NELL'ANNO DELLA FEDE E NEL MESE MISSIONARIO

Ricordo di Padre Egidio Ferracin

Tre giorni di memoria nella comunità di San Tomio di Malo

Durante l’Anno della Fede e all’inizio del Mese Missionario, la Parrocchia di San Tommaso Apostolo a San Tomio di Malo ha deciso di fare memoria del maladense padre Egidio Ferracin, il missionario comboniano assassinato in Uganda il 4 agosto 1987.Lo farà dedicandogli la Festa della Comunità 2013, dal 4 al 6 ottobre, nel corso della quale, grazie all’iniziativa dell’Amministrazione comunale di Malo, gli sarà intitolato un tratto di sentiero carrabile e dedicata una targa.    Questo il calendario degli appuntamenti:Venerdì 4 ottobre 2013, ore 20.30, chiesa parrocchiale San Tomioserata su padre Egidio Ferracin: relatore p. Egidio TocalliSabato 5 ottobre 2013, ore 20.30, stand della Pro locospettacolo con musica, parole… testimonianza con il Gruppo “Risonanze di Pace”Domenica 6 ottobre 2013ore 09.30     inaugurazione della targa al martire in contrà Potettiore 10.30     S. Messa solenne animata dai due Cori parrocchialiore 11.30     rinfresco al parco “Mons. Fanton” Padre Egidio Ferracin nacque a Malo il 13 aprile 1937. A 27 anni, il 28 giugno 1964, ricevette l’ordinazione sacerdotale a Verona, dal cardinale Agagianian. Dopo aver trascorso un anno a Londra per lo studio della lingua inglese, nell’agosto 1965 fu inviato missionario ad Aboke, in Uganda, fra i Lango. Nel 1969 venne trasferito a Dokolo quindi divenne parroco ad Alìto, dove c’era un lebbrosario gestito dalle suore. Il 4 gennaio 1986, minacciato di morte dall’assassino, che lui aveva denunciato, dei due figli del sagrista della missione, si rifugiò nella missione di Aduku. Quindi mons. Asili lo invià nella missione di Alenga, che era stata completamente devastata. Il 4 agosto 1987, all’età di 50 anni, fu aggredito dai suoi carnefici nel tratto di foresta che costeggia il lago Kioga, mentre era diretto in motoretta a visitare gli ammalati della missione di Kwibale, sulla via di Alwala. La sua salma fu ritrovata dai suoi amici una settimana dopo: il suo corpo era adagiato sul fianco, con le mani legate a un’albero e le ginocchia piegate. Da allora riposa nel cimitero di Lira, in Uganda.