EVANGELIZZAZIONE E PROMOZIONE UMANA

«E’ il momento di mangiare la stessa polvere». Valentina Guidolin di Rosà in partenza per la Missione in Costa d’Avorio

– C’è tanto bisogno anche qui tra noi, perché devi proprio andare lontano?

– Dovete sapere che mi piacciono così tanto i campi scuola, che ho deciso di farli per sempre.

Così Valentina Guidolin, 31 anni, di Rosà, per anni animatrice dell’Acr, ha risposto ai ragazzi della parrocchia che non vorrebbero vederla partire.

Ma la sua vocazione è la missione e finalmente è giunto per lei il tempo di viverla in pienezza a Yopougon, un popoloso quartiere nella periferia di Abidjan, in Costa d’Avorio.

Valentina, ha sempre voluto diventare missionaria?
«Non fino a 22 anni di età. Infatti, dopo il diploma al Liceo sociopsicopedagogico e la laurea in infermieristica, il mio desiderio era di sposarmi e formare una famiglia sul modello di quella da cui provengo: numerosa (sono la più grande di cinque fratelli) e inserita nella vita parrocchiale. Ma sono andata tre mesi in Perù e…».

…E che cosa è successo?

«E’ successo che dal momento in cui sono tornata a casa e ho iniziato a lavorare, ho cominciato a chiedermi qual è la fonte della gioia che mi aveva riempito il cuore durante il servizio ai poveri in America Latina e come potevo rimanere nella gioia per tutta la vita».

Ha trovato la risposta?
«Ho trovato più che una risposta: una vera e propria chiamata. Attraverso un cammino di discernimento, ho capito che il Signore mi chiedeva di più. Non bastava essere animatrice Acr per qualche ora la settimana  o dedicarmi ad attività di volontariato nei momenti liberi, e neppure una particolare dedizione ai malati durante il mio lavoro di infermiera: ho capito che il Signore mi chiedeva tutto il tempo e tutta la vita».

L’esperienza in Perù dev’essere stata molto forte, se poi l’ha portata a un cammino di così profonda riflessione e di scoperta.

«L’impatto è stato duro: ho sperimentato l’impotenza di fronte a tanta povertà e ho accostato persone alla cui situazione era umanamente difficile dare risposte. Ma poi ha prevalso la meraviglia nel vedere che le relazioni vere possono dare senso alla vita e migliorare l’esistenza degli altri. La potenzialità che c’è nell’uomo è la fraternità ed è proprio vivendo la fraternità che possiamo dare speranza a chi è in difficoltà».

Di qui la scelta di rispondere alla chiamata di Dio come Consacrata della Comunità Missionaria di Villaregia, che chiede un quarto voto, oltre a quelli di povertà, castità e obbedienza.

«Sì. Facciamo anche voto di Comunità per la Missione ad gentes. Noi consacrati, infatti, ci impegniamo ad annunciare il volto comunionale di Dio ovunque, in particolare nelle periferie. Nelle nostre piccole comunità, cechiamo di testimoniare la comunione scegliendo di vivere insieme tra diversi: uomini, donne e sposi consacrati che sono differenti per nazionalità, per cultura, per età. Gli uomini sono creati per la relazione, a immagine di Dio che è relazione perfetta, e proprio attraverso relazioni autentiche possono riempire lo spazio che c’è tra persone diverse».

Valentina, in questi 10 anni di discernimento e di scelte, ha imparato qualcosa che può diventare messaggio per i giovani?

«I poveri mi hanno insegnato la fiducia profonda in Dio Padre. Così ho capito che il Signore, proprio perché ci conosce e conosce il nostro cuore, ha per ciascuno di noi un progetto. Non un progetto qualsiasi, ma il migliore possibile. Per questo non posso che fidarmi del disegno del Signore su di me. Questo l’ho capito ascoltandomi nel profondo in un clima di pace. Perciò ai giovani dico: “Fermatevi ad ascoltare il vostro cuore e cercate di capire quale progetto ha Dio per voi”. A tutti auguro anche di incontrare le persone giuste che li accompagnino in questo cammino, così come è stato per me».

Ora è giunto il momento del “campo scuola” più impegnativo: la missione nella periferia di Abidjan.
«E’ fin dal 1991 che la Comunità Missionaria di Villaregia è presente a Yopougon, dove le è stata affidata una parrocchia. Lì i consacrati sono impegnati nell’evangelizzazione (i catecumeni sono davvero numerosi!) e nella promozione umana attraverso la presenza di due centri medici e attività di alfabetizzazione.  Come tutte le periferie delle grandi città africane, Yopougon è un crogiuolo di culture e di lingue. Mi immergerò mettendomi in ascolto delle persone e della loro vita. Per dieci anni mi sono preparata per la missione alle popolazioni del Sud del mondo, ora è il momento di mangiare la stessa polvere!».

Luca de Marzi