Il vescovo Giuliano ai novelli presbiteri: “Cari don Alex e don Paolo, accogliete il dono dello Spirito per porre la vostra fiducia nel Signore”

OMELIA nella Celebrazione Eucaristica di Pentecoste

con l’ordinazione presbiterale dei diaconi don Alex Cailotto e don Paolo Allegro

Cattedrale, 8 giugno 2025

Letture: At 2,1-11; Sal 103; Rm 8,8-17; Gv 14,15-16.23-26

Oggi la Chiesa di Vicenza è in festa per il dono che Dio ci fa di due nuovi presbiteri. Gioiscono le famiglie di questi giovani. Sono in festa le comunità di provenienza e di servizio pastorale. Sono in festa e nella gioia il presbiterio, l’Azione Cattolica, gli scout, i gruppi vocazionali “Sentinelle” e “Sichem”. Giunge a maturazione il cammino di discernimento vissuto in Seminario accompagnati dagli educatori.

Siamo riconoscenti a Dio Padre, perché egli continua a prendersi cura del suo popolo.

Cinquanta giorni pasquali giungono a compimento con l’effusione dello Spirito Santo. Oggi siamo come Maria e i discepoli nel Cenacolo, raccolti in preghiera in attesa del Paràclito promesso da Gesù nell’ultima cena.

Oggi lo Spirito Santo scenderà in mezzo a noi. E si poserà sulle vostre persone in modo particolare, cari don Paolo e don Alex, ed effonderà la potenza liberatrice del ministero messianico di Gesù. Negli Atti degli Apostoli, l’imposizione delle mani, un gesto che tra poco ripeteremo su di voi è trasmissione dello Spirito creatore. «Così, il Regno di Dio mette ora in comunione le vostre personali libertà, disposte a uscire da sé stesse, innestando le vostre intelligenze e le vostre giovani forze nella missione giubilare che Gesù ha trasmesso alla sua Chiesa» (papa Leone, Omelia, 31 maggio 2025).

Innanzitutto lo Spirito Santo vi libera dalla paura. È accaduto ai discepoli chiusi nel cenacolo. La tristezza li aveva profondamente turbati nella dolorosa passione e morte di Gesù. Si erano fidati del Maestro che li aveva invitati ad attendere il dono dello Spirito. Ma non sapevano in quale modo sarebbe giunto e il timore che fosse tutto un fallimento abitava probabilmente in loro.

Lo Spirito Santo giunge come vento che crea movimento e libera dall’immobilismo della paura. Giunge anche con lingue di fuoco; una simbologia che richiama i racconti dell’Antico Testamento, in particolare la manifestazione di Dio a Mosè sul Sinai (Es 19,16-19; Dt 4,10-12.36) interpretata nel giudaismo con questa sottolineatura: la voce di Dio è come un fuoco.

Lo Spirito aiuta a vincere le paure, quelle che ciascuno ha innanzi tutto con se stesso, tocca il cuore e dona forza. Anche davanti ad una scelta definitiva di consegnare tutta la vostra vita a Dio nel ministero presbiterale può esserci qualche timore, che porta a ripiegarsi su di sé, rinunciatari alle promesse del centuplo dischiuse dalla chiamata di Dio.

Ce la farò? Sarà una buona compagnia quella dei confratelli nel presbiterio? E quelli con i quali sarò chiamato a vivere insieme? In un tempo di grandi cambiamenti, nel quale non tutto è chiaro, avrò luce, sapienza e forza anche per affrontare i conflitti? Queste domande del tutto legittime sorgono nella mente e nel cuore, ma vanno consegnate a Dio nella preghiera e vanno consegnate anche a quanti sono compagni di viaggio nella vostra vita.

Carissimi don Paolo e don Alex, accogliete il dono dello Spirito per porre la vostra fiducia, sempre, non tanto sulle vostre forze, ma nel Signore che rompe le catene del nostro egoismo e ci rende disponibili ai fratelli.

Gli apostoli vengono spinti dallo Spirito fuori dal cenacolo per andare incontro alla gente di molteplici culture e lingue. Ecco un secondo effetto della Pentecoste che scende su di voi. Egli spinge con forza verso i fratelli e le sorelle per creare con loro comunione.

Attraverso la predicazione di Cristo morto e risorto, gli apostoli si prendono cura di tutte le genti, fino agli estremi confini della terra. Lo Spirito Santo crea legami profondi, costituisce la comunità dei credenti, quella comunità dove ci si prende cura gli uni degli altri, specialmente dei poveri.

Noi viviamo in un tempo di grandi opportunità relazionali eppure c’è tanta solitudine, isolamento, volti tristi, egoismi sia personali che sociali. Siamo sempre collegati con il mondo, ma non riusciamo a fare rete nelle relazioni autentiche tra di noi.

Carissimi diaconi, voi siete inviati alle persone per tessere con loro relazioni autentiche. Il compito dei presbiteri in questo nostro tempo è abitare le relazioni, costruire legami nella comunità, grazie all’incontro tra la vostra umanità trasformata dall’incontro con Gesù morto e risorto, e l’umanità di tanti ragazzi, giovani, anziani, ammalati, poveri, abbandonati. Con la fantasia dello Spirito effuso su di voi, risvegliate la bellezza di essere comunità animate dall’amore di Dio, dalla Sua Parola e dal dono del Suo Corpo che risana e dona forza.

Con la nostra testimonianza di una vita credibile, «ricostruiremo la credibilità di una Chiesa ferita, inviata a un’umanità ferita, dentro una creazione ferita» – ha ricordato papa Leone (Ibid) aggiungendo: «Non siamo ancora perfetti, ma è necessario essere credibili».

Una Chiesa ferita ma credibile può rispondere alla sua missione di essere nel mondo segno di speranza. Non comunità autoreferenziali. Noi non siamo chiamati a riformare le nostre comunità perché siano delle belle comunità in cui si sta bene. La nostra missione è quella della profezia dell’unità, della comunione, della fraternità universale.

Preti, diaconi, consacrati, consacrate e comunità tutte in continuo stato di missione. Nel mondo, anche quello più vicino a noi, c’è molta violenza, cresce l’odio tra i popoli in guerra, si tocca con mano la disperazione di uomini e donne fragili.

Lo Spirito Santo, in una rinnovata Pentecoste ci spinge nella direzione opposta, versando olio sulle ferite causate dall’odio, invitando i nemici al dialogo e alla comprensione reciproca, guarendo con il perdono il male subìto. Non dimenticate che le comunità alle quali sarete inviati sono a servizio dell’unità e della pace.

Cari don Paolo e don Alex, vi affidiamo ora allo Spirito Santo. Vi siamo grati per aver risposto con generosità alla chiamata del Signore.

Invochiamo su di voi l’aiuto della Madonna di Monte Berico perché vi accompagni Lei, Stella della speranza, ad essere fedeli alla chiamata che avete ricevuto.

+ vescovo Giuliano