Misericordiosi come il Padre (7): Sabrina e Andrea, la Misericordia come dono quotidiano

 
Questa settimana abbiamo incontrato un’altra coppia per riflettere sulla Misericordia: Sabrina ed Andrea Rancan. Sono sposati ed hanno tre figli. Sabrina lavora come impiegata ed Andrea è operaio. Vivono a Torri di Quartesolo e sono molto partecipi alla vita della parrocchia. Andrea è catechista e ministro straordinario, mentre Sabrina si definisce il “braccio destro di Andrea, perché” – dice – “quando una delle parti di una coppia fa una scelta e si prende un impegno, per me, è importante che l’altro/a partecipi a questa scelta e la condivida anche fattivamente”. Sin dalle prime battute si percepisce in questa coppia una grande unione, oltre che un affiatamento nelle scelte importanti per la loro famiglia. Ecco quanto ci hanno regalato rispondendo alle domande sulla misericordia. Che cosa significa per voi, come coppia, essere misericordiosi? Sabrina inizia timidamente, ma con grande profondità: “Per me significa amare ed accogliere senza limiti. Penso all’amore di una mamma e di un papà per i propri figli: è un amore che conosce pregi e difetti, ma che sa accogliere sempre. Preciso ancora che non è un amore sentimentale che tutto permette, ma è un amore consapevole e che, pur conoscendo anche i limiti di una persona riesce ad accoglierla. Mi piace pensare ad un amore che sia una sorta di rifugio, nel quale riprendere forza e ripartire per affrontare con coraggio la vita”. Andrea aggiunge: “Oltre a questo aspetto, vorrei sottolineare la dimensione della misericordia verso gli altri come un atteggiamento che non impone, ma condivide. Sento che per me è importante anche ascoltare la misericordia che gli altri vogliono donarci…come moglie, come figli, come amici…e che io dovrei saper ricevere”. Quando avete vissuto un’esperienza di misericordia? Sabrina: “Trovo un po’ difficile questa domanda, perché riceviamo la misericordia di Dio sempre, ogni volta che viviamo il sacramento della riconciliazione. E’ vero che alcune confessioni sono più intense di altre, ma penso che, accanto a queste esperienza, per me sia particolarmente significativa la misericordia di Dio che ricevo attraverso i miei familiari. Ogni volta è un’esperienza nuova quando ricevo la misericordia nella relazione con Andrea, come sposi, oppure nelle relazioni genitori-figli. E’ l’esperienza di comprensione e di accoglienza che una parte offre all’altra, anche quando ci si scontra e/o non si va d’accordo. Questa è la misericordia che io ho percepito maggiormente, ma che impegna anche di più, perché responsabilizza molto”. Andrea continua: “Per me la sfida più grande è saper leggere i segni quotidiani che, per mille motivi, spesso si rileggono, si scoprono…anche mesi dopo che sono accaduti, ma proprio dentro quei fatti Dio ci parla, si pone al nostro fianco e ci offre la Sua misericordia”. Sabrina aggiunge: “Come famiglia viviamo in un tempo storico e in una società che impegna molto: non è facile essere una famiglia che vive scelte precise legate al desiderio di aderire ad una fede, così come è difficile riconoscere i segni di cui parlava Andrea, ma sento importante queste dimensioni anche per mantenere una nostra precisa identità. Ogni giorno scegliamo di custodire le nostre scelte di fede che caratterizzano in modo particolare l’identità della nostra famiglia”. Andrea sorride e racconta ancora: “Se dovessimo indicare dei fatti precisi in cui abbiamo vissuto la misericordia, la nostra vita di coppia ne ha diversi…soprattutto se consideriamo la parola misericordia come sinonimo di dono. I doni che abbiamo ricevuto sono tanti: Sabrina ed io ci siamo conosciuti in Africa, in un incrocio di esperienze diverse. Abbiamo accolto tre figli con gioia, nonostante alcuni motivi di salute che consigliavano di averne uno soltanto. Un altro elemento penso sia importante: abbiamo accompagnato e continuiamo ad accompagnare i nostri figli nei loro personali cammini di vita e di fede, anche quando non è facile e anche qui scopriamo la misericordia di Dio”. Sabrina ed Andrea si sono lasciati accompagnare in questa intervista fidandosi e aprendosi con profonda verità pur non conoscendo chi avevano davanti. In ogni loro parola è percepibile una solidità umana, ma soprattutto come cristiani che, ogni giorno, cercano di vivere la loro fede. In modo molto semplice, quasi con timidezza, si sono mostrati una famiglia capace di custodirsi reciprocamente, ma anche di accogliere, di riflettere, di cercare… In particolare nelle parole di Sabrina si scorge questa disponibilità porsi accanto, a camminare fianco a fianco, anche senza volersi mostrare, tanto che si è definita “la supporter di Andrea e la mamma di Francesca, Sebastiano e Fabrizio”. Nella lettera ai cercatori di Dio, hanno scritto i vescovi italiani che “siamo cercatori di felicità, appassionati e mai sazi. Questa inquietudine ci appassiona tutti. Sembra quasi che sia la dimensione più forte e consistente dell’esistenza, il punto di incontro e di convergenza delle differenze. Non può essere che così: è la nostra vita quotidiana il luogo da cui sale la sete di felicità”.  Sabrina ed Andrea danno proprio l’idea di essere cercatori di questa felicità quotidiana con Dio e ci stimolano alla ricerca delle tracce di Dio nella nostra vita, ma non in grandi eventi, bensì nelle piccole cose… Li ringraziamo per questa testimonianza di una felicità fattiva, concreta, quotidiana, ma soprattutto possibile con il Dio della vita.
Naike Borgo