Il vescovo Giuliano in carcere per la Messa di Natale invita tutti a “non scartare”

Nella mattinata di giovedì 18 dicembre il vescovo Giuliano ha presieduto la Messa di Natale nella Casa Circondariale “Del Papa” di Vicenza concelebrata da padre Hiagi Motofaga, missionario verbita che opera in carcere da molti anni, e dal diacono Alessandro Savio, vice direttore della Caritas diocesana. Alla celebrazione hanno partecipato una trentina di detenuti provenienti dal circuito di alta sicurezza, personale sanitario, educativo, docenti dei diversi corsi di studio, il coro di San Pio X e numerosi volontari delle tante associazioni che abitualmente prestano servizio in carcere.

Alla Celebrazione Eucaristica hanno partecipato anche Luciana Traetta, direttrice della Casa Circondariale, che ha fortemente voluto questa giornata particolare per regalare ai detenuti qualche ora di festa, oltre al dott. Massimiliano Zaramella, presidente del Consiglio Comunale, e alla cantante bassanese Francesca Michielin.

Nel saluto iniziale, p. Motofaga ha ringraziato le tante realtà intervenute, in particolare i volontari che «con discrezione e attenzione, condividono tempo e mettono sempre al centro la persona».

Il Vescovo nell’omelia ha espresso il suo desiderio verso il carcere, cioè che non sia isolato o messo da parte rispetto alla città, anche se si tratta di persone che hanno sbagliato.

Tre sono i punti con cui mons. Brugnotto ha voluto illuminare alcuni aspetti della vita per chi è in carcere. La prima lettura dal libro del profeta Geremia sottolineava un momento difficile per il profeta dell’antico testamento. «Qui, in carcere, sapete cosa significa desiderare un futuro diverso – ha detto il vescovo Giuliano – quando i giorni si assomigliano e certe etichette sembrano incollate addosso. Ma Dio oggi dice: io non vi definisco con il vostro passato; io preparo un futuro. Il Signore non nega la verità della responsabilità, ma rifiuta la disperazione. La giustizia che promette non è soltanto una bilancia: è anche una ricostruzione, un rimettere in piedi, un ridare possibilità».

Il Salmo 71 ha offerto la possibilità di ribadire lo stile regale di Dio: «la forza del re sta nella sua capacità di farsi vicino, di rialzare – ha continuato il Vescovo – A voi detenuti, dice: la vostra vita non è “scarto”. Anche se avete conosciuto colpa e caduta, Dio continua a desiderare per voi dignità e vita nuova. E la giustizia di Dio non è umiliazione: è verità che apre un cammino. A voi del personale, dice: il vostro servizio è prezioso e spesso nascosto. A voi volontari, dice: la carità non è un’aggiunta; è un segno profetico».

Infine, la figura di san Giuseppe ha permesso a mons. Brugnotto di indicare una scelta: «La paura è la prima prigione dell’uomo. Paura di essere giudicati, paura di non farcela, paura del futuro, paura di ricominciare. Ma l’angelo dice: non temere di prendere con te. È l’invito a non scartare, a non abbandonare, a non chiudere per sempre. Giuseppe obbedisce a una parola che gli cambia la vita. Non fa discorsi: fa un passo. E dà un nome al bambino: Gesù, “Dio salva”».

Conclusa la Messa, Francesca Michielin ha offerto un breve concerto a tutti i presenti, regalando anche un “momento karaoke” ai numerosi fan.

Subito dopo l’esibizione, il Vescovo è stato accompagnato a visitare insieme alla cantante il laboratorio di panificazione “Libere Golosità”. Mons. Brugnotto si è quindi fermato con il personale del polo sanitario per una preghiera ed una benedizione.

Grazie alla collaborazione con l’Associazione Prison Fellowship Italia – la rete per il volontariato penitenziario, per il secondo anno, nel carcere vicentino è stato possibile organizzare, oltre al concerto con l’artista bassanese, anche un “pranzo d’Amore”, cioè un pranzo natalizio preparato dalla chef Silvana Rossi di Sarcedo. Hanno partecipato circa trenta detenuti di media sicurezza che hanno pranzato insieme al vescovo Giuliano, agli educatori e ai volontari.