Pentecoste con l’Africa

Domenica 4 giugno a Torri di Quartesolo

 
 Una comunità che ne accoglie un’altra sotto il segno dello Spirito Santo. Si terrà domenica 4 giugno, alle 10.30, “Pentecoste con l’Africa”, la messa nella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio di Torri di Quartesolo, celebrata con le comunità africane della Diocesi di Vicenza. È un’iniziativa che si ripete già da qualche anno. «Negli ultimi tre anni c’è stata la volontà di proporla in quelle parrocchie dove la comunità africana ha un centro pastorale, oppure dove c’è una forte presenza di migranti, o ancora dove c’è la possibilità di avere un luogo dove incontrarsi al termine della celebrazione» – spiega Padre Michele de Salvia, direttore della Pastorale Migrantes della Diocesii -. Quest’anno la scelta è ricaduta su Torri di Quartesolo per la presenza, in canonica, di un sacerdote nigeriano, don Charles Uchendu, che aiuta nei centri pastorali africani. «La sua presenza è uno dei motivi per cui abbiamo scelto di recarci lì – continua padre Michele -. Inoltre, nella zona di Torri c’è una presenza numerosa di migranti, anche se non tutti cattolici o africani». La celebrazione coinvolge sia le comunità africane anglofone che francofone, dei centri pastorali della Diocesi, ed è animata con canti e preghiere in lingue diverse, sottolineando la ricchezza della Chiesa e l’unità come dono dello Spirito che va oltre le diversità. Le comunità africane francofone sono due, una a Creazzo e una a San Bonifacio. C’è poi una comunità anglofona nigeriana a San Pio X, in centro, e cinque comunità anglofone ghanesi, rispettivamente a Costo di Arzignano, a San Pietro in centro, a Valdagno, a Bassano, a Schio.

«Giriamo nelle parrocchie – spiega p. Michele – per dare un segno di interculturalità e condivisione, celebrando con la comunità della zona per dimostrare la possibilità di convivenza». «La Pentecoste – aggiunge – diventa la festa per eccellenza capace di trasmette il messaggio dell’unità della fede al di là delle culture e delle provenienze». Obiettivo è quello di diffondere una cultura dell’incontro, un’educazione che porta non a subire la società multietnica, ma ad accoglierla come fonte di ricchezza. Al termine della messa ci sarà un momento di convivialità nel salone parrocchiale. Margherita Grotto