Il Festival Biblico crea comunità

Il significato e le prospettive della decima edizione che ha per tema "Dio e l'uomo si raccontano"


Non sono solo 10 e 100 – come si potrebbe subito pensare – i numeri che caratterizzano l’edizione 2014 del Festival Biblico, seppure esso sia proposto per la decima volta e ricorra il centenario della Società San Paolo, che con la Diocesi di Vicenza organizza la manifestazione. 

Lo sono, infatti, anche il 14, ossia i centri del Vicentino impegnati a promuovere e ospitare alcuni dei tantissimi appuntamenti in calendario (Arzignano, Bassano del Grappa, Brogliano, Caldogno, Chiampo, Isola Vicentina, Lonigo, Marano, Marola, Montecchio Maggiore, Nove, Piazzola sul Brenta, Schio e Valdagno) e il 4, che è il numero delle diocesi coinvolte: Adria-Rovigo, Padova, Verona e, ovviamente, Vicenza.

E non vi potrebbe essere traguardo migliore, dopo dieci anni di attività, del «fatto che ben quattro diocesi operino congiuntamente per la promozione di una cultura della Parola e delle tradizioni ebraico-cristiane», poiché «mette in luce la volontà di elaborare politiche educative, formative e culturali su base comune, capaci di rielaborare e condividere buone prassi nell’ottica di un arricchimento reciproco», come ha sottolineato Leopoldo Sandonà, coordinatore del programma, nel corso di una conferenza stampa di presentazione del Festival Biblico 2014 svoltasi nel Centro pastorale “Arnoldo Onisto” di Vicenza la mattina di mercoledì 23 aprile.

Dal 22 maggio al 2 giugno 2014 la rassegna approfondirà il tema “Le Scritture, Dio e l’uomo si raccontano” attraverso 5 filoni: “Parola che ci guida” identifica gli appuntamenti di carattere spirituale, esegetico e teologico; “Parola che crea comunità” definisce quelli culturali e sociali; “Parola che meraviglia” sintetizza le proposte letterarie e musicali e “Parola che racconta” indica il percorso dedicato al teatro, all’arte e al cinema. “Parola che si fa storia” è la parte dedicata all’archeologia e alla geografia con un Focus sulle Terre Bibliche ideato dal progetto “Linfa dell’Ulivo” dell’Ufficio Pellegrinaggi di Vicenza. (dai uno sguardo agli eventi del Festival)
 

DIECI ANNI

«Dieci anni sono un traguardo di un certo rilievo, che dice di una riconosciuta solidità e validità della proposta – ha detto nel corso della conferenza il presidente del Festival Biblico mons. Roberto Tommasi –, ma costituisce anche l’occasione di una ripartenza che sappia raccogliere l’eredità maturata ne cammino fin qui compiuto per aprirla a novità».

«All’inizio tutto sembrava un azzardo – ha aggiunto -. Eppure il Festival ha subito rivelato delle significative potenzialità che nel tempo ne hanno fatto un’iniziativa interessante, capace di durare e, soprattutto, generativa sia dal punto di vista culturale, che sociale ed ecclesiale».

Se c’è un «elemento vincente del Festival – ha concluso mons. Tommasi -, è proprio quello di essere un evento culturale e spirituale multiforme, basato performances diversificate che, mediante una pluralità di linguaggi, sono in grado di parlare a tutti (cristiani e non, ma anche bambini, giovani, adulti, anziani) propiziando l’incontro tra la Bibbia con la vita, l’inquietudine e la ricerca di tante persone».

CENTO ANNI

Sul centenario della Società San Paolo, per conto della quale è presidente del Festival Biblico, si è soffermato don Ampelio Crema del Centro culturale “San Paolo di Vicenza”. «Si tratta – ha detto – di 100 anni al servizio del Vangelo e dedicati alla diffusione della Bibbia». E, richiamando le parole del fondatore Giacomo Alberione per definire la missione dei Paolini, ha ricordato che agli inizi del secolo scorso occorrevano tre cose: “che il Vangelo entrasse in ogni famiglia; che, unitamente al catechismo, il Vangelo formasse il modello e l’ispirazione di ogni edizione cattolica; che al Vangelo si desse un culto… soprattutto viverlo nella mente, nel cuore, nelle opere”.
 

FINANZIAMENTI

Con lo slogan “Il Festival Biblico ha bisogno di una mano. La tua”, il team Fundraising e sviluppo ha attivato una campagna di sensibilizzazione caratterizzata da un nuovo stile. «Si tratta di una raccolta fondi che ha smesso di chiedere per cominciare a credere nel dono», ha spiegato la responsabile Roberta Rocelli.

Quindi, partecipare con un sostegno alla rassegna è contribuire allo «sviluppo della comunità». 

Quattro le iniziative poste in atto a questo riguardo: l’istituzione della “Card del Festival” (valore 10 euro), che offre alcuni vantaggi come l’ingresso privilegiato o esclusivo a vari eventi; la proposta di svolgere servizi di volontariato divenendo così “Amici del Festival”