Il vescovo Giuliano nella veglia pasquale: “La nostra vita è un continuo passare dalla notte al nuovo giorno”

OMELIA NELLA VEGLIA PASQUALE CON LA CELEBRAZIONE DEI SACRAMENTI

DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA AGLI ADULTI

Cattedrale di Vicenza, 19 aprile 2025

Letture: 1,1-2,1; Es 14,15-15,1; Is 54,5-14; Rm 6,3-11; Lc 24,1-12.

Carissimi fratelli e sorelle, un saluto a tutti e in particolare un gruppo di giovani ospiti delle Figlie della Chiesa. Siate i benvenuti in questa diocesi e in questa cattedrale che vive un momento particolarmente intenso.

Mi permetto di rivolgermi direttamente a voi, Alfons, Ilaria, Victoria, Emmanuel, Donacien. Abbiamo iniziato con voi questa celebrazione pasquale attorno al fuoco che rischiarava il buio di questa notte. Abbiamo acceso da quel fuoco il cero pasquale, simbolo di Cristo risorto. Il cero è entrato in questa cattedrale, unica luce nelle tenebre. Ed è a quella luce che io ho acceso la candela espressione della mia vita. E con me, hanno acceso a quella luce anche quanti sono stati battezzati e sono presenti in questa assemblea. Io non sarei qui se non fosse stata accesa in me quella luce, non sarei cristiano e non sarei servitore di questo popolo di Vicenza come vescovo.

È quella Luce che mi ha generato alla fede cristiana. È quella Luce che costituisce noi tutti il santo popolo di Dio, la Chiesa, il Corpo di Cristo.

La nostra vita è un continuo proprio così, come abbiamo percepito questa sera: un continuo passare dalla notte al nuovo giorno. Son fatte così le nostre giornate: dalla notte ci alziamo e passiamo a nuovo giorno, ma avviene grazie a Gesù risorto dai morti.

Dalla notte del nostro egoismo che intristisce la nostra e la vita di coloro che sono accanto a noi al chiarore dell’imprevedibile dono di Dio che dona gioia e allegrezza.

Dalla notte – permettetemi di aggiungere – di tutte le guerre, tragedie insensate nelle quali gli uomini si combattono a morte, per passare alla luce delle parole di Cristo risorto. Le prime parole che dice il Risorto sono: pace a voi.

Dal buio del buio di un’esistenza magari goduta ma definitivamente sepolta con il corpo nella morte, ai bagliori dell’alba di una vita che benché segnata da prove e dolori giunge alla pienezza di una vita nuova nell’eternità. È questo continuo passaggio che ci viene offerto dalla notte alla luce del giorno, grazie alla luce di Cristo, anche con la Parola di Dio che abbiamo a lungo ascoltato.

Carissimi Alfons, Ilaria. Victoria, Emmanuel, Donacien, noi siamo una comunità fragile, a volte siamo smarriti a causa delle nostre infedeltà, ma questa notte siamo pieni di gioia perché voi ci avete chiesto di diventare cristiani.

Siamo qui insieme ai vostri catechisti, ai padrini, ai presbiteri delle vostre comunità e non sappiamo come dirvi che la vostra domanda ci riempie di stupore. Ci avete chiesto di diventare cristiani e questa vostra domanda ci riempie di stupore. Avete chiesto di appartenere alla Chiesa, di incamminarvi con noi dietro a Gesù.

Non sappiamo dirvi se ci riempie più di commozione il gesto di Dio che ha creato il mondo chiedendo all’uomo e alla donna di custodirlo o quello che sta accadendo alla vostra vita che da questa sera viene per sempre unita a quella di Dio scendendo nella morte di Gesù e risorgendo con Lui ad una vita nuova. Anche questa è una creazione tanto grande come la prima ma anche più bella perché liberata dal peccato di orgoglio dei nostri progenitori, quello che chiamiamo “peccato delle origini”. Non so se ci commuove di più questo o quello che sta accadendo nella vostra vita, che entrate nella nuova vita. Anche per voi è una seconda creazione, che sperimenterete nel battesimo. Siamo stupiti per questo dono che state per ricevere e che la maggior parte di noi ha ricevuto e che in noi forse si è un po’ sopito…

Carissimi, con voi andiamo in questa notte al sepolcro dove era stato collocato il corpo di Gesù. Ci andiamo insieme alle donne e là troviamo aperta quella tomba. Viene quasi da spaventarsi quando ci si avvicina ad una tomba che si sapeva con un corpo morto: una tomba vuota! Dove è finito il morto? Anche noi ascoltiamo con voi le parole che giungono da quella tomba aperta: perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui è risorto!

L’acqua sul vostro corpo, la tunica sulle vostre membra, la luce sul vostro volto, l’olio profumo di Cristo sulla vostra fronte, il pane e il vino sulla vostra bocca, cibo di eternità.

L’acqua che disseta, ristora, lava, fa crescere, distrugge e purifica. La riceverete tra poco l’acqua benedetta sul capo, ma la ricevete su tutto il vostro corpo che viene rigenerato dall’alto, dallo Spirito, come dice Gesù a Nicodemo.

La tunica, quella stessa che non è stata strappata quando hanno spogliato Gesù. Vi verrà consegnata perché possiate rimanere uniti nella comunione della Chiesa, questa povera chiesa che come la chiamavano i padri dei primi secoli è una peccatrice resa santa da Dio (casta meretrix).

La luce, quella che illumina ogni uomo, la riceverete nel segno della candela perché illumini il vostro volto non più oscurato dal male, bensì totalmente trasfigurato dalla bellezza del volto di Cristo in voi.

L’olio del crisma con il quale sulla vostra fronte sarà come sigillo indelebile fino al giorno in cui voi sarete convocati, come noi, alla fine dei tempi perché possiate essere riconosciuti tra coloro che sono stati salvati dall’amore di Dio e con quel crisma, olio profumato, possiate diffondere il profumo di Cristo.

Il pane e il vino sui quali invocheremo lo Spirito Santo perché siano uniti al Signore risorto e diventino così il suo Corpo e il suo Sangue. Sarà donato a voi questo cibo spirituale, per sostenere i vostri passi nel cammino della vita, fino all’ultimo giorno, fino al viatico che porta al cielo.

Se pensiamo a quello che come comunità cristiana stiamo per donarvi, ci tremano mani e piedi. Ma voi questi doni non li ricevete da noi. Noi siamo semplici servitori di Dio. Quando noi battezziamo, è Cristo che battezza. Quando noi confermiamo è Cristo che dona il suo Spirito. Quando invochiamo lo stesso Spirito sul pane e sul vino è Cristo che li trasforma in sé. Noi siamo a servizio di questi grandi doni.

Noi vi siamo grati, carissimi fratelli e sorelle. Vi siamo grati Alfons, Ilaria. Victoria, Emmanuel, Donacien. Come Maria avete detto il vostro eccomi. Sia la Madre di Dio a custodire i primi passi del vostro cammino cristiano. In questa notte, voi siete per la nostra Chiesa segni di speranza. Per questo vi siamo grati.

+ vescovo Giuliano