Convegno Ecclesiale di Firenze 2015: dal 9 al 13 novembre per scoprire in Gesù un nuovo umanesimo

Materiali per l'animazione in parrocchia e video di approfondimento

Da lunedì 9 a venerdì 13 novembre si svolgerà a Firenze il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”.

Saranno presenti la quasi totalità dei Vescovi italiani, sacerdoti, religiose e religiosi, laici, per un totale di oltre duemila delegati delle Diocesi e delle altre realtà ecclesiali italiane.

Di seguito alcuni materiali per sensibilizzare le comunità parrocchiali e alcune indicazioni per seguire l’evento attraverso i social media.



Materiale per l’animazione delle Sante Messe in parrocchia

Il Convegno di Firenze in Rete

La Commissione regionale per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale triveneta desidera offrire un servizio online per poter seguire più da vicino la presenza dei delegati del Triveneto al Convegno ecclesiale nazionale di Firenze. Grazie all’operato di un gruppo di giovani dell’Università Iusve di Mestre, una troupe di Telepace e un giornalista collegato al circuito radiofonico InBlu sarà possibile seguire in tempo reale il percorso delle quindici delegazioni del Triveneto attraverso il sito www.cet.chiesacattolica.it nel quale verranno pubblicate anche le modalità per incorporare questi contenuti nelle pagine web di parrocchie e associazioni.

L’hashtag di riferimento per Twitter sarà #fi2015triveneto, che identificherà i contenuti più specifici delle Chiese del Triveneto. Nel corso del Convegno i giovani del “Twitter team” dell’Università Iusve sperimenteranno una tecnica innovativa per ottenere riprese video a 360° tramite piccole videocamere issate su palloni aerostatici e racconteranno la lor esperienza del Convegno, accanto a vescovi e delegati del Triveneto, di una diretta quotidiana all’interno del programma di Telepace “Oltre la cronaca” trasmesso tutti i giorni dalle 13,30 alle 14,30.

 

Video contributi a cura di Tele Pace

 

Verso Firenze 2015

Verso Firenze 2015 – 4^ puntata

Verso Firenze 2015 – 2^ puntata

Verso Firenze 2015 – 5^ puntata

Verso Firenze 2015 – 3^ puntata

Verso Firenze 2015 – 6^ puntata

L’articolo su Firenze 2015 de La Voce dei Berici di questa settimana

Manca una settimana al via del quinto convegno ecclesiale nazionale dal titolo “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Dal 9 al 13 novembre prossimi, delegati da tutte le Diocesi italiane si confronteranno a metà del cammino iniziato cinque anni fa con la pubblicazione del piano pastorale decennale “Educare alla vita buona del Vangelo” per verificare e rilanciare il percorso fatto finora. Con una importante novità: anche a Firenze, infatti, si sentirà l’onda lunga dell’effetto Bergoglio e del nuovo stile di Chiesa che il nuovo Papa sta proponendo. Dal 2013, anno di elezione di Bergoglio, la “macchina organizzativa” del convegno, che ha nell’Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia il presidente del comitato preparatorio, ha dovuto “correggere la rotta”, assumendo la prospettiva del nuovo Papa venuto “quasi dalla fine del mondo”. Ecco allora che le cinque piste sulle quali si concentreranno i lavori sono altrettante parole che arrivano direttamente dalla Evangelii gaudium: uscire, abitare, annunciare, educare, trasfigurare. Ma anche il calendario dei lavori ha subito variazioni, privilegiando confronti e laboratori e meno le relazioni ufficiali. Non mancherà l’intervento dello stesso Papa Francesco, molto atteso, che sarà presente al convegno martedì 10 ottobre, allo Stadio comunale.

  Il primo convegno ecclesiale, dal titolo “Evangelizzazione e promozione umana”, si svolse a Roma nel 1976. «Da allora i convegni hanno accompagnato e disegnato il cammino della Chiesa italiana – spiega mons. Roberto Tommasi, preside della Facoltà teologica del Triveneto -. Con un filo rosso: tradurre il Concilio “in italiano”».

  «Fino al Concilio – prosegue Tommasi – la Chiesa italiana era molto frammentata. Con i convegni si fa esperienza di unità e si rende visibile la Chiesa. La presenza del Papa è, per questo, segno di unità tra le Chiese italiane e di comunione con la Chiesa universale». La grande novità che il primo convegno ecclesiale si trovò ad affrontare è stata quella della fine dell’unità politica dei cattolici e la presa di coscienza del pluralismo della società italiana. Pluralismo che si esprimeva anche all’interno della Chiesa: «In quegli anni finisce “l’egemonia” dell’Azione cattolica ed emergono i movimenti – spiega Tommasi -. Ma sono due visioni a scontrarsi: quella della “mediazione”, incarnata dall’Ac con la scelta religiosa e quella della “presenza”, promossa da Comunione e Liberazione». Fu l’intervento di un Papa, Giovanni Paolo II, ad imprimere, durante il convegno di Loreto nel 1986, una direzione alla Chiesa italiana che, in qualche modo, la faceva uscire da questa dualità. «In quell’occasione – ricorda Tommasi – Giovanni Paolo II affermò che anche in una Chiesa pluralista e scristianizzata, la Chiesa italiana doveva recuperare un ruolo di guida. Da quel momento si aprì una nuova stagione che ebbe nel cardinale Ruini il suo protagonista più rappresentativo e che voleva una forma di presenza più incisiva e visibile della Chiesa». Una stagione che si caratterizzò per il famoso “Progetto culturale” della Cei, ma che si espose ad un rischio: «Ridurre la Chiesa ad una lobby tra le tante. Per questo Papa Benedetto XVI, al convegno di Verona, ricordò che cultura e pastorale devono tenersi insieme». A Verona, nel 2006, si svolse il quarto convegno ecclesiale “Testimoni di Gesù risorto speranza del mondo”, preceduto nel ’95 dal convegno di Palermo “Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia”.

  «Il fatto nuovo che caratterizzerà il convegno di Firenze sono proprio le dimissioni di papa Benedetto e l’elezione di papa Bergoglio – dichiara Tommasi -. Francesco rappresenta una novità dirompente nella Chiesa. La sua è la prospettiva del discernimento. La Chiesa italiana porrà l’accento sull’educazione, in un contesto di crisi antropologica. In sostanza, tornerà a guardare a Gesù per capire chi è l’uomo e offrirà il suo contributo per concorrere al bene comune».

Andrea Frison