Misericordiosi come il Padre (4) La testimonianza di un volontario Caritas: la misericordia per abbattere i muri

 
Questa settimana, per la quarta intervista sulla misericordia, abbiamo incontrato un volontario Caritas da 8 anni a livello parrocchiale, vicariale e talvolta diocesano.
Daniele Cuman ha 49 anni, è sposato con Marta da quasi 19. Vivono a Pressana.  E’ un ingegnere elettronico e lavora a Verona come progettista di circuiti elettronici.
Ciò che traspare nelle sue parole è la consapevolezza di essere una persona in continuo cammino. Riconosce che nella sua vita il Signore si è fatto presente e vicino in molti modi e che tutto è opera della Grazia.
 
Cosa significa per te essere misericordioso?
 
“Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia”.
Per me significa allora cercare di rispondere a questa promessa, a questa Parola di Gesù. Significa cercare di perdonare, di tendere la mano, di avere tanta umanità, solidarietà. Significa non giudicare, ma cercare di capire. Significa cercare di avere l’animo aperto, in attento ascolto, non chiuso e indifferente, provando a immedesimarsi negli altri, ad avere empatia per le altre persone.
Essere misericordiosi vuol dire aver preso coscienza di tutta la misericordia che Dio ha per noi, e che a nostra volta, siamo chiamati a praticare: gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente siamo chiamati a dare.
C’è bisogno di misericordia: si alzano in continuazione muri, le diseguaglianze, le intolleranze sono sempre più forti… Vediamo tutti i giorni a cosa portano. Ormai dovremmo avere la nausea per tutto il male che c’è intorno a noi e dentro di noi, al punto di spingerci, quasi senza volerlo, ad andare in direzione diametralmente opposta.
Allora praticare la misericordia è un modo per abbattere questi muri ed è alla portata di tutti, credenti e non credenti, perché, lasciando da parte il Credo di ciascuno, essere misericordiosi vuol dire prima di tutto avere il cuore pieno di umanità.
Dovrebbe essere così, purtroppo ci si scontra con la realtà delle proprie debolezze, con il risultato che non sempre agisco come detto, mancando di coerenza: ho ancora tanta strada da fare…..

Hai vissuto un’esperienza di misericordia di Dio nella tua vita?
 
Nella confessione si sperimenta la misericordia di Dio: ci si dà una nuova possibilità, ci si può rialzare e riprendere il cammino.
Come volontario Caritas, vedo la misericordia di Dio agire attraverso l’opera dei tantissimi amici volontari sparsi per la nostra Diocesi: mettono in campo fede, intelligenza, creatività, passione, tempo, risorse, in una parola il meglio di loro stessi. Al di là degli aiuti materiali, che pure sono assai tangibili, il dono più importante è la relazione, la prossimità, il camminare insieme, che permettono di allontanare la solitudine ridando speranza.
Non posso far altro che provare ammirazione per tutto questo e constatare che, come volontario, anche qui ho ancora molta strada da fare e molto da imparare…
Più intimamente, posso riconoscere la misericordia di Dio nella storia del mio matrimonio con Marta, fin dall’inizio.
Quando Marta ed io ripensiamo al nostro cammino, vediamo che tante cose sono andate al posto giusto per fare in modo che ci incontrassimo, così non possiamo dire che il nostro incontro sia stato frutto solo del caso.
Io ero in ricerca, Marta pure.
Dio ha avuto attenzione per noi, mi ha fatto incontrare Marta.
La sua parte l’aveva fatta, ora toccava a me fare la mia parte, mi lasciava libero di decidere se ascoltare Lui o prendere altre strade.
Ho scelto di ascoltarlo: 19 anni di vita insieme, volati via quasi senza che ce ne accorgessimo, testimoniano che aver detto sì a Lui, e poi a Marta, è stata la scelta più saggia, importante e bella della mia vita.
 
Nelle parole di Daniele traspare una fede sincera e capace di filiale abbandono, come quella del salmo 130, “Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre”.
Ringraziamo Daniele, in particolare, per la sua capacità di leggere nella sua vita la mano di Dio che conduce tutto, oltre che per la generosità con cui ha condiviso queste riflessioni profonde.
 
Naike Monique Borgo