FESTA DELL'8 SETTEMBRE

Una folla dei nostri tempi: oltre 35mila pellegrini a Monte Berico per affidarsi alla protezione di Maria

La grande affluenza di questi giorni è un segno di speranza

 
Oltre 35mila persone, tra la sera di sabato 7 e domenica 8 settembre, sono salite pellegrine a Monte Berico. Qualcuno ha commentato stupito: “una folla d’altri tempi”. Invece a noi piace pensare che si tratti proprio di una folla di questi nostri tempi. Tempi inquieti e tormentati, certo, ma anche tempi capaci ancora di credere nella vita, nell’amore, nella concordia tra i popoli. Con buona pace di chi aveva profetato l’eclissi del sacro e la fine del cristianesimo.
 
La folla composita e composta che è salita a Monte Berico in questi giorni è un segno di speranza perché testimonia l’esistenza di un’umanità che non si rassegna al male e che chiede l’aiuto del Cielo per continuare a impegnarsi nel bene.

I vicentini hanno rinnovato la loro devozione alla Madonna di Monte Berico, sono tornati numerosi a portare sotto il suo manto aperto e accogliente problemi e preoccupazioni, sogni e speranze e hanno sentito il suo sguardo amorevole e misericordioso posarsi con amore sulla vita di ciascuno di loro.

Sabato sera è stato bello sentire il Vescovo Beniamino Pizziol accalorarsi parlando di pace, invitando tutti a non rassegnarsi all’idea che le guerre siano cosa inevitabile. Ed è stato bello vedere tanti giovani pregare. Anche giovani che di solito il rosario lo usano come collana (alla moda del momento) o abituati a sgranare sms più che Ave Marie, ma che hanno accolto l’invito di papa Francesco intuendo come la pace sia un valore troppo prezioso per restare indifferenti.
 
Nella Basilica, durante la notte, sono risuonate le parole di grandi profeti del nostro tempo: Tonino Bello, Helder Camara, Carlo Maria Martini, madre Teresa di Calcutta.
 
Ora la preghiera continua perché sia allontanato lo spettro di un’altra “inutile strage” e, corroborati da questo momento di forte comunione e spiritualità,  riprendiamo il nostro impegno, un nuovo anno pastorale, per annunciare il Vangelo di Gesù, il Re della Pace.
 
don Alessio Graziani