Il Centro Islamico di Vicenza si dissocia dagli atti disumani in Iraq

Mons. Dal Ferro: «Una notizia significativa per il nostro territorio»


«La lettera di dissociazione dai recenti e continui massacri nel Medio Oriente è una notizia significativa per il nostro territorio». Così il Centro Ecumenico “Eugenio IV” di Vicenza commenta il messaggio che il Consiglio Islamico della provincia di Vicenza, attraverso il suo presidente Hassan Darouich, ha diffuso sotto forma di lettera aperta al Prefetto Eugenio Soldà, al Questore Gaetano Giampiero e al Sindaco di Vicenza Achille Variati.
 
«Le notizie che arrivano dall’Iraq – scrive Hassan Darouich – sono sconvolgenti e inaccettabili: migliaia di cristiani, musulmani, curdi e altre etnie sono costretti a lasciare le proprie città e le loro case; le milizie del sedicente Stato islamico (che di islamico ha davvero poco) stanno commettendo atti non islamici e disumani». Perciò «il Consiglio Islamico della provincia di Vicenza si dissocia da quegli atti ed esprime la massima solidarietà a tutta la popolazione che vive in Iraq».
 
Si tratta di una condanna condivisa da altre «istituzioni e comunità musulmane», in quanto è loro dovere «denunciare ogni abuso, rompere il silenzio e assumere una posizione chiara a difesa della libertà religiosa basata sulla dignità della persona».
 
Infatti, afferma Hassan Darouich, «il pluralismo e la diversità sono la volontà dell’unico Dio che ha creato e amato tutti gli esseri e ci chiede di amare tutti come Lui ha amato».  Conclude: «I veri credenti sono coloro che cercano di perfezionare, anche attraverso il dialogo, la loro fede e il loro rapporto con Dio, convinti che si diventa migliori grazie alle persone che si incontrano».
 
«La lettera del Centro Islamico è la continuità del dialogo cristiano islamico sviluppato da molti anni in provincia di Vicenza ad opera anche della Commissione diocesana ecumenica e del Centro “Eugenio IV”», ricorda monsignor Giuseppe Dal Ferro, delegato diocesano per l’ecumenismo e il dialogo.

E spiega: «Le atrocità quotidiane che avvengono in Iraq contro i cristiani e i membri delle altre religioni, compreso l’Islam moderato, sono fonte di giustificate indignazioni e paure. Sappiamo però che la paura è sempre cattiva consigliera, perché le sue risposte emotive non sono sufficienti e a volte anche controproducenti. L’unica via percorribile è il dialogo fra le religioni, indicato recentemente dal cardinale Pietro Parolin a Monte Berico. La Diocesi di Vicenza e il Centro ecumenico “Eugenio IV” in questi anni hanno camminato su questa strada, l’unica possibile ed efficace, oltre alla preghiera.

Dialogo non è generico pacifismo o buonismo come qualcuno dice. È:
1) impegno a scoprire la dimensione spirituale delle religioni ritornando ai testi sacri, che parlano di amore e non di odio, di pace e non di violenza;
2) imparare a distinguere religioni da politica, prendendo la distanza dai fatti fonte di conflittualità;
3) creare una solidarietà fra i credenti capace di isolare i violenti e promuovere la pace.

Attraverso il dialogo, le religioni insieme possono essere fonte di pace, stimolo per la costruzione di una società ispirata a valori comuni della spiritualità. La lettera del Centro islamico si colloca su questa linea».