Il Vescovo Beniamino in visita pastorale alla parrocchia di Santa Maria e San Vitale di Montecchio Maggiore

 
Inizia dalla pieve che è stata matrice della cristianità nella vallata dell’Agno – Chiampo  la visita del Vescovo Beniamino alle parrocchie dell’area urbana di Montecchio Maggiore. La parrocchia di Santa Maria e San Vitale di Montecchio Maggiore, che il Vescovo incontrerà questo fine settimana è la realtà ecclesiastica più antica di tutta la valle dell’Agno. Le origini della pieve di Santa Maria di Montecchio Maggiore posta nel retro dell’attuale ospedale risalgono all’epoca tardo romana. La chiesa nel 1891 perse la sua funzione di luogo di culto con la costruzione del Duomo di S. Vitale. Da qualche anno la Pieve è oggetto di un’iniziativa di recupero e valorizzazione promossa da un comitato che si è costituito nel 2015. L’edifico verrà visitato dal Vescovo durante la visita pastorale. Ma la visita pastorale non sarà solo l’occasione per andare alle radici della cristianità della vallata, sarà anche l’incontro con una comunità che da queste radici continua a trarre linfa e forza per costruire percorsi di comunione e incontro con le tante realtà che compongono il tessuto sociale in cui è collocata. Un esempio è la Casa della Comunità. «Nella Casa della Comunità accogliamo delle realtà che non sono strettamente parrocchiali – spiega don Guido Lovato che è parroco di Santa Maria e San Vitale dal 2007 – abbiamo il CAI, il Gruppo di Solidarietà che lavora a livello cittadino, c’è il Gruppo degli Alcolisti Anonimi e la rivendita Scout che lavora un po’ per tutta la zona». «È una parrocchia che da tanto tempo guarda oltre i suoi confini – dice don Guido – non si è mai chiusa a un confronto, all’accoglienza perché ci crediamo». Ecco allora l’impegno della comunità parrocchiale nel ristrutturare un vecchio edifico di sua proprietà per ospitare a titolo gratuito l’associazione Joseph Onlus, casa famiglia che si occupa anche di disagio familiare. «L’associazione Joseph Onlus – spiega Federica Barbieri che insieme al marito Nicola Bertoldo sono responsabili della casa famiglia – sostiene e gestisce in primo luogo la casa famiglia. La mission è l’accoglienza di bambini e adolescenti allontanati dalle famiglie di origine con decreto del tribunale per situazioni di disagio familiare. Possiamo accogliere al massimo sei minori. La seconda mission è la prevenzione del disagio familiare attraverso delle attività che svolgiamo nel centro diurno. Sia la casa, sia la palazzina dove è ospitato il centro diurno sono di proprietà della parrocchia; questa, nel 2011, ha deciso di restaurare l’immobile e darlo in comodato gratuito all’associazione». «L’associazione Joseph, pur facendo parte della nostra parrocchia (ha un rappresentante anche in consiglio pastorale), mantiene una sua autonomia – spiega don Guido – è parte attiva di questa comunità perché coinvolge le famiglie; allo stesso tempo è una testimonianza che si concretizza come accoglienza di chi vive traumi familiari e l’allontanamento dalle famiglie». L’elemento che fa da fulcro a queste e a tante altre scelte che la comunità compie è il Consiglio Pastorale. « Il Consiglio Pastorale da noi è una realtà che funziona – spiega Mario Pegoraro segretario parrocchiale – è un elemento peculiare di questa realtà. Da lungo tempo lavora in corresponsabilità con il parroco, ci siamo sforzati ancora prima che la Diocesi desse delle indicazioni, di stilare un regolamento per le nomine e il suo funzionamento e il percorso che compie è condiviso con la comunità». «Questo aspetto della collaborazione – dice Agostino Pilati ministro dell’eucarestia – è la caratteristica principale del Consiglio pastorale. Don Guido chiede molte volte consigli e direttive. Le persone che partecipano si sentono protagoniste, percepiscono che danno un contributo allo sviluppo della parrocchia».  «Ci sono momenti di discussione, di confronto anche acceso – continua Agostino -, perché non è che se il parroco dice una cosa tutti dicono di sì». Oltre al Consiglio pastorale, la parrocchia può contare su altre realtà significative che in diverso modo animano la comunità ecclesiale come il cammino di catechesi che vede l’impegno di 35 catechisti e gli Scout, gruppo Montecchio Maggiore 1, che coinvolge una settantina di ragazzi e collabora con la parrocchia. Giuseppe Bedin  La Voce dei Berici di questa settimana dedica due pagine alla visita pastorale del Vescovo