Pasqua di Risurrezione: il video messaggio di auguri del Vescovo

Un ricordo affettuoso e particolare per le persone anziane, ammalate e sole

 
Il Vescovo Beniamino fa gli auguri per una santa Pasqua di resurrezione a tutti, in particolare alle persone ammalate e che sono sottoposte a prove di vario tipo.
 
Gesù è il volto della misericordia di Dio Padre che arriva in modo gratuito e rigenerante. Mons. Pizziol ci ricorda che l’esperienza della misericordia ricevuta da Dio ci chiede di essere poi trasmessa ad altri per diventare autentica e fruttuosa
 
 
 
 
Il Vescovo Beniamino ci offre anche il commento al Vangelo della domenica di Pasqua

Parlando della figura di Maria di Magdala, mons. Pizziol sottolinea che “era rimasto solo il sepolcro come ultimo aggancio anche visibile e concreto dell’amore di Maria di Magdala per Cristo. Andando verso il sepolcro, questa donna teme di non riuscire ad entrare a rendere omaggio al Signore Gesù. Un elemento di stupore: la pietra è stata rotolata via e non entra. Un elemento importante di questo brano è la corsa, fatta di affanno, ma anche di quell’amore che fa muovere, anche di corsa. La fede nel risorto non è un dato immediato, ma un percorso che ha alcune tracce, la prima delle quali è la tomba vuota. Così è anche per i nostri cari, perchè la morte non è l’ultima parola”. 

 
IL MESSAGGIO PASQUALE DEL VESCOVO ALLA DIOCESI 
 
La Pasqua non è solo un evento storico da rievocare, ma un evento di salvezza da vivere. “Fare Pasqua” significa vincere con Gesù ogni forma di morte per entrare e crescere nella vita. Non siamo noi gli autori della nostra salvezza, noi siamo quelli che la accolgono dal Risorto e, con il loro “sì”, la rendono efficace qui e ora.

Infatti, la Pasqua è avvenuta in Gesù – una volta per tutte – ma attende la nostra libera e personale corrispondenza per diventare la “nostra” Pasqua. Incontrare Gesù nella Pasqua significa entrare in contatto con la Sua vita e il Suo Vangelo che ci cambiano radicalmente, perché ci rendono partecipi della Sua Risurrezione.Sta qui la vocazione e la missione di ogni discepolo del Signore: crescere nella conformazione a Lui (cfr. Fil 3,10) per testimoniare e comunicare il Vangelo agli altri (cfr. Gv 17,20-23).
 
Ogni cristiano è chiamato, anzitutto, a centrarsi su Gesù, che incontra nella Chiesa, lasciandosi raggiungere dal Vangelo e dalla vita nuova che Egli ci dona. Il cristiano è chiamato, poi, a impegnarsi nel mondo in cui opera per testimoniare – con le parole e con le opere – la luce della Pasqua sulle persone e sulle situazioni che incontra, specie quelle più drammatiche e più dolorose.Perciò, nel progettare la nostra storia, occorre anzitutto partire da Gesù. Solo così possiamo immettere, nel tempo che viviamo, la novità della Pasqua.Se la luce della Pasqua si posa su di noi, allora il bene viene condiviso e si moltiplica: il positivo umano viene assunto e trasformato nel positivo divino; la misericordia e la giustizia si radicano nei cuori di ogni uomo e di ogni donna, portando frutti che rimangono.
Anche nell’affrontare i problemi che spesso ci assillano bisogna muovere i primi passi andando, anzitutto, alla scuola di Gesù, e solo dopo essere “rimasti” con lui – nella preghiera e nella celebrazione dei sacramenti – troveremo il coraggio e la forza di attraversare le difficoltà che ci avversano, per superarle e trasformarle in opportunità di bene.Infatti, affrontare un problema da cristiano, significa anzitutto illuminarlo con la Parola, gestirlo nella carità, viverlo nella speranza, condividerlo nella comunione fraterna.
 
Carissimi, illuminati dalla luce della Pasqua cerchiamo di leggere e decifrare le gioie e le speranze ma anche le tristezze e le angosce che incrociamo nelle vicende di questo mondo.Un sicuro segno di gioia viene dall’Anno Giubilare della Misericordia indetto da Papa Francesco e vissuto in modo diffuso soprattutto nelle diocesi. Stiamo assistendo davvero a una rinnovata consapevolezza di fede in Dio, Padre misericordioso, che rimane fedele a ciascuno di noi nonostante i nostri peccati! Il ritorno di molti fedeli al Sacramento della Confessione è un segno eloquente di un rinnovamento spirituale. La ripresa del dialogo e di scambi culturali ed economici tra popoli finora divisi e nemici tra loro, poi, apre alla speranza di un mondo nuovo, in cui tutti popoli si sentono come un’unica grande famiglia, nel rispetto delle differenze di cultura, di storia, di appartenenza etnica.

Un altro segno di speranza è rappresentato dalla presenza sempre più indispensabile e insostituibile della donna nella nostra vita pubblica, nella comunità ecclesiale e nell’azione politica, non solo nel nostro paese, ma anche nel contesto internazionale.
 
Accanto, però, a questi segni di gioia e di speranza, siamo continuamente posti di fronte a eventi umanamente indecifrabili, come quellodella morte di 13 giovani universitarie, di cui 7 italiane, ospiti nelle università spagnole perseguire il progetto “Erasmus”. Vogliamo essere vicini ai loro genitori, ai familiari, elevando a Dio una silenziosa preghiera affinché la loro giovinezza possa rifiorire in mezzo a noi attraverso i loro amici e attraverso tutti i giovani uomini e le giovani donne impegnate nello studio e nella formazione culturale. Ma quello che più ci inquieta e ci angoscia sono i ripetuti e gravissimi atti di terrorismo che hanno seminato morte, feriti e panico in alcune città europee.Di fronte a questi eventi di lutto e di violenza siamo convinti che se in noi agisce la potenza del Risorto non c’è indifferenza che non possa essere riscaldata, non c’è nodo che non possa essere sciolto, non c’è abisso da cui non si possa risalire, non c’è morte che non possa essere riconsegnata alla vita.
 
A tutti voi, in modo particolare a chi sta attraversando un tempo di prova nel corpo e nello spirito, auguro una buona e santa Pasqua.
 
Vescovo Beniamino