Gioia e partecipazione, contributo concreto di tante persone, accoglienza, entusiasmo, ecco i sentimenti che nascono dalla festa delle famiglie!!! Il sindaco e il parroco insieme, l’azione cattolica unita alla pastorale famigliare, il gruppo scout, il gruppo anziani… la corale giovanile insieme per vivere la festa. Una festa che è iniziata con il saluto del sindaco e il suo invito alle famiglie a non adattarsi ai valori di una società “liquida” ma restare fermi solidi in quei legami hanno fondato e fondano la società civile. La relazione dei coniugi Soso partendo dal concetto di famiglia, come “piccola chiesa” ha richiamato il disegno di Dio su di essa di “custodire, rivelare e comunicare il Suo amore nel mondo. Dio stesso nel suo farsi uomo si è incarnato ed ha vissuto in una famiglia, quando ha lasciato Nazaret per incominciare la vita pubblica, ha formato intorno a sé una comunità, una “assemblea”, cioè una convocazione di persone, (questo è il significato della parola “chiesa”).
Nei Vangeli, l’assemblea di Gesù ha la forma di una famiglia ospitale, vi troviamo Pietro e Giovanni, ma anche l’affamato e l’assetato, lo straniero e il perseguitato, la peccatrice e il pubblicano, i farisei e le folle. La chiesa, per essere secondo il vangelo, non può che avere la forma di una casa accogliente e solidale, con le porte aperte, sempre. (papa Francesco) Hanno poi parlato di un’altra famiglia evangelica: la casa di Marta e Maria, in questa casa le due sorelle ci mostrano due modi diversi, ma complementari di vivere l’accoglienza e la relazione ospitale, in Marta vediamo il servizio, premuroso ma “affannato e troppo preoccupato”, in Marta, invece lo stare ai piedi di Gesù, mettendo al centro della Sua attenzione l’ascolto. Gesù ci invita nell’accoglienza a scegliere “la parte migliore” cioè a stare in ascolto della persona, accogliendola non soltanto attraverso un servizio (facendo delle cose) ma soprattutto mettendoci in relazione di comunione, una comunione che trova in Dio la fonte. l’ascolto della parola del Signore, la contemplazione e il servizio al prossimo non sono due atteggiamenti contrapposti, ma al contrario, sono due aspetti entrambi essenziali per la nostra vita cristiana, dentro ognuno di noi coabitano le due attitudini. La famiglia come realtà di comunione nel rispetto della diversità di ciascuno ci insegna ad accogliere l’altro in profondità, in famiglia siamo diversi per età, ruoli, bisogni, responsabilità, queste diversità non impediscono di vivere la comunione, ma sono ciò che la rende feconda e capace di generare vita. Valori proposti: gratuità (consegnarsi all’altro), condivisione-comunione, corresponsabilità, perdono, prendere su di se la fragilita’ dell’altro, complementarietà maschile-femminile, progettare insieme, ascolto e dialogo, uscire da sè, gioia, coraggio. La casa diventa palestra di allenamento alla relazione e alla vita. La famiglia deve diventare un soggetto attivo nella chiesa con una missione specifica di mostrare e far sperimentare l’amore di Dio presente e incontrabile nel mondo, essa dovrebbe diventare il “metodo” di pastorale, cioè la chiesa dovrebbe assumere il carattere familiare per diventare “famiglia di famiglie”. Il metodo famigliare, non richiede tempi ulteriori, ma è un modo di porsi verso le persone, presuppone il dialogo e la condivisione alla ricerca del bene per ciascuno. Viene proposto un triangolo ai cui vertici troviamo la condivisione, la formazione e l’azione concreta quotidiana, queste componenti sono tutte importanti perchè l’azione pastorale sia realmente efficace. E’ importante la formazione, la famiglia ha bisogno di nutrirsi dell’insegnamento della Chiesa per riscoprire il disegno d’amore che la origina, nello stesso tempo è chiamata a vivere la comunione-condivisione al suo interno proponendola anche all’esterno, per vivere fino in fondo il suo ruolo di cellula della società, tutto questo attraverso azioni concrete, anche piccole però quotidiane per rafforzare i legami che nutrono la persona umana. La giornata è proseguita con la divisione delle famiglie in gruppi di lavoro, con il compito di riflettere sui contenuti delle relazioni, cercando di mettere insieme e condividere le proprie esperienze. C’è stato poi il pranzo insieme, nella struttura predisposta dal comune, condividendo quello che ciascuno aveva portato, poi nel pomeriggio si è tornati in assemblea per mettere insieme i lavori dei gruppi. La giornata si è conclusa con la messa in un duomo colmo di persone, che hanno più volte espresso l’entusiasmo e la gioia con applausi per la partecipazione e l’impegno di ciascuno. E’ stata davvero un’esperienza di comunione profonda!!!
Locandina e slide dell’incontro disponibili tra gli allegati.