INCONTRO A VICENZA

«Un cristiano deve reagire!»

I tweet del Papa raccontati da mons. Paul Tighe invitato a Vicenza

L’ultimo tweet di Papa Francesco, la mattina di giovedì 3 aprile 2014, su @pontifex, all’indomani dell’appassionante conversazione, tenuta a Vicenza, da mons. Paul Tighe, 56 anni, giurista e teologo, Segretario generale del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, suona così: “Non possiamo abituarci alle situazioni di degrado e di miseria che ci circondano. Un cristiano deve reagire”.

Appunto, l’immediata interattività, la relazione diretta, la sollecitazione, il richiamo, quasi a guardarci negli occhi e a reagire di fronte alla negatività del mondo, con la gioia e l’impegno che il Vangelo ci suggerisce e ci propone.

La comunicazione sta cambiando, la comunicazione sta cambiandoci. E nella relazione che essa produce, anche dalle sue negatività, possiamo cogliere le necessità, i bisogni, i desideri, la realtà.

L’incontro “Il tweet del Papa: Chiesa e nuovi media”, promosso nell’aula magna del Centro “Arnoldo Onisto” in borgo Santa Lucia, a Vicenza, dalla Commissione Diocesana per le Comunicazioni Sociali, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose e la sezione provinciale dell’UCS (Unione Stampa Cattolica), alla presenza del Vicario Generale mons. Lodovico Furian, introdotto da don Alessio Graziani, ha permesso a mons. Paul Tighe, sacerdote irlandese, dal 2007 a Roma, di illustrare con puntigliosa determinazione le strategie e l’impegno del Vaticano per comunicare la Chiesa attraverso l’opportunità dei nuovi media, capaci di freschezza, immediata relazione, ampia diffusione nella rete globale, interattivi anche con non cristiani e non credenti.

I new media sono un dono per l’umanità, aveva già detto Papa Benedetto XVI in occasione di una delle scorse celebrazioni per la Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali. Ma più che nei messaggi e nelle sue affermazioni, la “voce” della Chiesa di Roma è stata raccolta nella immediatezza e universalità dei nuovi confini quando è sbarcata su Twitter, su Facebook con gli hastag di @pontifex, con News.Va, con il linguaggio comprensibile in ogni dove, e soprattutto con le più giovani generazioni, è stata capace di intessere un dialogo certo rischioso ma affascinante per le opportunità offerte.

E’ il coraggio della Verità, della parola che rassicura a intessere queste nuove relazioni, a generare nuove relazioni.

Mons. Tighe ha raccontato dell’incoraggiamento costante di Papa Francesco a comunicare con i mezzi più moderni consentiti dalle tecnologie, nella semplicità ed efficacia del linguaggio che gli è proprio, nell’urgenza di riscaldare i cuori e non solo di indirizzare la ragione, di impiegare quanto più è possibile per essere presenti, protagonisti, attivi nella nuova “agorà” del mondo e nel tempo della cultura digitale, per commettere la fede con i portali dei social network.

Troppe volte il linguaggio complesso si usa, anche nella Chiesa, per nascondersi, per non affrontare la realtà.

Mons. Tighe è stato intervistato durante la serata dalla giornalista Karemi Furlani.

Il Presidente dell’Ucsi Vicentina, Giandomenico Cortese, richiamando la necessità di reagire alla necessità ed urgenza di “restare connessi” per non essere tagliati fuori dalle relazioni dei nuovi tempi, ha chiamato beati coloro che sanno… pensare con le macchine, ricordando come l’incontro con il Segretario del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali sia stato inserito nell’ambito di un percorso, che si coltiva da tempo, nell’impegno all’autenticità della comunicazione.

Comunicare bene è di per sé comunicare un bene. A Vicenza, in questa serie di incontri, ci sono già stati ospiti illustri: dal direttore dell’Osservatore Romano Giovanni M. Vian, a quello di Avvenire, Marco Tarquinio e di Famiglia Cristiana, Antonio Sciortino, oltre a “Vaticanisti” affernati come Andrea Tornielli, Luigi Accattoli e Fabio Zavattaro.

In conclusione dell’incontro mons. Paul Tighe, rendendo omaggio alla “comunicazione” di cui sono capaci i poeti, in particolare un poeta della sua terra, ha voluto offrire la lettura di alcuni versi di un autore irlandese, Séamus Heaney (1939-2013 (Premio Nobel per la Letteratura nel 1995, “San Kevin e il merlo”, dalla raccolta “The spirit evel”, stampato da Mondadori nel 2000), carichi di tensione, appassionanti nella delicatezza del racconto, una preghiera recitata dal corpo di un monaco, che ha dimenticato interamente se stesso, perché limpidamente riflesso nel profondo fiume dell’amore.

Un amore autentico, quello che consente di dedicarsi, in una relazione autentica, di lavorare e non cercare ricompensa.


Giandomenico Cortese