II padre missionario Tullio Maruzzo beato nel prossimo autunno

Un francescano vicentino all'onore degli altari

 
È a buon punto la causa di beatificazione di padre Tullio Maruzzo, missionario francescano nato a Lapio di Arcugnano e assassinato in Guatemala 35 anni fa, il primo luglio del 1981.

«Siamo ottimisti – conferma il padre postulatore Fabio Longo dell’ofm -. Il 31 maggio  abbiamo consegnato alla Consulta teologica delle note per correggere alcune illazioni riguardo la figura del catechista Luis Obdulio Arroyo, assassinato assieme a padre Tullio -. Riteniamo che entro fine anno ci possa essere il decreto per la beatificazione e la cerimonia si dovrebbe tenere in Guatemala, come ha deciso papa Francesco. Padre Tullio è una gloria della terra che lo ha visto testimone della sua missione». Il ricordo del missionario martire è molto vivo nella sua terra d’origine. È dal 1981 che ogni anno la parrocchia di Lapio dell’Unità pastorale Valli di Fimon ricorda padre Tullio. Assassinato in terra di missione, nel Guatemala, proprio in quell’anno horribilis, in cui tutto il Centro America sembrava sprofondare nel sangue. L’anno precedente, il 24 marzo 1980, mentre celebrava l’Eucaristia, era stato ucciso  il vescovo di San Salvador nel piccolo stato centroamericano di El Salvador, mons. Oscar Romero. Due testimoni della fede incamminati ora sulla via della beatificazione. Già all’indomani della notizia della tragica morte del padre missionario, la comunità di Lapio organizzò una fiaccolata per ricordare il compaesano ucciso. Alla fiaccolata del sabato sera poi negli anni si aggiunsero altre iniziative come le varie testimonianze dal mondo delle missioni e la concelebrazione solenne della domenica. Tra questi appuntamenti, un ricordo indelebile rimane la visita nell’anno 2000, del premio Nobel per la pace, la guatemalteca Rigoberta Menchù. «È un nostro impegno quello di mantenere viva la memoria di questa bella presenza tra noi, un frate francescano che rifletteva i caratteri della sua terra – sottolinea  il parroco don Lorenzo Broggian -. Era discreto e lo si ricorda un po’ timido e all’inizio anche incompreso nella sua azione pastorale. Ma padre Tullio aveva capito come stavano le cose e non ha avuto dubbi a trovare nel segno del Vangelo il proprio posto accanto ai poveri campesinos». Padre Maruzzo era nato a Lapio nel 1929, dopo il noviziato nell’isola di S. Francesco del Deserto, Venezia, a 16 anni vestì l’abito francescano e nel 1953 ricevette l’ordinazione sacerdotale dal patriarca di Venezia, mons. Angelo Roncalli, poi papa Giovanni XXIII. Con lui venne ordinato anche il fratello gemello, Lucio, che  nel ‘56 parti per la missione in  Guatemala dove padre Tullio lo raggiunse nel 1960, prendendo il suo posto di cappellano nella parrocchia del Sacro Cuore  di Puerto Barrios. Dal1963 al 1968 sarà responsabile della parrocchia di  Entrerios, quindi di S. Josè in Morales dove resterà per 12 anni. E qui iniziarono le prime minacce. Sono gli  anni ’70, e i religiosi, con la loro opera di coscientizzazione, spesso devono affrontare anche l’esilio a causa delle intimidazioni. Fu per questo che nel 1980 i superiori di p. Tullio lo trasferirono alla parrocchia di Quiriguà, ma anche qui ben presto cominciarono le minacce fino a quella sera del 1° luglio 1981 quando sulla strada che lo riportava alla sua parrocchia di Quiriguà fu assassinato assieme al giovane catechista Luis Obdulio Arroyo. La sua tomba si trova ora nella chiesa parrocchiale di Quiriguà. Lo sapeva di essere in pericolo quel padre francescano vicino alla povera gente. Tante volte aveva ascoltato il racconto delle loro sofferenze. Per questo lo amavano e lo cercavano i suoi campesinos: quell’instancabile missionario li sapeva ascoltare, incoraggiare, difendere. Non era facile far valere i diritti della povera gente. “Se qualcuno difende quel poco che ha, viene ucciso”, commentò con rammarico un parrocchiano. Anche p. Tullio respirava quell’aria, eppure non se ne andò. “Se mi devono ammazzare, che avvenga tra la mia gente con la quale ho condiviso tutta la vita”, annoterà nelle sue carte. E così è stato. Albano Mazzaretto (da La Voce dei Berici) 

 Sono 14 i missionari martiri vicentini

  Sono in tutto 14 i missionari martiri, di diverse congregazioni, originari della Diocesi di Vicenza. Vite simili a quella di padre Tullio, anche se spese in tempi e luoghi diversi, ma sempre fedeli al Vangelo e, perciò, dalla parte dei poveri. Ogni anno, in marzo, la Diocesi li ricorda con una veglia di preghiera. La maggior parte di loro (9) hanno perso la vita in Africa. In Asia hanno perso la vita in 4, mentre nelle Americhe l’unico martire è stato, appunto, padre Tullio Maruzzo. Il Paese dove sono morti più missionari è la Cina, dove hanno perso la vita 3 vicentini. Il martirio più recente è stato quello di suor Olga Raschietti, uccisa in Burundi il 7 settembre 2015, mentre il più lontano nel tempo è stato quello di padre Pasquale Melotto, in Cina il 4 settembre 1923. Due missionari, infine, hanno perso la vita insieme in Congo nel ‘64: padre Giovanni Didonè e fra Vittorio Faccin, saveriani. Ecco, di seguito, l’elenco dei “nostri” martiri missionari: In Africa: Cavedon p. Piergiorgio, di Marano Vicentino, cappuccino – Angola 2 gennaio 1981; Dal Maso p. Silvio, di Pugnello di Arzignano, comboniano – Uganda 2 maggio 1979; Didonè p. Giovanni, di Cusinati, saveriano – Congo (Zaire) 28 novembre 1964; Faccin fr. Vittorio, di Villaverla, saveriano – Congo (Zaire) 28 novembre 1964; Ferracin p. Egidio, di Malo, comboniano – Uganda 4 agosto 1987; Graziani p. Lazzaro, di Sarcedo, cappuccino – Angola 16 marzo 1961; Maule p. Ottorino, di Gambellara, saveriano – Burundi 30 settembre 1995; Schiavo p. Giuseppe, di Costo di Arzignano, stigmatino – Tanzania 27 aprile 1996; Raschietti sr Olga, di Montecchio Maggiore, saveriana – Burundi 7 settembre 2015. In Asia: Botton p. Giovanni, di Carmignano, saveriano – Cina 30 aprile 1944; Cobbe p. Valeriano, di Camisano, saveriano – Bangladesh 14 ottobre 1974; Melotto p. Pasquale Angelico, di Lonigo, francescano – Cina 4 settembre 1923; Pegoraro p. Luigi Epifanio, di Montecchio Maggiore, francescano – Cina dicembre 1935.

Nelle Americhe: Maruzzo p. Tullio Marcello, di Lapio di Arcugnano, dei frati minori – Guatemala 1 luglio 1981.