte le parrocchie sono invitate a contribuire.

Il primo segno chiede di aderire alla campagna da molte associazioni ecclesiali (Acli, Agesci, Azione Cattolica Italiana, Comunità Papa Giovanni XXIII, Comunità di Vita Cristiana, Fondazione Banca Etica, MCL, Missio, Movimento dei Focolari Italia, Pax Christi e Sermig),“Cambiamo la rotta, trasformiamo il debito in speranza” che riguarda la cancellazione del debito estero dei paesi più poveri. L’appello è nato sulla scia del messaggio di papa Francesco per la 58esima Giornata Mondiale della Pace: “Questa era una tradizione del popolo ebreo, nell’anno giubilare si condonavano i debiti. Vorrei farmi eco di questo appello profetico, oggi più urgente che mai, tenendo presente che il ‘debito ecologico’ e il ‘debito estero’ sono due facce di una stessa medaglia che ipoteca il futuro”. Invito le associazioni a promuovere incontri e gesti di sensibilizzazione sul tema.

Un secondo segno di speranza è la realizzazione del progetto “Casa San Bernardino” presso l’ex Libreria L.I.E.F in Borgo Santa Lucia a Vicenza. È in atto qui la ristrutturazione di quattro appartamenti, per un totale di 30 posti letto, che saranno messi a disposizione di persone rimaste per vari motivi senza una casa. Qui potranno trovare accoglienza temporanea per circa 12 mesi, fino a riconquistare una loro autonomia. In ogni parrocchia si promuova una raccolta straordinaria a sostegno del progetto anche eventualmente destinando una parte del ricavato delle sagre parrocchiali a questo scopo.

Accompagniamo con la preghiera e fattiva collaborazione i pellegrinaggi diocesani a Roma degli adolescenti (circa 800) la prossima settimana, dei giovani (circa 350) dal 28 luglio al 3 agosto, dei catechisti e adulti dal 26 al 28 settembre. E il giubileo dei ragazzi, genitori e famiglie che si terrà in diverse zone della Diocesi 25 maggio.

Settimane residenziali di formazione permanente dei presbiteri e diaconi

Il tema che è emerso, in relazione al cammino sinodale che stiamo vivendo in Diocesi sarà il seguente: Diventare adulti nel ministero per un volto adulto di chiesa; dal rimpianto nostalgico ad una scommessa di speranza.

Sono previsti tre appuntamenti ai quali invito presbiteri e diaconi a dare l’adesione almeno orientativa entro il mese di maggio per permettere alla Commissione di organizzare le settimane:

 2-7 novembre 2025 – Casa San Fidenzio (Verona)

11-16 gennaio 2026 – Casa Maria assunta (Cavallino – VE)

12-17 aprile 2026 – Centro di Spiritualità “don Paolo Chiavacci” (Crespano del Grappa – TV).

Giungerà comunicazione via lettera da parte di don Nico Dal Molin.