Per la Chiesa di Vicenza si tratta di un momento di grande gioia, in quanto entrano a far parte del Collegio Cardinalizio due suoi “carissimi figli”: mons. Pietro Parolin, nato a Schiavon, e mons. Ricardo Ezzati, di Campiglia dei Berici.
Intervistato dall’emittente diocesana RadioOreb, mons. Pizziol invita a vivere questo evento con un duplice atteggiamento.
«Il primo – spiega – è ecclesiale». Ed è «la soddisfazione che la Diocesi di Vicenza possa donare alla Chiesa universale due suoi carissimi figli: uno come Segretario di Stato e l’altro come Arcivescovo di Santiago del Cile». Sono due sacerdoti che «hanno la caratteristica dei preti veneti: molto impegnati, laboriosi, vicini alla gente…».
Il secondo atteggiamento è «la fierezza», perché «le nostre terre venete hanno donato 5 cardinali: innanzitutto il monsignore vicentino Agostino Cacciavillan, nominato nel 2001, quindi, da sabato 22 febbraio 2014, oltre ai monsignori Parolin ed Ezzati, anche monsignor Beniamino Stella, di Pieve di Soligo, e il nostro carissimo Loris Capovilla di Padova, che annovera anche una lunga presenza a Venezia».
Infine, il Vescovo di Vicenza chiede ai fedeli berici di vivere il Concistoro con «uno spirito di preghiera».
«Il colore caratteristico del cardinalato è il rosso – spiega -. Non è un dato di onore e di prestigio, ma una testimonianza martiriale, perché è il colore del sangue dei martiri». Oggi questo significa «donare tutta la propria vita al Signore». I nuovi Cardinali sono «fratelli che hanno donato tutto sé stessi al Signore e alla Chiesa e questo ulteriore segno che è il cardinalato vuole renderne testimonianza di fronte a tutti i fedeli. E noi ci sentiamo solidali, vicini, prossimi a questa loro testimonianza e offriamo la nostra preghiera al Signore per loro».
Il Concistoro Ordinario Pubblico si affianca al Concistoro straordinario aperto da Papa Francesco la mattina di giovedì 20 febbraio 2014 in vista del Sinodo sulla Famiglia che si terrà nel prossimo mese di ottobre.
Proprio giovedì 20 febbraio, indicando ai Cardinali il compito che a loro spetta in questi giorni, il Santo Padre ha detto: «La famiglia oggi è disprezzata, è maltrattata, e quello che ci è chiesto è di riconoscere quanto è bello, vero e buono formare una famiglia, essere famiglia oggi; quanto è indispensabile questo per la vita del mondo, per il futuro dell’umanità». Poi è sceso nel dettaglio: «Cercheremo di approfondire la teologia della famiglia e la pastorale che dobbiamo attuare nelle condizioni attuali».
E ha ammonito: «Facciamolo con profondità e senza cadere nella casistica, perché farebbe inevitabilmente abbassare il livello del nostro lavoro».
