Nulla delle nostre vicende umane è indifferente a Dio

Le omelie del Vescovo Beniamino in Cattedrale in occasione del Natale

 
Nell’omelia della notte di Natale il Vescovo di Vicenza mons. Beniamino Pizziol ha ricordato un antico testo liturgico proprio della tradizione francescana, la Kalenda. In questo testo appare chiaramente come “Dio è il Signore della Storia, egli entra nel tempo e nello spazio e a Lui sta a cuore tutta l’umanità. Nulla delle nostre vicende umane è indifferente a Dio: nemmeno il nome dell’Imperatore Romano, nemmeno gli atleti che si sfidavano in Grecia per l’alloro olimpico. Allora Dio – ha continuato il Vescovo – non sarà indifferente nemmeno alle vicende più faticose e più gravi della nostra vita, delle persone che stanno attraversando la prova della sofferenza e della malattia, delle famiglie che vedono compromessa la propria dignità a causa delle difficoltà economiche, dei tanti giovani senza prospettive a causa di un Paese che stenta a trovare il senso della legalità e della pace sociale, di una società che non vuole e non riesce a credere nella possibilità di arrivare ad una pace autentica e duratura, frutto della giustizia”.

Il Figlio di Dio si è inserito nella storia umana con le sue fatiche e le sue contraddizioni  ed è diventato cittadino di questo mondo imperfetto: “Dio per realizzare il suo progetto di salvezza non ha aspettato né i tempi, né le persone migliori – ha concluso mons. Pizziol. Nelle famose genealogie riportate nei Vangeli di Matteo e di Luca, vi sono nomi di santi, di eroi, ma anche di tiranni, di donne peccatrici, di uomini ingiusti e violenti, nomi di assassini. Da loro e dalle loro viscere vennero Giuseppe, Maria ed il Signore Gesù. Dio non si ferma, né può essere fermato, dalla mediocrità o dalla cattiveria umana: se avesse aspettato o preteso che gli uomini fossero tutti giusti e santi, la Storia della Salvezza dovrebbe ancora cominciare. Con quegli uomini e con quelle donne, con questi uomini e con queste donne, vale a dire con ciascuno di noi, Dio intende realizzare la sua storia, una storia di amore di verità, di giustizia e di pace. Anche noi, consapevoli dei nostri limiti e delle nostre miserie, ci incamminiamo come i pastori, per andare a contemplare “il bambino Gesù, avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Lc 2,12)”.

Il giorno di Natale il Vescovo ha invitato infine tutti ad accogliere Gesù, la Parola di Dio fatta carne nel cuore e nella vita: “perché possa nascere e crescere in noi il Figlio di Dio, Gesù. Ricordandoci che tutti noi siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio, che è comunione, che è dialogo, che è Parola efficace, impegniamoci a stabilire relazioni buone con tutte le persone che il Signore mette sulla nostra strada, nella fraternità, nel perdono reciproco e nella pace”.
 
Leggi il testo completo dell’omelia della Notte di Natale.

Leggi il testo completo dell’omelia della messa di Natale.