Quattro anni con Papa Francesco: un uomo come noi, che parla con il cuore e confida nella nostra preghiera. Il video dell’elezione

 
 Francesco è uomo di sostanza che però, in un mondo in cui si comunica con l’ immagine, ha saputo far passare il suo messaggio attraverso immagini forti. Anche se la rivoluzione che ha impresso alla Chiesa con il suo Pontificato vuole essere soprattutto interiore, riesce a comunicarla con nuovi gesti, nuovo linguaggio, nuove abitudini. La croce semplice di sempre, le scarpe nere usate da anni, la vecchia borsa portata personalmente nei viaggi si accompagnano infatti a gesti inconsueti per un Papa: vivere in mezzo agli altri in un albergo, mangiare con loro al self-service, mettere spesso da parte il discorso preparato e parlare con il cuore, rispondendo alle domande con semplicità. Il Giubileo della misericordia ha assunto tutto il suo significato quando è stato aperto nella povera cattedrale di Bangui, in uno dei Paesi più devastati del mondo. Non si era mai visto un pontefice uscire dal Vaticano per andarsi a comprare personalmente gli occhiali o le scarpe, tra lo stupore dei negozianti e dei presenti, e questo ne ha cambiato radicalmente l’ immagine. Il Papa oggi non è più visto tanto come un simbolo istituzionale e di potere, depositario della legge divina, ma piuttosto uomo come noi, che ha solamente bisogno – e ancora più di noi – di preghiere. Come non si stanca di ricordare, fin dal primo momento. E il rovesciamento più importante sta proprio in questo: non promettere di pregare per gli altri dall’ alto della sua carica, ma chiedere ai fedeli di aiutarlo nel sostenerla.
 
Lucetta Scaraffia
Dal Corriere della Sera del 13 marzo 2017

 
Ecco come Papa Francesco il 13 marzo 2013 salutava le persone radunate in Piazza San Pietro per accoglierlo: