«Avevo dodici anni quando l’allenatore degli esordienti del Venezia (che allora era in serie A) mi vide giocare a calcio nel campetto della parrocchia…».
«E dopo?».
«A quindici anni ho dovuto scegliere: o giocare a calcio o continuare in Seminario… Voi capite cosa ho scelto… Però non ho smesso di praticare lo sport: calcio, basket, pallavolo, nuoto… E’ stato anzi durante una partita di basket (avevo allora ventidue anni ed ero incerto se diventare prete o no) che ho avvertito chiaramente la chiamata: i ragazzi con cui giocavo bestemmiavano, litigavano… E’ stato come se il Signore mi dicesse: “Beniamino, li affido a te”».
«Sono contento di essere prete, e faccio il vescovo perché la Chiesa me lo ha chiesto: è faticoso e bello».
Nei giorni della visita pastorale (14-15-16 e 21 marzo 2014) il vescovo Beniamino ha incontrato a Lonigo tanta gente: tutti i ragazzi del catechismo (oltre 600), i membri dei numerosi gruppi disseminati nei “settori” liturgico, formativo, caritativo e socio-culturale (circa 350), un gruppetto di giovani, una ventina di ammalati nelle case, i coltivatori diretti nella loro nuova sede, gli ospiti della Comunità Papa Giovanni XXIII, gli anziani di Villa Serena, i ragazzi dell’Anffas e poi ancora il Consiglio Comunale, singole persone che volevano parlargli, gli ospiti delle due RSA, i degenti dell’Ospedale…
La domenica mattina il vescovo ha portato un saluto nella chiesa di San Giovanni e ha poi celebrato la Santa Messa delle 10.00 in Duomo e fatto l’omelia a quella delle 11.30, mentre al pomeriggio, in un Duomo gremito oltre misura, ha celebrato l’Eucaristia e amministrato la Cresima a 83 ragazzi. Nell’ultima serata: l’incontro con il Consiglio pastorale e il Consiglio per gli affari economici. Non è mancata un’appendice: sabato 22 marzo il vescovo è tornato per la benedizione della Fiera cittadina.
Più di qualcuno ha commentato: “Assomiglia a papa Francesco. Semplice, non invadente, concreto, accogliente”. Per chi crede, il vescovo è soprattutto l’apostolo che conferma nella fede i fratelli ed è segno di unità della Chiesa locale.
Alla fine della visita pastorale non mi sono sentito liberato da un peso, ma rinfrancato e con un po’ di nostalgia.
Lunedì 24 marzo 2014 ha avuto inizio la Settimana della Comunità, incentrata sulla preghiera (vedi il programma). Il fatto che segua immediatamente la visita pastorale del Vescovo è una coincidenza o, se vogliamo, uno scherzo dello Spirito Santo: di fatto era l’unica settimana possibile, per noi e per i relatori. Sarà così una nuova visita, diversa e simile, che ci fa gustare “quanto è bello e soave stare insieme” se il Signore è presente.
don Vittorio Montagna