Il Consiglio Pastorale nelle Unità Pastorali

«La struttura e la funzione dei singoli CPP vanno però ridefinite e integrate
in riferimento all’organismo unitario, per cui quanto più si svilupperà il cammino comune,
tanto più i singoli CPP ridimensioneranno ambiti, modi e tempi operativi,
per non sovrapporre le responsabilità e per evitare l’accumulo dei compiti e delle riunioni».       
(n. 20.2 del Regolamento)
 

Con la nascita delle Unità pastorali anche i CPP devono essere ripensati alla luce di questa nuova realtà.
Si tratta, perciò, di avviare un processo educativo che, evitando sia la ripetizione dell’esistente che la fretta semplificativa, faccia camminare le comunità verso una reale collaborazione. In un primo tempo è quindi bene costituire un Organismo unitario di partecipazione, che diventerà, mediante una paziente opera educativa, sempre di più il cuore dell’Unità Pastorale.
Questi avrà cura di individuare ed attuare gli obiettivi di fondo verso i quali far convergere tutti, mentre rimanderà alle singole comunità le questioni particolari che le riguardano.L’Organismo unitario di partecipazione non è la somma dei singoli CPP, pertanto esso radunerà dei rappresentanti dei singoli Consigli Pastorali (possono essere le segreterie, oppure i Gruppi ministeriali qualora siano stati istituiti, o alcune persone nominate).Il Consiglio Pastorale Unico (CPU) può essere invece il punto di arrivo di un percorso frutto di collaborazioni consolidate tra le comunità. Esso deve avere, in ogni caso, dei punti di riferimento nelle singole comunità parrocchiali (gruppi ministeriali, équipe pastorali, o altro), mostrando così in modo chiaro che la sfida principale consiste nel costruire una “rete di comunità”, e non una “somma di comunità”.