Il Vescovo visita la parrocchia di Tavernelle: si apre il cammino verso l’unità pastorale

 
Questo fine settimana il Vescovo Beniamino sarà in Visita Pastorale alla parrocchia di Santa Maria Nascente di Tavernelle.

La Visita inizierà venerdì 19 maggio incontrando il personale, i genitori e i bambini della scuola paritaria dell’infanzia “Domenico Corà” e si concluderà il pomeriggio di domenica 21 maggio con la celebrazione della Cresima.

Tavernelle è una realtà ecclesiale di 4250 abitanti che si estende su quattro comuni: Sovizzo, Altavilla Vicentina, Creazzo e Montecchio Maggiore. La località di Tavernelle dal punto di vista amministrativo è suddivisa invece tra due comuni: Sovizzo e Altavilla Vicentina. La frazione di Sovizzo conta 1429 abitanti (a settembre 2016), quella di Altavilla Vicentina 1704 (a luglio 2016). È una realtà che si è sviluppata in particolar modo nel dopoguerra grazie alla presenza di insediamenti industriali in loco e nei comuni contermini come emerge dal PRG del 1969 del comune di Sovizzo che indicava già presenti nell’area aggregati urbani di una certa consistenza lungo i principali assi viari. Il PRG del 1973 e le successive lottizzazioni avvenute nel 1981 – 85 nella zona di Sovizzo e sempre nei primi anni ‘80 in quella di Altavilla – hanno fatto da motore all’ulteriore significativo incremento demografico di quest’area, un incremento che è continuato con numeri diversi anche negli anni successivi.

«Quando siamo diventati parrocchia nel 1964 – racconta Luigi Onofri presidente AC di Tavernelle – l’attuale chiesa non c’era. La parrocchia è sorta in via Chiesetta Vecchia, ad Altavilla, dove c’era la canonica. La rettoria ha cominciato in chiesetta Morosini. Successivamente da lì si è trasferita nell’attuale chiesa, costruita nel 1973, che si trova nel territorio di Sovizzo». L’appartenenza di Tavernelle a due diverse realtà amministrative rende difficoltosa la vita comunitaria della parrocchia spiega Mariano Vantin del Consiglio Affari Economici: «Le realtà di riferimento sono diverse: chi è sotto Altavilla va ad Altavilla, chi è sotto Sovizzo va a Sovizzo». Però questo non preclude il cammino pastorale di questa comunità ecclesiale che ha nel percorso della catechesi, nelle attività svolte dalla Caritas e nelle iniziative proposte  dal Circolo Noi, i suoi punti di riferimento.

«Attraverso la catechesi e con gli incontri che organizziamo periodicamente, abbiamo la possibilità di raggiungere le famiglie – spiega Piergiorgio Fregolon catechista –. Alcune di esse provengono anche da fuori regione, questo ci porta a confrontarci con sensibilità diverse che portano arricchimento. Abbiamo una buona partecipazione dei ragazzi al catechismo, meno alla messa domenicale». La realtà della Caritas è presente nella parrocchia di Tavernelle da 6 anni. «Inizialmente siamo partiti con 4/5 famiglie – racconta Antonella Feltre responsabile Caritas parrocchiale –. Con la crisi il numero delle famiglie che aiutiamo è cresciuto. Oltre le famiglie aiutiamo anche gli stranieri cui dedichiamo molto del nostro impegno». Un impegno che non rimane all’interno del gruppo, ma coinvolge la comunità attraverso iniziative e raccolte viveri che vedono impegnati anche i ragazzi del catechismo. «La comunità risponde alle proposte che facciamo – continua Antonella –, di fronte alle necessità non si tira indietro».
 
Significativo, in particolar modo per la realtà giovanile è il ruolo che svolge il Circolo Noi. Costituito quattro anni fa,  ruota attorno alla Casa del Giovane diventata, grazie all’impegno dei ragazzi, uno spazio di aggregazione. «Eravamo partiti con un’associazione un pò anonima – racconta Matteo Anaclerio consigliere Circolo Noi -, poi abbiamo deciso di fare Noi Associazione. Ci diamo da fare proponendo diverse attività». «La strategia è stata far sì che alcuni adulti – spiega Matteo – mettessero a disposizione il loro tempo e le loro esperienze per i ragazzi. I progetti più delle volte sono partiti dai ragazzi, dai loro interessi e passioni. Li abbiamo resi protagonisti». «Sentono la Casa del Giovane come loro centro di ritrovo – continua Matteo -, lo rispettano, ci danno una mano quando c’è bisogno».

Giuseppe Bedin