Don Emanuele Billo ci racconta le prime 24 ore a Lourdes.
“Pregare è come respirare”. I cristiani lo dicono da sempre e anche noi, pellegrini a Lourdes, ce ne siamo accorti, forse come mai prima d’ora. Il viaggio in treno è stato intenso: 24 ore volate via in fretta, ben scandite dalla preghiera, dai pasti e dal desiderio di iniziare a conoscerci per vivere insieme, come una comunità, questo pellegrinaggio. Una volta giunti al santuario – chi con le proprie gambe, chi su una carrozzina, chi prendendo per mano qualcuno che da solo non ce la fa – un senso di profonda pace ci ha accolto e abbracciati tutti. Non si capisce bene il perché di questa sensazione: sarà il silenzio, sarà la consapevolezza che tanti sono venuti qui a pregare prima di noi, o forse sarà quel fiume che attraversa il santuario e sembra anche lui voler rallentare passando davanti alla grotta… Certo è che anche in noi qualcosa sta cambiando. Sembra esserci una vera e propria visitazione in corso, di noi qui venuti a trovare riparo sotto il manto della Vergine Maria, ma anche di noi che aiutati dai fratelli e dalle sorelle più fragili ci stiamo accorgendo di essere visitati dal Signore Gesù, presente in loro. In questo primo giorno a Lourdes, nel celebrare la messa di apertura del pellegrinaggio, rendiamo grazie a Dio per i volti che ci sta facendo incontrare e per le Grazie che per intercessione di Maria nostra Madre ci vorrà donare.





