Prot. Gen. 477/2018
«Secondo la Tradizione apostolica, che trae origine dal giorno stesso della risurrezione di Cristo, la Chiesa celebra il mistero pasquale ogni otto giorni, in quello che si chiama giustamente giorno del Signore o Domenica. In questo giorno infatti i fedeli devono riunirsi in assemblea perché, ascoltando la Parola di Dio e partecipando all’Eucaristia, facciano memoria della passione, della risurrezione e della gloria del Signore Gesù e rendano grazie a Dio che li “ha rigenerati nella speranza viva per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti” (1 Pt 1,3). Per questo la Domenica è la festa primordiale che deve essere proposta e inculcata alla pietà dei fedeli, in modo che risulti anche giorno di gioia e di riposo dal lavoro. Non le venga anteposta alcun’altra solennità che non sia di grandissima importanza, perché la domenica è il fondamento e il nucleo di tutto l’anno liturgico» (SC 106).
Il Magistero, a più riprese, ha ribadito e sottolineato l’assoluta irrinunciabilità per la vita dei credenti della Domenica e il primato della celebrazione eucaristica nel Giorno del Signore; a tal riguardo Papa Francesco in Amoris Laetitia n. 318 insegna: «Il cammino comunitario di preghiera raggiunge il suo culmine nella partecipazione comune all’Eucaristia, soprattutto nel contesto del riposo domenicale» (cf. anche Giovanni Paolo II, Lettera apostolica Novo millennio ineunte, 6 gennaio 2001, n. 35).
La situazione pastorale delle comunità cristiane in questi anni è mutata anche a causa della diminuzione del numero dei presbiteri e per questo già il Concilio Ecumenico Vaticano II aveva prospettato una celebrazione domenicale in assenza del presbitero.
Il Concilio afferma che, tra le varie forme tramandate dalla Tradizione liturgica, laddove non è possibile la celebrazione della Messa, è molto raccomandata la celebrazione della Parola di Dio che, secondo l’opportunità, può essere seguita dalla Comunione Eucaristica, così i fedeli possono nutrirsi nello stesso tempo della Parola e del Corpo di Cristo.
Il can. 1248 § 2 del Codice di Diritto Canonico e il Direttorio per le celebrazioni domenicali in assenza del presbitero Christi ecclesia della Congregazione per il Culto Divino [cf. Notitiae 24 (1988), 390, n. 41] prevedono che tale rito venga celebrato secondo le disposizioni del Vescovo diocesano.
Anche nella nostra Diocesi si stanno verificando situazioni in cui non è possibile garantire sempre la celebrazione eucaristica domenicale o festiva.
Per questo la nota diocesana sulle unità pastorali afferma: «A motivo della diminuzione dei presbiteri, si cerchi di ridurre il numero delle celebrazioni Eucaristiche, se ne curi una programmazione a livello di unità pastorale e, previo accordo con l’Ordinario, in talune circostanze, si preveda una “celebrazione domenicale della Parola in attesa del sacerdote”, con la presidenza di diaconi, consacrati o ministri laici adeguatamente formati» (nota pastorale “Spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro (Mc 6,41)”. Orientamenti circa le unità pastorali, 14 gennaio 2018, orientamento n. 10).
In considerazione di questo, ritengo opportuno dare delle indicazioni circa le celebrazioni domenicali e festive.
Quando in una comunità cristiana non fosse possibile celebrare la Messa, si esortino in primis i fedeli a recarsi nella chiesa più vicina per la celebrazione del mistero eucaristico.
Per rispondere a situazioni non programmabili in cui non è possibile una soluzione diversa (ad esempio un’indisposizione improvvisa del presbitero o un evento imprevisto), è stato invece predisposto un rito apposito che permetta di vivere la Domenica, assolvendo il precetto festivo, pur non potendo celebrare l’Eucaristia.
Questo rito viene quindi offerto alle comunità per far fronte a situazioni improvvise ed eccezionali. Un suo uso diverso richiede l’autorizzazione esplicita del Vescovo.
Circa la scelta delle persone incaricate a guidare la celebrazione, quando non è presente un diacono, si individuino due o tre membri del Gruppo Ministeriale, dove esiste; negli altri casi, il parroco, consultando il Consiglio Pastorale, designi alcuni laici ritenuti idonei.
Le Guide della celebrazione compiranno «solo e tutto ciò che concerne l’incarico ad essi affidato» (SC 28) e avranno cura di valorizzare e di coordinare tutte le ministerialità presenti nella comunità.
Va assicurata una formazione specifica per fornire loro una competenza nel guidare queste celebrazioni. A questo scopo, l’Ufficio liturgico diocesano appronterà appositi percorsi formativi che saranno sperimentati in questo anno pastorale e successivamente riproposti, su richiesta, nelle varie zone della Diocesi. Parimenti sarà importante formare le comunità cristiane al senso, pur col carattere di eccezionalità, di questa modalità celebrativa rispetto all’Eucarestia e al precetto festivo.
Questo sussidio, preparato per le celebrazioni domenicali e festive quando non è possibile la celebrazione eucaristica, viene affidato alle comunità parrocchiali, affinché, nell’applicazione saggia e attenta delle condizioni richieste, possa costituire uno strumento efficace per la crescita della fede e della comunione fra tutti battezzati.
Vicenza, 1° novembre 2018, solennità di Tutti i Santi